Estragon è un nome che non necessita di presentazioni: da 25 anni organizza concerti e ravviva la vita culturale della città di Bologna. Non solo un luogo, ma molto di più. Un nome, delle persone, ma soprattutto tante emozioni. Sono certo che buona parte dei lettori di LostHighways abbia un ricordo magnifico legato a questa longeva (ma sempre giovane) realtà bolognese.
In occasione del venticinquesimo anniversario Estragon ha deciso di festeggiare con due eventi: Anteprima Estragon Days (7-8 Dicembre 2017) e Estragon Days (20-21 Aprile 2018). Per unirci ai festeggiamenti abbiamo intervistato Katia Giampaolo, una delle anime di Estragon, per farci raccontare il suo lavoro, il suo punto di vista sul mondo della musica, e farvi scoprire l’entusiasmo che deflagra in ogni sua parola ed azione.
Katia, tu sei una delle anime dell’Estragon. Da quanto tempo lavori per questa realtà, che ruolo svolgi e come hai iniziato?
Da 21 dei 25 anni che festeggiamo! Un’infinità, se ci penso. Oggi sono Co-Direttore del Club.
Nel 1996, quando ho cominciato, in qualità di responsabile del personale per il bar, avevo già bene in mente quello che avrei voluto fare da grande. Ho sempre amato la musica live, ed infatti ad Estragon ci sono finita per assistere ad un concerto. Quello dei Modena & City Ramblers featuring Paolo Rossi. Da quel giorno in poi è diventata la mia casa, la mia famiglia, la mia identità che con orgoglio, oggi, ho la fortuna di rappresentare. Ovunque vada, anche in giro per il mondo, laddove si presenti l’occasione, per un panel o una conferenza. Estragon è sempre stata una realtà dinamica, pervasa da un entusiasmante spirito corporativo. “Tutti aiutano tutti a far tutto”, così spesso si aprono nuove frontiere professionali e ci si scopre “tagliati su misura” per qualcosa che nemmeno si potesse prima immaginare. È successo tante volte. Anche io mi sono messa in gioco, ho scommesso sulla produzione dei concerti, trovando immediatamente conforto in una nuova dimensione, che subito mi ha appassionato, nonché nel tempo, pienamente gratificato. Lavorare come agente di booking è stato poi un processo di specializzazione professionale successivo,quasi naturale. Per sei anni ho maturato le mie competenze in Italia, (estendendole ulteriormente al management) fino a quando ho realizzato quanto i confini fossero soltanto un marginale limite strutturale. Allora perché non provare a superarli? Così è stato. Un susseguirsi di occasioni ed opportunità che mi hanno fatto crescere tantissimo. Coi JoyCut (band di cui sin dagli esordi curo il management) ho fatto il giro del mondo. Faccio il mio lavoro con grande passione, dedizione e lealtà, con l’obiettivo assoluto di costruire sempre una team affiatato. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Quando si lavora in questo settore non c’è spazio per nessuna forma di orgoglio individuale!
Nel 2017 Estragon compie 25 anni di attività. Un locale storico, ma non solo un “luogo”. In questi 25 anni quali sono state le evoluzioni marchiate Estragon?
Credo che Estragon sia diventato negli anni un simbolo della città, la programmazione internazionale che ci caratterizza fa arrivare a Bologna un pubblico sempre nuovo, sempre esigente, esperto, appassionato. Oggi più che mai, da ogni dove, non più soltanto dal vecchio continente. Estragon è oramai un brand. Un’astronave sempre alla ricerca di nuovi pianeti da esplorare Estragon, Officina Estragon, Estragon Club, Estragon Lab, Estragon Days. Siamo stati Osteria Estragon, Estragon Shop… Continuiamo a declinarci nelle specificità che ci affascinano, mettendoci sempre il tocco che ci contraddistingue: sogno, follia, forza, amore per questa città. Siamo una realtà fra le più conosciute sul territorio. Quando mi presento sono semplicemente io, quando mi chiedono che lavoro faccio? Viene fuori che rappresento Estragon. In quel momento scorgo occhi che si illuminano compiaciuti. Riconoscono finalmente al di là del marchio così forte, la natura delle persone che ne manifestano il valore. È un atto che riconduce ad una tangibilità ripagata da tanta riconoscenza ed ammirazione.
