Giuliano Dottori è un artista che seguiamo da molto tempo, le nostre strade si sono incrociate più e più volte. Questo è un anno speciale per Giuliano: il Festival Musica Distesa (del quale è co-fondatore) raggiunge la sua decima edizione. Dal 30 Giugno al 2 Luglio a Cupramontana (AN) si svolgerá un festival atipico, vero e sincero, in un contesto speciale.
In questa intervista chiediamo a Giuliano di ripercorrere la storia del MD, di raccontarci come sarà questa edizione e cosa succederà nelle date di presentazione a Lucca, Roma, Fermo, Bologna e Milano insieme a David Ragghianti e Andrea Biagioni.
Mi piacerebbe iniziare questa intervista come se fosse un racconto, partendo dal principio, dal “c’era una volta…” del Musica Distesa. Ci racconti il momento nel quale fu concepita l’idea del festival?
È stato un lampo, credo nell’estate del 2005. Considera questo: con mio fratello suonavamo insieme, abbiamo sempre suonato insieme, lui mi ha sempre tirato in mezzo alle sue cose “da grandi” e una di queste era la musica. Pensa che a 12 anni, in seconda media, me ne andavo in sala prova a suonare insieme a lui e ai suoi compagni di classe di quattro anni più grandi. Ero un bambino che camminava orgoglioso con la chitarra verso il Malibù studio di Milano. Quando nel 2000 Corrado ha deciso di trasferirsi nel paese di nostro padre per riprendere quella che ai tempi del nonno era un’attività di famiglia, ovvero fare il vino, è rimasto un vuoto nelle nostre vite. Ecco, non vorrei farla troppa melodrammatica, ma tutto nasce da questo vuoto, dalla voglia di fare una cosa insieme che mettesse in primo piano le nostre passioni, la musica e il vino, due cose che per nostra inclinazione e storia famigliare ci hanno sempre unito. Quando siamo nati come festival nel 2007 devo dire che eravamo dei pionieri. Pensa: musica e vino in campagna. Suonare sul prato e bere vino sano e naturale. Una visione che abbiamo coccolato in questi dieci anni, cercando di farla crescere, di accudirla, di proteggerla e poi di spingerla fuori, nel mondo, quando ha saputo camminare con le sue gambe.
I festival degli ultimi anni (sia quelli che radunano folle oceaniche, così come quelli minori) spesso perdono il concetto d’identità. Musica distesa ce l’ha ancora. Forse ancor più definita in questo 2017. Oltre che essere qualcosa di raro, lo trovo estremamente caparbio. Dove risiede questa tenacia?
Nel fatto che tutto nasce da noi due fratelli, dalla nostra naturale compattezza, e poi dall’avere coinvolto negli anni le nostre compagne di vita, e alcuni ragazzi meravigliosi che da anni ci aiutano e sono parte integrante di Musica Distesa. Qualche anno fa è nata l’Associazione Culturale Musica Distesa, otto persone, dislocate fra Milano, Londra e le Marche, che tengono allo stesso modo alla buona riuscita del festival e – come dici tu – al mantenere la sua identità al riparo dalle mode del momento. Ora più che mai che viviamo in un momento d’oro per la musica alternativa e il vino naturale, noi siamo orgogliosi di essere stati fra i primi a credere in tutto questo.
Il festival si basa su un principio di condivisione e intimità assoluta, rendendo così facile la commistione di musica, gusto, arte, natura. Senza nulla togliere agli organizzatori, forse il merito è anche di un pubblico (anch’esso raro) capace di comprendere e voler vivere questo tipo di esperienza?
È vero. ogni anno mi stupisco dell’educazione e della partecipazione del pubblico. Ma credo che se comunichi attenzione e amore per le cose, ciò che torna indietro è attenzione e amore. Credo nella gentilezza, nel dire grazie, nel chiedere per favore, nel lasciare le cose come le ho trovate.
Il Musica Distesa 2017 sarà anticipato da una serie di eventi che porterai in giro per l’Italia con due ospiti speciali. Perchè hai scelto proprio David Ragghianti e Andrea Biagioni? Come saranno strutturate queste serate? (10/05 Lucca, 11/05 Roma, 12/05 Fermo, 13/05 Bologna, 14/05 Milano)
David è un amico fraterno ormai. Ho prodotto il suo disco d’esordio e ora siamo al lavoro sul suo secondo. Ma al di là dell’aspetto professionale, fra noi è nata un’affinità molto speciale. Tant’è che abbiamo scritto canzoni insieme, e per il mio nuovo disco mi sto confrontando molto con lui, che reputo uno dei migliori autori italiani. Andrea l’ho conosciuto in quanto chitarrista di David… è un grande musicista, abbiamo collaborato un poco prima che entrasse a X-factor e ci siamo trovati bene. L’idea di questi concerti era di mettere insieme voci diverse, creare un po’ di scontro artistico e vedere cosa ne esce. Sono molto curioso, perché davvero non ne ho idea.
