A distanza di oltre tre anni dall’ultimo disco, l’ep Beatitude, e di quasi cinque anni dall’album Vivid, torna Beatrice Antolini. L’autrice e polistrumentista maceratese si ripresenta al pubblico della scena indipendente con un album di nove tracce per poco più di 30 minuti di musica.
Troppo poco dopo tutto questo tempo? Assolutamente no, perchè la qualità di L’AB è davvero notevole ed appagante. L’ascolto di questo album, per tutto il suo tempo di riproduzione senza alcuna eccezione, riesce a coinvolgere l’ascoltatore con continui cambi di atmosfere pur mantenendo uno stile che rende inconfondibile il tocco dell’Antolini. La formidabile determinazione artistica, che la porta a scrivere tutte le musiche e suonare in autonomia tutti gli strumenti registrati, non appare sfacciata e presuntuosa: Beatrice Antolini oggi ha assolutamente le capacità per farlo e i nove brani del disco lo dimostrano pienamente.
Dettagli sonori curatissimi e intuizioni musicali ben congegniate fanno sì che L’AB suoni come il risultato organico del lavoro di una band, mentre invece si tratta del risultato di una magnifica lotta interiore tra le mille anime dell’autrice, il tutto guidato dalla volontà di non voler assomigliare a nessuno.
Mentre i testi dei brani possono essere ricondotti ad un’idea di concept album (il tema principale è la deriva umana ai tempi dei social, del vuoto comunicativo e dell’insoddisfazione cronica della quale tutti siamo più o meno affetti) la musica si distende su un panorama caratterizzato da chiaroscuri. I suoni elettronici di natura digitale in alcuni brani enfatizzano i temi trattati nei testi; le esplosioni strumentali descrivono la rabbiosa reazione umana e talvolta l’abisso della resa.
L’AB si apre con delle stilettate metalliche ripetute anche con la voce per poi avvolgere il tutto in un clima psichedelico fatto di cori e note di piano (Insilence). Forget to be incalza il ritmo. Second life è una voce delicata che echeggia nel vuoto digitale. Beatrice Antolini sa essere però anche delicatissima (Subba) camminando in punta di piedi su un tappeto elettronico, ma anche energica (Until I became) e suadente e graffiante (Total blank). L’inizio di What you want, giocoso teatro burtoniano dalle tinte dark, avanza in una splendida progressione senza confine tra rock, psichedelia ed elettronica: uno dei momenti più esaltanti di tutto il disco. I’m feeling lonely suona in modo corale districandosi tra una fitta nebbia interiore mentre la conclusiva Beautiful nothing è perfetta nel suo semplice alternarsi di strofa e ritornello, tanto desolante quanto ammaliante.
L’AB ha una forza micidiale: intrappola l’ascoltatore con i suoi mille lucenti tentacoli. Cosa aspettiamo ad esportare questo splendido “made in Italy”?
Credits
Label: La Tempesta Dischi – 2018
Line-up: Beatrice Antolini (piano, synth, chitarre, basso, batteria, percussioni, voce, programmazione, arrangiamenti)
Tracklist:
- Insilence
- Forget to be
- Second life
- Subba
- Until I became
- Total blank
- What you want
- I’m feeling lonely
- Beautiful nothing
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