Qual è il ricordo personale legato ad Estragon che conservi con più emozione?
Caspita, che domandona! Sicuramente la produzione di Estragon in Arena Parco Nord per il concerto dei Radiohead, mia band preferita da sempre. Un lavoro durato un anno, un anno tribolato per tutti, per il terremoto a Mirandola che ancora sentiamo in maniera molto forte, per il palco crollato in Canada che ha ulteriormente scosso l’energia della band in quel momento, per la gioia di quell’esperienza, per la crescita professionale che ho avuto confrontandomi con figure super professionali.
Anche il primo Tour degli Editors in Italia non è stato da meno. Tappa del 2007. Fra la felicità di ospitarli in quello stato di forma irripetibile, nella formazione più forte che mai, ed avere i JoyCut in apertura nelle date italiane, ricordo di avere avuto il cuore colmo di gioia! Va aggiunto che proprio nel corso di quel tour ho avuto la fortuna di conoscere anche The Boxer Rebellion, band che ho poi continuato a seguire.
Se vado più a ritroso invece penso al concerto di Damien Rice quando Estragon era ancora in Via Calzoni, o gli Incubus, i Lambchop, i Low, i Gomez, The Radio Dept. Mi emoziono al solo ricordo!
Per i 25 anni di Estragon si festeggerà in due tempi: anteprima Estragon Days 7-8 Dicembre 2017 in collaborazione con Europavox, e la vera e propria festa 20-21 Aprile 2018. Partiamo dalla prima: cosa è Europavox e com’è nata la collaborazione?
Francois Audigier, visionario programmer per la Coopé, rinomata sala concerti francese, ha invitato qualche anno fa i colleghi italiani di Estragon Club a partecipare al Festival Europavox che si tiene ogni estate a Clermont-Ferrand. Raccolto l’invito in rappresentanza di Estragon, mi sono recata nella splendida regione dell’Auvergne. Tuffata, come mio solito, con tutta me stessa in questa esperienza, mi sono fin da subito sentita a casa, accolta meravigliosamente e perfettamente inserita in un contesto che avevo da sempre cercato e che in Italia avevo difficilmente trovato fino a quel momento. Era il 2010. Ci sono tornata ogni stagione. Abbiamo lavorato duro da allora, con loro e con tutti gli altri colleghi europei, fino al compimento dello statuto comune che è diventato il “media” Europavox. Un progetto Co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea. Nel 2016 unico nel suo genere su 125 application globali. È un progetto ambizioso: vuole dare valore e “voce” alla diversità musicale. Sette partner, professionisti di settore d’eccellenza, una unica piattaforma identitaria: www.europavox.com; altrettanti Festival per i 7 Paesi partner; programmi di Scouting, Coaching ed Exporting. Alcune delle band del circuito, fra cui molte provenienti dalla nostra Bologna, le potrete ascoltare durante il Festival Europavox Bologna Anteprima Estragon Days, i prossimi 7 ed 8 Dicembre.
Invece come si svilupperanno gli Estragon Days di Aprile? Qualche anticipazione?
L’Anticipazione, da moltiplicare per 10 volte, è tutta da pregustare durante questa imperdibile “anteprima”, vi aspettiamo tutti!
Come vedi la situazione della musica dal vivo in Italia e la differenza con l’estero?
La musica in Italia sta vivendo un momento di grazia. Ci sono tantissime realtà (interessanti o meno) che si stanno facendo largo. Occupando l’oramai linea Maginot fra indie e mainstream.
