In Italia, in particoalre alla RAI, eranno anni che non si vedeva un programma televisivo come Ossigeno, che vede alla conduzione Manuel Agnelli. Il leader degli Afterhours per l’occasione è anche autore insieme a Paolo Biamonte, Massimo Martelli, Sergio Rubino. La direzione musicale è di un altro membro della storica band milanese: Rodrigo D’Erasmo. La regia è affidata a Gaetano Morbioli e la direzione della fotografia è di Massimo Pascucci. Ossigeno mette in scena la contaminazione tra il talk e la performance, da una parte l’approfondimento della figura dell’artista attraverso la formula dell’intervista informale e dall’altra le esibizioni inedite, delle vere jam session. Per riuscire in quest’impresa in chiave originale ci vuole un intrattenitore di grande cultura e di grande spessore artistico, capace di essere un grande musicista e un grande fruitore d’arte a 360 gradi, mostrandosi senza pelle, senza orpelli mediatici, come un vecchio amico che incontri davanti al bancone di un bar e con il quale commenti l’ultimo disco di… o quel grande film di… o quel fantastico libro di… che hai scoperto anni fa e che ti ha dato tanto. Questa è la vera condivisione sociale, altro che Facebook e Twitter. Manuel Agnelli è riuscito in questa sfida. In meno di un’ora tocca tutte le arti principali dell’età moderna chiamando in causa gli “outsiders” e tenendoli insieme con il filo conduttore della musica. Chi sono gli outsiders? Sono coloro che operando in campo artistico al di fuori di ogni scuola o movimento, raggiungendo l’attenzione di critica e pubblico, magari diventano anche “seminali”. Per il cinema Agnelli sceglie Michael Cimino mentre scorre Cavatina di John Williams, colonna sonora del film il Cacciatore, aprendo così lo spazio a Claudio Santamaria, protagonista dell’acclamato Lo chiamavano Jeeg Robot. L’incontro tra i due mette in piena connessione parole e musica, così come chiede il dictat del programma, arrivando ad un punto altissimo con Gouge Away dei Pixies. Per la musica sceglie Joan Wasser, nota come Joan as Police Woman, una vera icona della musica alternativa statunitense che permette il richiamo ad una delle voci più intense e emozionanti del rock: Jeff Buckley. Ospite di gran livello anche Ghemon, il rapper più sui generis del nostro Paese che si lascia portare in un confronto molto importante sul tema della depressione. Per la letteratura sceglie Paolo Giordano, l’autore del libro La solitudine dei numeri primi: la riflessione abbraccia il tema della giovinezza e del consumo bulimico che ne ha la nostra società. Gli ospiti sono tutti artisti che hanno rischiato ed hanno creato qualcosa di diverso nell’ambito artistico in cui si sono mossi. Alla massa vanno dati spunti di riflessione, di esplorazione, la vera arte non è banalmente intrattenimento fine a se stesso. Vi invitiamo a partecipare a questo bellissimo viaggio in cinque puntate in onda il giovedì su Rai Tre in seconda serata (alle 23.00 circa). Non mancate!
(In collaborazione con Amalia Dell’Osso)
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