Il Festival Musica Distesa ha un’anima che sembra lontana anni luce dal mondo dei talent show, invece sei riuscito in questo incontro proprio con la musica di Biagioni. Quali sono gli elementi che ne consentono il collegamento?
Sai, ormai è tutto estremamente sfumato, credo che con Manuel giudice quest’anno si sia rotta l’ultima barriera. Noi artisti siamo qui per scrivere buone canzoni, portare una visione dentro il panorama musicale e la cosa che mi entusiasma in questo momento è vedere come gruppi e cantautori che provengono dal mio mondo si stiano affermando. Poi, è chiaro, alcune proposte possono piacere e altre no, ma ciò che vedo è che non c’è più snobismo da parte di nessuno. Facciamo musica, facciamo canzoni, ambiamo tutti ad essere ascoltati. Il mondo dei talent mi interessa come cassa di risonanza, ma la storia ci dice che o hai qualcosa da dire, un talento davvero speciale, oppure serve a poco. Biagioni è uno bravo.
In occasione di queste date con Ragghianti e Biagioni avrai modo per ripescare qualche brano anche da Lucida, di cui di recente hai celebrato il decennale?
No, farò solo i singoli. Ho voluto impostare questo live in modo molto solare, semplice, non voglio che sia una serata di tre cantautori che fanno le loro canzoncine con la chitarrina acustica, voglio che sia una festa e che si faccia un po’ di sana caciara. Quindi farò i pezzi più “up” del mio repertorio.
Il tour itinerante ti porterà a raccontare il Musica Distesa. Come abbiamo detto è un festival particolare, in un luogo splendido. Un agriturismo, le colline di Cupramontana. Il pubblico come potrà fruire di questi luoghi in quei giorni?
Premesso che tutte le info si trovano su musicadistesa.org o sulla pagina Facebook del Festival, il mio consiglio spassionato è di venire con la tenda e viversi il festival al 100%. Questa cosa nasce dall’esperienza che ho fatto io in festival europei molto grossi. Penso a La Route du Rock ad esempio che mi è rimasto nel cuore. Un festival è un’esperienza elettrizzante e totalizzante se la vivi in toto. E a Musica Distesa la figata è proprio stare lì, dormire in tenda, svegliarsi al mattino e farsi un bagno in piscina, o una passeggiata nel bosco, e poi la sera prendersi un bicchiere di vino e guardarsi la mostra sul fienile, o ascoltare il concerto, o anche solo sdraiarsi sul prato a guardare le stelle con la musica in sottofondo. Questa è la visione che ci smosse dieci anni fa e ci piace anche oggi.
Per quanto da molto tempo sperata, per me è stata un’assoluta sorpresa leggere l’annuncio del concerto degli Amor Fou. Una reunion speciale, per una band che credo abbia davvero lasciato un segno importante nella musica italiana. Di chi è stata l’idea e come è stata accolta dagli altri membri?
Abbiamo giocato molto sull’effetto sorpresa. Lo confesso, l’idea è stata mia. E devo dire che non è stato difficile convincere gli altri, anche perché tutti erano già stati a La Distesa e avevano un ottimo ricordo del posto. Poi, sai, si gioca “in casa”, è un’ottima occasione per rivederci e stare un po’ insieme.
Del cartellone MD17, quale pensi sia il nome che stupirà maggiormente il pubblico? Ci sarà qualche altra sorpresa non ancora annunciata?
Io credo moltissimo in Dimartino e Cammarata perché il loro disco “messicano” lo sto consumando, è classico e bellissimo. E loro, oltre a essere amici, sono dannatamente bravi. Poi quest’anno avremo per la prima volta uno spettacolo di teatro, con Giuseppe Cederna, indimenticabile attore nei film più belli di Salvatores, oggi grande uomo di teatro: sarà molto particolare ed emozionante. Altre sorprese non sono previste, anche perché sennò che sorprese sarebbero?
Pronto per essere stupito, personalmente ti saluto con un “arrivederci a presto”, alla data bolognese e a Cupramontana!
Grazie a te, a prestissimo!