Questa serata i napoletani la ricorderanno per molto tempo. Perchè? Perchè non capita tutti i giorni di vedere un teatro pieno per un concerto di una band di rock alternativo americano nella città partenopea. Ma con il progetto SYNTH tali imprese sono possibili, visto lo stesso esito del concerto di Apparat nella stessa affascinante location del teatro Bellini qualche tempo fa. Partita nel 2015, SYNTH è diventata una realtà vincente, l’idea di una rassegna itinerante di arti digitali, che prevede vari appuntamenti nella città di Napoli, in location uniche, con il fine di organizzare eventi multidisciplinari, incentrati sull’uso delle nuove tecnolgie in campo artistico, è risultata azzeccatissima in termini di risposta di pubblico. Veniamo al concerto del trio newyorkese. E’ stato semplicemente un tripudio di emozioni. Ascoltare la voce sensuale di Kazu Makino, da sirena ammaliante, espandersi tra i palchi e la platea del teatro è stata un’esperienza folgorante per l’anima, una sorta di urto benefico, che ha raggiunto la sua massima forza in For the Damaged. Una band in forma, una grande attitudine live da vendere. I gemelli italo-americani Pace sono stati impeccabili nelle loro alchimie ritmico-sintetiche, da un lato gli arpeggi a tratti sincopati della chitarra elettrica di Amedeo e dall’altra le ritmiche di batteria elettro-pop con sfumature jazzy di Simone. La setlist può essere considerata come un mini viaggio nei 25 anni di carriera, protagonisti su tutti i quattro magnifici brani dell’ultimo EP 3 O’Clock. Il sound della serata ha messo in evidenza la nuova direzione artistica, di carattere “chamber-noise-pop”, chiave di lettura della rielaborazione dei brani di repertorio. Si è partiti dagli anni novanta, dal periodo più noise-rock con Bipolar (Fake Can Be Just as Good) e Falling Man (Misery is a butterfly). Quindi si è passati alla fase shoegazing dei Blonde Redhead con 23, dove Kazu si è cimentata in una danza sensuale ricordando le eroine disegnate dal suo conterraneo Leiji Matsumoto (autore di Interstella 5555 e fra l’altro di serie animate quali Capitan Harlock e Galaxy Express 999). Poi da For the Damaged alla recente Give Give, passando per Elephant Woman, Doll Is Mine e 3 O’Clock, un’altalena tra le voci di Kazu e di Amedeo, quasi a creare un continuo dialogo uomo-donna, di anime sospese nel labirinto dell’amore e dell’esistenza. C’è stato spazio per le splendide Dr. Strangeluv e Silently (23). Il concerto si è concluso con Equus (Misery is A butterfly), dove, dopo l’unica incertezza iniziale di Kazu, si è giunti ad un incredibile e toccante perfomance finale. Questa serata non si dimenticherà facilmente perchè testimonia che eventi di questo tipo funzionano ancora a Napoli. Non c’è bisogno solo di grandi nomi, i promoter partenopei devono capire bene le esigenze del pubblico a cui si rivolgono. Anche da queste serate passa l’internazionalizzazione turistica di Napoli, questo è un messaggio agli assessori del comune di Napoli. (Si ringraziano Cesare Settimo di SYNTH e Luigi Maffettone per il reportage fotografico)
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