Da un paio d’anni ci sono tre musicisti che si sono uniti, mettendo insieme i loro diversi background e tirando fuori un sound identificativo e personale. Stiamo parlando dei Todo Modo, band formata da Paolo Saporiti, Xabier Iriondo e Giorgio Prette. Fin dal loro album d’esordio, erano già ben chiare le potenzialità del trio, confermate da Prega Per Me, secondo lavoro in studio pubblicato dalla Goodfellas. Il disco presenta tematiche che vanno dall’immigrazione al lutto, ai rapporti familiari, ai fatti di cronaca e attualità.
Abbiamo incontrato Xabier Iriondo e Paolo Saporiti, rispettivamente chitarra e voce del trio, per farci raccontare il nuovo corso dei Todo Modo.
Prega per Me arriva a quasi due anni dal vostro album d’esordio. Ce ne volete raccontare un po’ la genesi?
Xabier: In realtà Prega per me esce a meno di un anno e mezzo dal nostro album d’esordio. Abbiamo iniziato a registrare i nuovi brani immediatamente dopo aver terminato il tour seguito all’uscita del primo album, consolidando la matrice sonora del nostro progetto ed allargando lo spettro delle composizioni sia a momenti più intimisti (Nel nome mio) che a momenti più feroci e disturbanti (La ballata di Rouen). Il metodo compositivo è stato impostato in primo luogo con delle sessioni di registrazione di batteria, terminate le quali abbiamo costruito le strutture dei brani per poi aggiungervi chitarre elettriche, bassi da organo ed infine le parti vocali. Non abbiamo mai provato o suonato insieme. Quattro brani vengono dalle mani di Paolo, chitarra acustica e voce, alle quali abbiamo poi aggiunto il resto. La matrice sonora è l’enfatizzazione di ciò che avevamo costruito nel precedente disco, saturazioni estreme su batterie, chitarre e voci. Canzoni rumorose con ritmiche ossessive.
Avete affidato al brano Prendi a Calci i Tuoi Dolori il compito di presentare il vostro nuovo album. Quel pezzo ha dunque qualcosa di particolarmente rappresentativo del nuovo corso dei Todo Modo?
Paolo: Niente è affidato al caso. Prendi a calci i tuoi dolori è un brano che introduce buona parte dei cambiamenti che Todo Modo ha inserito nel proprio nuovo lavoro. Prega per me parla di molte cose, una delle quali è, senza dubbio, la ricerca di una proposta per un’apertura mentale e artistica sempre maggiore. Una visione allargata e vera dell’esistenza é quello a cui puntiamo. La prospettiva di tutto è l’elaborazione del lutto, ad esempio, di tutte le sofferenze che questo porta con sé, nel nome della vita, nel cercare di vivere una vita sempre più piena e sincera, positiva.
Clandestino è il primo singolo ufficiale tratto da Prega per Me. Ci volete parlare del video che l’accompagna?
Paolo: Il video ha avuto un parto lungo e travagliato. Siamo passati attraverso varie idee e cambiamenti, dovuti ai costi e ai tempi di realizzazione. Siamo giunti a questa ipotesi, con Marco Brindasso, già autore di Soffocare, perché ci siamo trovati bene a lavorare con lui e perché è un amico capace. Si è cercato di giocare su più piani, come fa il testo stesso della canzone, sull’idea di un rapporto/dialogo tra mondo interno ed esterno, incontro/scontro, fallimento del rapporto con l’altro, bene e male. La mia idea di scrittura in Clandestino si è mossa tra l’accettazione e il rifiuto delle nostre responsabilità individuali, della società, in relazione al problema dell’immigrazione e alle questioni che questo pone all’uomo di oggi. E’ stato molto bello girarlo, anche perché la chiave di lettura non è scontata e il lavoro d’attore che ho dovuto svolgere mi ha entusiasmato. Potremmo anche trovarci di fronte a una storia d’amore ma in realtà siamo di fronte alle parti migliori e peggiori dello stesso uomo che si fanno carne.
La Ballata di Rouen è sicuramente il brano più particolare dell’album, quello che mi ha colpito maggiormente al primo ascolto. Raccontateci da dove nasce.
Paolo: Nasce da quel folle attentato messo in scena a Rouen, l’anno scorso. Due ragazzi sgozzarono il prete in pensione di una piccola cittadina francese, Rouen per l’appunto. Era un momento in cui ogni settimana ne capitava una nuova e tragica. Ero molto scosso e non ho potuto fare a meno di calarmi in quella situazione e pormi qualche domanda. Ho lasciato parlare i personaggi di quella scena: i due assassini, chi li interrogava (mi sono immaginato la prigione e i gendarmi) durante i primi attimi dopo l’attentato e il prete che muore, la testa che rotola, il Corano, la Bibbia, quello che ne rimane. Le coscienze dei ragazzi che dialogano con quelle degli investigatori, con la Chiesa, la religione, le ideologie, i Testi Sacri e l’uomo ne esce sconfitto, almeno per quel giorno. Sentivo la presenza di Giovanna d’Arco vicina geograficamente ma non solo e la questione del bene e del male e del perché qualcuno possa un giorno decidere di affidare la propria esistenza a una causa, immolarsi così nel nome di qualcosa di imposto dall’alto e arrivare perfino a uccidere. Soprattutto quando si parla di Dio… Non ho risposte, solo domande e canzoni da scrivere.
Toglietemi una curiosità: perché il golf? Sia sulla copertina di Prega per Me che nelle foto promozionali dell’album, questo sport la fa da padrone. C’è una motivazione particolare?
La motivazione nasce dall’idea di mettere in copertina un’immagine che fosse rappresentativa delle nostre storie e delle nostre radici, nello specifico abbiamo messo due differenti fotografie di mio padre risalenti agli anni ’50. Contemporaneamente abbiamo scelto lo stesso contesto per le foto promozionali perché ci intrigava l’idea di associare il golf, sport considerato elitario in Italia ma molto popolare nei paesi anglosassoni, ad un album come il nostro e che nella storia del rock non ha precedenti.
Osservando i vostri video, trovo che abbiano una sorta di immagine comune, anche se diversi tra loro. C’è una certa estetica che volete rappresentare con il progetto Todo Modo?
Paolo: C’è qualcosa di comune, un’estetica forse riconoscibile per ora ma credo che la caratteristica principale del gruppo si coglierà soltanto con il nuovo video, Non vedi che fa male, basato sulla libertà totale di espressione.
Come lo vedete il futuro dei Todo Modo?
Xabier: Il futuro di questo progetto musicale vivrà delle pulsioni che avremo per raccontare le nostre storie. Concerti in questa primavera e poi nell’autunno e poi, molto probabilmente, nuove registrazioni per un futuro album.