Guardiamoci allo specchio. Siamo sinceri con noi stessi. E’ impossibile controllare i nostri demoni interiori. Per noi che siamo nati nel deserto, per noi che camminiamo ogni giorno nell’insidia della sabbie mobili della verità, non dobbiamo aver paura di mettere il piede in fallo. Dobbiamo solo accettare la danza folle del male. Trovare il nostro equilibrio da animali addomesticati. Lo stoner sporcato di swing, l’hard-rock intinto di funky ci raccontano questa maledizione e ci ricordano il “Roll” che mancava da tempo nel rock. Il rock deve essere riff e groove per vestirsi di quotidiano. Non si tratta di piacere o prostituirsi al mercato, si tratta di non perdere l’immediatezza del messaggio. Josh Homme incontra Mark Ronson, il produttore di Lady Gaga e Amy Winehouse, e diventa il diabolico Elvis di oggi. Feet Don’t Fail Me è l’intro più lunga di sempre che alza il sipario su questa macabra pantomima della nostra vita. Senza direzione, iniziamo a ballare guidati dalle ritmiche sghembe di chitarre abrasive ed ipnotiche in brani come The Way You Used To Do, Domesticated Animals e Head Like A Haunted House. Non esiste nessun luogo sicuro, nessuna Fortress che ci protegga dal male, nessuna maschera che indossammo da giovani. In Un-Reborn Again e Hideaway riaffiora il sound di Post pop depression, forgiato per il ritorno di Iggy Pop, quel suono circolare che è melodicamente sporco, infetto di attitudine punk mista al pop. I Led Zeppelin rivivono nelle chitarre fuzzy di The Evil Has Landed. Il settimo album dei Queens of the Stone age giunge alla fine con Villains of Circumstance, una magica ballata notturna che si apre a squarci di incantevole melodia negli incisi, ricordandoci che tutti siamo allo stesso tempo vittime e cattivi in balia delle circostanze e che forse alla fine saremo anche noi come i protagonisti del film A History of Violence di David Cronenberg. Villains è un disco in piena coerenza con la mutazione intrapresa dai Queens of the Stone Age già da …Like clockwork e dall’esperienza con Iggy Pop. Un rock che non ha paura di ricalcare stilemi del genere, strizzando l’occhio alla melodia e alla ballabilità in nome della ricerca di nuove strade di sopravvivenza e modernità. La cover art del celebre illustratore inglese Boneface aggiunge valore questo disco. Josh Homme è come un buon vino, migliora invecchiando.
Credits
Label: Matador – 2017
Line-up: Josh Homme (vocals, guitar, slide guitar) – Troy Van Leeuwen (guitar, backing vocals, Moog synthesizer) – Dean Fertita (keyboards, guitar, backing vocals, piano) – Michael Shuman (bass, backing vocals, cymbals).
Tracklist:
01 Feet Don’t Fail Me
02 The Way You Used to Do
03 Domesticated Animals
04 Fortress
05 Head Like a Haunted House
06 Un-Reborn Again
07 Hideaway
08 The Evil Has Landed
09 Villains of Circumstance
Link: Sito ufficiale