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Creare l’unicità: Musica Distesa 2017, Cupramontana (AN)

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Decimo anno. Ottava edizione. Un traguardo importante per un evento come questo, fuori dai target definiti, piccolo negli spazi, ampissimo nei contenuti.
Musica Distesa é più di un festival, e nel terzo anno al quale ho partecipato me ne sono reso conto in modo definitivo. Tra le colline marchigiane, grazie a Corrado e Giuliano Dottori e a tutta l’associazione culturale Musica Distesa (oltre agli splendidi volontari) é possibile creare un micromondo genuino, dove musica, teatro, arte, cibo e ambiente si sciolgono insieme. Musica Distesa non é quindi un festival, ma una fonte generosa alla quale tutto il pubblico ha potuto trovare ristoro dalle contraddizioni ostili della quotidianitá della vita.
Musica Distesa resta, funziona, non consuma ma crea.
Il 30 Giugno, primo giorno del festival, il Musica Distesa ha creato stupore e curiositá profonda grazie ai Quadritos di Brunella Tegas. L’artista ha esposto le sue opere nel fienile de La Distesa, sulle pareti di mattone a vista consumate dal tempo e dal lavoro. I suoi “quadritos” sono piccole teche dedicate a persone defunte per le quali vite l’artista riconosce il dovere del racconto. Un obbligo morale, un piacere che unisce la storia, la tradizione orale (è bellissimo sentire Brunella raccontare di questi personaggi) e la simbologia mistica che caratterizza i quadritos. C’é arte, ricerca e passione, umanità e bellezza.
Il Musica Distesa ha creato il viaggio ed il suo racconto. Giorgio Cederna, attore di cinema e teatro ha narrato una storia, che ne ha incrociate altre e che ne ha segnate alcune. Di passi e di Respiri, il suo racconto, è semplice e diretto, intimo e toccante, ostacolato purtroppo da una forte pioggia che ha costretto lo spettacolo sotto un tendone. Si può considerare comunque un successo.
La pioggia via via é diminuita d’intensità, ma il tendone è rimasto comunque l’unica sicurezza per poter proseguire la serata ed elaborare ancora il tema del racconto nell’esibizione di Fabrizio Cammarata e Antonio Dimartino. Quella cantata e suonata dai due autori palermitani è la storia di Chavela Vargas, la storia del Messico, di una passione riversata nella vita che, a detta dei due, assomiglia tanto alla loro Sicilia che amano. Le splendide canzoni tratte da Un mondo raro (prima libro, poi album) incantano per l’incredibile commistione di grazia e ardore. Chavela possedeva una fiamma, e sotto questo tendone è tornata a vivere anche per noi.
A concludere la prima serata, il Musica Distesa ha creato anche puro divertimento con l’electro funk di Bruno Belissimo. I congegni elettronici di Bruno sono solo una componente della sua musica: la struttura e il carattere sono dati dal basso che imbraccia con sicurezza in ogni movimento. Le onde sonore scaturite dalla vibrazione delle corde arriva a tratti spavalda e spaccona, e a tratti stilosa e accattivante. Dopo di lui si è esibito anche Andrea Mangia, in arte Populous. Il musicista e producer elettronico ha proseguito fino a tarda notte, seguito poi dal dj set di Stra, facendo divertire tutti i presenti che hanno resistito alla stanchezza del viaggio e della settimana ormai alle spalle.
Il giorno successivo il festival ha potuto finalmente godere di un bel cielo sereno che ha reso il clima veramente “disteso”. Piscina, sole, presentazione del libro Vini e Vinili. 45 giri di bianco (Maurizio Pratelli), la proiezione di Abcd e altre storie (Simone Rovellini) e poi i concerti.
Il Musica Distesa ha poi iniziato a creare il suono, quello che immerso nella natura puó essere davvero diverso, quello che puoi accarezzare con un bicchiere di verdicchio in mano, quello che se alzi gli occhi al cielo ti sembra quasi che le nuvolette bianche siano gli amplificatori di questo mondo perfetto.
