Agli inizi degli anni novanta in Inghilterra si impose un manipolo di band che proponevano un’idea di rock particolare, basata sulla creazioone di un muro di suono etereo, estremizzando i dettami della new-wave e del post-punk. Queste band amavano stratificare il suono, intesificarlo attraverso chitarre ricche di flanger, riverbero, chorus e delay, dove si insinuavano voci per lo più sognanti. I giornalisti inglesi etichettarono il movimento shoegazing, per il fatto che i musicisti di queste band erano costantemente con la testa verso le scarpe, sempre intenti a cambiare tutti gli effetti sulle chitarre. Lo shoegazing durò una manciata di anni, perchè risucchiato dai macro-movimenti di quel periodo, il grunge e il post punk (a cavallo basti pensare ai Verve e a Andy Bell co-fondatore dei Ride che divenne membro degli Oasis). Lo shoegazing seppur breve come movimento alla fine ha influenzato tante celebri band dell’ultimo decennio, dai Beach House ai Tame Impala per citarne alcune. Il manifesto di quel movimento fu Nowhere dei Ride. Quei ragazzi, amici di scuola a Oxford, che fondarono i Ride, sono cresciuti, ed il tempo di evadere in un’altra dimensione sulle scia di un rock senza argini è finito. Weather Diaries, il loro primo disco dopo ben vent’anni, è grintoso, tanto denso di melodia quanto carico di atmosfere sfumate da chitarre effettate. Liricamente brani come Lannoy Point, All I Want, Charm Assault, Rocket Silver Symphony sono inni energici di reazione all’immobilismo e alla restaurazione di questi giorni (ad esempio la Brexit). C’è sempre una linea di ottimismo anche nel raccontare un sogno allucinato in compagnia di David Foster Wallace e Robert Anton Wilson come accade in Lateral Alice. A livello di sound l’attitudine shoegaze permane in tutti i brani, deviando in direzione più pop come nella title-track Weather Diaries e Cali dal retrogusto alla Cure o deviando in direzioni neo-prog e post-rock come nelle oniriche Impermanence e White Sands. I Ride non tradiscono il loro passato ma lo rendono attuale, sfruttano le moderne tecnologie per sperimentare con il suono. Weather Diaries non è un album nostalgico, é bensí ricco di intuizioni soniche di tutto rispetto e completamente immerso nei nostri tempi malati. Senza dubbio sarà tra i migliori dischi made in UK di quest’anno.
Credits
Label: Wichita – 2017
Line-up: Mark Gardener (vocals/guitar) – Andy Bell (vocals/guitar) – Steve Queralt (bass) – Laurence Colbert (drums).
Tracklist:
1. Lannoy Point
2. Charm Assault
3. All I Want
4. Home Is A Feeling
5. Weather Diaries
6. Rocket Silver Symphony
7. Lateral Alice
8. Cali
9. Integration Tape
10. Impermanence
11. White Sands
Link: Sito Ufficiale.