Un suono, una luce. Un disco, mille riflessi. La luce si deforma, scintilla, riflette sull’acqua increspata insieme al sole. La pioggia, il viaggio, la condivisione, l’appartenenza, la sincerità, e l’acqua che scorre con noi. I Giulia’s Mother, giovane duo piemontese, ci accompagnano nel loro viaggio che li ha portati a percorrere il fiume più lungo d’Italia dal Monferrato fino all’Adriatico a bordo di una zattera autocostruita. Un viaggio incredibile, alla scoperta dell’importanza di Here, della scelta del proprio “essere qui”, del passato che lo ha costruito e del futuro che sta costruendo. Si canta del tempo che scorre incessantemente proprio come quel fiume che anche una volta giunto nel mare cambia forma ma non si ferma.
Undici tracce ben amalgamate, con un’identità precisa, in crescita rispetto al precedente Truth. Un continuo fondersi di armonie della chitarra con una ritmica precisa e mai invadente intorno ad una voce tanto unica quanto imperfetta, nel senso più buono, in continua ricerca di nuovi colori con cui vestire sonorità folk, rock, echi grunge per una estetica che non disdegna il pop più sofisticato.
Nei Giulia’s Mother c’è talento in quantità e genuinità sorprendente. Per quanto a volte l’orecchio si diverta a trovare riferimenti (distantissimi uno dall’altro: Bon Iver, Beatles, Marta sui tubi, Sigur Rós, per esempio) la sensazione predominante è che il duo piemontese non voglia assomigliare a nessuno, e di fatto ci riesce benissimo senza cadere nel tranello del citazionismo o dell’emulazione.
Here, primo brano del disco, si apre su un’orecchiabile intro prima di mutare completamente registro fino alla potenza conclusiva. Event horizon dondola mescolando il torbido nascosto in ognuno di noi, e lo fa con una potenza rara e preziosa. Everything we need è una dolce ballata, fresca, solare, consapevole, perfetta. Past è un tetris di emozioni, rincorse e fatiche che esplodono in un finale concitato e coinvolgente. Memory, We are free, Consciounsness sono inni alla libertà assoluta perfettamente realizzata nelle maestose aperture e crescendo musicali. Orion saltella serena per poi scoprirsi schizofrenica, irruenta, istintiva, inaspettata, mentre Closeness ha le sembianze di un leggero fiore ammaccato. Il decimo brano, Who are you, è strumentale. Le voci si incastrano in echi dietro ad un puzzle di note spezzate e ricucite con un affascinante filo psichedelico. Ultimo brano della tracklist: Oltre. La sorpresa è l’uso della lingua italiana, ma non solo. Ciò che stupisce maggiormente è l’impressione di ascoltare una canzone fuori dal tempo. I brividi ne sono i migliori indicatori. Una delicatissima ghost track impreziosisce la conclusione di questo disco: una semplice e breve ballata, a ripulire il palato come un bicchiere di buon vino a fine pasto.
L’età di Andrea Baileni (chitarre e voce) e Marco Fasciano (batteria) è l’unico limite di questo duo. Il tempo sarà maestro per loro e donerà ad essi l’esperienza per affinare i dettagli, mettere a fuoco nel modo migliore, stagliare le luci e le ombre, ridefinire i contorni, scattare la foto perfetta delle loro bellissime idee musicali.
Credits
Label: INRI – 2017
Line-up: Andrea Baileni – Marco Fasciano
Tracklist:
- Here
- Event horizon
- Everything we need
- Past
- Memory
- We are free
- Consciousness
- Orion
- Closeness
- Who are you?
- Oltre
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