Il palco principale è stato così inaugurato dal giovane Makai e dalla sua band. Dario Tatoli, all’anagrafe, è un producer polistrumentista, capace di realizzare brani delicati, che oscillano tra il pop, il rock e l’elettronica. Tutto è molto bilanciato, piacevolissimo all’ascolto, da cullarsi, perdersi ed oscillare come le fronde degli alberi alle sue spalle. Un suono internazionale per un ottimo artista che, proprio a trovare un difetto, dovrebbe crescere un po’ in empatia con il pubblico e presenza sul palco.
David Ragghianti è un cantautore particolare. Le sue canzoni, tratte dall’ultimo disco Portland, sono semplici ed immediate. Chitarra e voce, ed un look da surfista californiano dal quale non ci si aspetta tanta delicatezza in testi e modi di porsi al pubblico. David ha cantato sul palco, poi un problemino all’amplificazione ha innescato la magia: senza pensarci un secondo David è sceso dal palco, e in mezzo al pubblico raccolto in semicerchio attorno a lui, ha cantato senza amplificazione. La voce vera, il suono dolce di una chitarra, e quella alchimia unica e potente che è riuscito a creare: il vero clima da “Musica Distesa”.
Giorgio Ciccarelli non ha bisogno di presentazioni: ex membro degli Afterhours, chitarra eclettica, diversi progetti paralleli, un album solista all’attivo. In questo live, impreziosito dal bravissimo Gaetano Maiorano (chitarre, percussioni, ed elettronica), le canzoni tratte da Le cose cambiano suonano diverse. Se l’album viveva di una forte irruenza, rancore ed urgenza, non sempre buoni consiglieri, a distanza di oltre un anno dalla sua pubblicazione i brani hanno trovato la dimensione migliore. Molto è cambiato, soprattutto nei suoni che sono probabilmente ancor più duri ma ben misurati. I brani ora sono taglienti e non solo abrasivi, i colpi sono precisi, fanno male ma non ti abbattono, e così anche i testi riescono a raggiungere al meglio l’ascoltatore. Lo spettacolo portato sul palco dai due è coinvolgente, Giorgio Ciccarelli è magnetico e finalmente libero.
Quando ormai il palco si è fatto buio è salita anche la giovane Verano con la sua band. La cantante bresciana ha alcuni brani interessanti ma nel complesso non posso dire che l’esibizione sia stata eccezionale. Manca un contenuto ed una identità forte a questo progetto musicale di buone speranze. Il live è stato il penultimo prima di una lunga pausa che Verano si è presa per lavorare al nuovo album: restiamo quindi curiosi, in attesa.
Musica Distesa ha creato anche un mezzo miracolo: il ritorno degli Amor Fou. Era il 29 Dicembre 2012 quando al Bronson di Ravenna prima del concerto Giuliano Dottori mi disse in un orecchio: “Questa è l’ultima”. Un luogo amico come il Musica Distesa, dopo quasi cinque anni, è stato catalizzatore di desideri sopiti da tutti i membri della band, riportando il quintetto insieme a calcare lo stesso palco. Paolo Perego, Michele Marchetti, Giuliano Dottori, Leziero Rescigno, Alessandro Raina sono stati accolti da un foltissimo pubblico e da tanti tanti tanti applausi. L’emozione è stata tanta sopra e sotto al palco, negli occhi di tutti.