Di conseguenza per questi a beneficiarne è soprattutto l’attività live, che registra, oggi, per la prima volta dai tempi dei Tora-Tora, una significativa crescita, per i più capaci dei quali, in percentuali esponenziali. Al di fuori dei nostri confini, finalmente, progetti credibilissimi e di stampo internazionale cominciano a consolidarsi concretamente. Aprendo partnership, finalizzando contratti, conseguendo riconoscimenti professionali, globali, dirittamente con, per e su territori e mercati inimmaginabili fino a ieri. Poi, come in ogni “micro e macro clima” che sia, ci sono virus, eccezioni, stravolgimenti, strategie di sopravvivenza, piccole rivoluzioni messianiche che durano un batter di ciglia e che occupano, per una singola occasione social-mediatica, uno spazio destinato a sfamare la fitta catena alimentare intorno. Ne prendi atto, e se hai davvero a cuore lo stato dell’arte del tuo sistema, ti concedi all’ascolto, ed al di là del giudizio personale, devi poi interrogarti sulla reale natura di certe operazioni. Alcune delle quali, davvero prive di passione, progettualità, contenuti, visione, si presentano, ad una attenta analisi, davvero per quello che sono. Non è facile riconoscere i falsi positivi. Nell’area live dei festival e degli showcase festival internazionali la dimensione è ancora (per poco?) diversa. Piani di offerta costruiti nel corso di decenni. Il pubblico è curioso, (probabilmente lo è divenuto), perché lo si mette nelle condizioni di esserlo, la musica non è mai sottofondo, è contenuto, frutto di scouting responsabile e non sempre di solo placet fra agenzie. Il risultato è che c’è attiva partecipazione verso ogni tipo di proposta, anche se non conosciuta, ci si fida di chi offre, di chi seleziona, di chi permette di vivere esperienze di ascolto e scoperta decisive. Non per forza playlist di Spotify o cartelloni pubblicitari. C’è un’attenzione mirata. Qui siamo ancora “oggetto” e non “soggetto”; chi pianifica è ancora legato al compassato “ciclo virtuoso” dei circuiti: trasformazioni radicali, dall’inglese si deve passare all’italiano, i passaggi radio sono necessari, le campagna promo sempre attive, pop è meglio, se un disco è appena uscito per tre mesi riesci a reggerlo, se è uscito un anno prima è finito, fai fatica a trovare spazio.
Per una città come Bologna, quanto è importante la musica? Come sogni la tua città?
Bologna è musica di per sé, per tradizione, per cultura, per identità. Non a caso è stata dichiarata dall’UNESCO Città Creativa per la Musica. Abbiamo spazi meravigliosi ed artisti che partiti da qui sono diventati modelli canonici di riferimento assoluto, non solo nella musica contemporanea, ed al di là degli dei come Lucio Dalla, la musica italiana è in continuo debito con i bolognesi. Da Cremonini a Carboni, al nostro Gianni Nazionale! La scena alternativa, come anticipato più volte, è molto forte, oserei dire sanissima: His Clancyness, A Toys Orchestra, Altre di B, Giungla, JoyCut, Massimo Volume, solo per citare quelli che, nonostante tutto ed al di là dei cambi di nome o formazione, resistono a testa alta dall’era di Myspace, offrendo sempre una qualità impeccabile.
Sogno una città cosmopolita. E mi riferisco alla reciprocità. All’accoglienza (non solo per i turisti). Al servizio. Non solo all’offerta (gastronomica). Sogno Bologna che ritorni a fare ed essere Bologna. La musica come sempre, è chiamata al più arduo compito, quello del “mettere insieme”, coniugare le diversità, invitare alla riflessione. In questo scenario mi piacerebbe che tutte le nostre realtà collaborassero di più e costantemente, non solo quando c’è da dare un calcio al pallone sul rettangolo verde per Tutto Molto Bello (ad ogni modo, fra le più geniali kermesse, nazionali).
Anteprima Estragon Days
EUROPAVOX BOLOGNA
Giovedì 7 Dicembre h 20 @ Estragon Club
Ingresso € 13 +d.p.
Ex-Otago (Italy)
Golan (Romania)
Kiol (Italy)
Venerdì 8 Dicembre h 17 @ Teatro Comunale di Bologna
Ingresso € 10 +d.p.
Selton (Italy)
Sekuoia (Denmark)
Zulu Zulu (Spain)
5K HD (Austria)
Noiserv (Portugal)
Julie’s Haircut (Italy)
Dan Owen (United Kingdom)
Albert Af Ekenstam (Sweden)
Super Besse (Belarus)
Bruno Belissimo (Italy)
After Marianne (France)