I brani degli Amor Fou sembrano scritti ieri, perchè sono stati proprio loro ad anticipare tutta una certa scena indie-electro-pop che tanto va di moda ora. La band milanese è arrivata prima, se ne è andata prima, e domani chissà… al Musica Distesa però è stato bellissimo. Brani magnifici ed unici come Primavera Araba, I 400 colpi, I volantini di Scientology, Goodbye Lenin, tutti tratti da 100 giorni da oggi. Poi indietro fino a La stagione del cannibale con l’omonimo brano e De Pedis. Gli Amor Fou sono sembrati in forma splendida, pronti, felici: il canto di Alessandro è preciso ed appassionato, la batteria di Leziero è come sempre impeccabile, la presenza di Paolo al basso è una sicurezza, la chitarra di Giuliano è eleganza e divertimento, le tastiere di Michele sono i colori. E il pubblico è quello che ogni band vorrebbe sotto i propri palchi: bello, grato, completamente coinvolto.
Ci sono state anche due cover: L’ultima festa di Cosmo all’interno di Forse Italia ed una carichissima Boys and girls dei Blur. Il concerto si è concluso con le note morbide di Vero, a ricordarci con un gioco di parole, che quella sera non è stato solo un sogno tra gli alberi e le stelle, ma qualcosa di più, reale. Il sogno è ripeterlo ancora.
La notte prosegue con il dj set di Michele Marchetti (nelle vesti singole di Stra), salutando il sabato ed abbracciando la domenica, l’ultimo giorno del festival.
Domenica il Musica distesa ha creato il sapore della bellezza, con il pranzo e con il Wine Lab a cura di Porthos, e poi la riflessione con la mostra Terre in Moto. Ma non c’è Musica Distesa senza, appunto, la musica: dal primo pomeriggio il giovane Andrea Nabel ha trovato il suo microfono a due passi dalla piscina, mentre Vincent Butter e Old Fashioned Lover Boy sul palco principale.
Vincent Butter non è uno, ma un duo, una coppia, formata da Paola Mirabella e Andrea Pulcini (Persian Pelican). Nato come un delicato progetto folk, al festival ha offerto in anteprima accenni di quello che sarà il futuro del duo. Le canzoni che faranno parte del prossimo disco sono cantate in italiano, molto solari e giocose, di base folk ma con colori sudamericani e calypso. C’è una splendida magia e sincerità in questi brani, e l’esibizione è stata una delle cose più piacevoli del Musica Distesa.
Dopo di loro il palco è stato lasciato a Old Fashioned Lover Boy e la sua band. Il folk-pop dell’artista napoletano (trasferitosi a Milano) stupisce per la sua solidità. Brani impeccabili, ben suonati, un canto inglese perfetto che non tradisce le origini. I brani sanno essere molto intimi e soffusi, ma anche energici e divertenti. La presenza della band consente a Old Fashioned Lover Boy di spaziare in queste dimensioni offrendo un live completo e di grande effetto, riuscendo a coinvolgere il pubblico sorridente.
Il Musica Distesa si è concluso con un’esibizione particolare e divertente: un live cooking presentato da Don Pasta (cuoco, scrittore, dj, che già aveva partecipato nella precedente edizione del festival). Il titolo della performance culinaria è PunKitchen: come rendere “punk” una panzanella e una pasta al pomodoro. Tra risate a crepapelle e ricchi assaggi dei buonissimi piatti, le ombre si allungano nella valle e sulla ottava edizione di questo festival speciale arriva il rosso tramonto.
Ancora una volta il Musica Distesa ha creato qualcosa di unico e necessario, grazie alla bontà degli intenti e ad una organizzazione scrupolosa ed appassionata. Al Musica Distesa c’è tutto ciò di cui una persona dovrebbe avere bisogno, ed è per questo che riesce a raccogliere pubblico da tutta Italia; per caso poi ci si incontra lì, amici provenienti da Bologna, Napoli, Milano, e perfino oltre confine… Musica Distesa accomuna i simili, ed anche per questo non ci resta altro che dire “grazie”.
Lunga vita al Musica Distesa. Noi ci saremo sempre. (Foto e Aftermovie di Claudio Del Monte)

Aftermovie ufficiale di Musica Distesa 2017

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