Alberto Bianco è uno dei migliori cantautori del momento, e con il suo quarto disco (intitolato appositamente Quattro) conferma le aspettative anche se il giudizio complessivo e sincero su questo lavoro non può trincerarsi nel buonismo. In pochissime parole un commento efficace potrebbe essere: “ci sa davvero fare, ma deve ancora prendere la sua strada”. Proviamo ad argomentare.
Quattro è un bel disco di canzoni, scritte così tanto bene che basta un ascolto per far sì che restino tutte nella testa. Musicalmente è articolato nei generi e nelle sfumature, con alcune raffinatezze sonore che da un disco pop non ti aspetti. I testi sono efficaci, perfetti nella metrica, ma non tutti rispondono completamente alle aspettative ed alle alte possibilità dell’autore. All’interno di Quattro vive una lieve bipolarità: alcune canzoni sono molto mature, apprezzabili da un pubblico adulto, altre invece, per le situazioni raccontate e per l’esposizione (testo/musica), sono più adolescenziali. Questa dualità mette un po’ in crisi l’ascoltatore (a dire il vero, forse solo quello adulto). La cartina tornasole di questo ragionamento è racchiusa proprio nel ritrmo saltellante di Felice, brano nel quale Bianco ci racconta di un ragazzo che diventa grande e che “non può più esagerare”: il passaggio da un’adolescenza sempre più prolungata ad una maturità che fa spavento. Per quanto siano tutti piacevoli, i brani “che rimarranno” sono quelli più intimi. “In un attimo passerà tutto, le crisi servono a pensare / la soluzione è camminare” ci canta Bianco su un fondo musicale nel quale il basso emerge dettando il passo. Fiat è tra gli episodi più introspettivi, cantato quasi sottovoce, con un intreccio di seconde voci e cori, suoni psichedelici sul finale ed un basso sempre ben delineato in primissimo piano accanto alla voce. Filastrocca sui tetti di Ortigia è una balla ta solare, delicata e ondeggiante, semplice ma non banale.Poi ci sono 30 40 50, In un attimo, La persona innamorata, Ultimo chilometro, Punk rock con le ali, Tutti gli uomini, Padre: brani orecchiabilissimi, ideali per i live e il canto del pubblico in coro, i salti sotto palco dei più giovani, le scritte sui diari di scuola.Poi c’è Organo amante, un brano capolavoro che mostra chiaramente perchè Niccolò Fabi abbia voluto proprio Bianco e la sua band con sé in tour. Testo affascinante che si dispiega su una musica altrettanto ammaliante. Un lunghissimo finale (che ad ogni ascolto vorrei non finisse mai), con un crescendo strumentale che lascia letteralmente senza fiato e scatena il brivido sotto pelle che pervade tutto il corpo.
“Ora che sono grande, rimango per ore in silenzio annafiando un giardino di note, liberando quell’adolescente, tifando per lui.” Tifare per l’adolescente è diverso dal vestirne i panni, e riconoscendo questa consapevolezza racchiusa nell’ultimo brano di Quattro siamo certi che Bianco saprà percorrere sempre meglio la sua strada di assoluta maturità, portando la sua opera a livelli molto alti.
Credits
Label: INRI / METRATRON – 2018
Line-up: Alberto Bianco – Filippo Cornaglia – Damir Nefat – Matteo Giai – Marco Benz Gentile; ospiti: Marco Pakko Catania, Alessio Sanfilippo, Ale Bavo, Roberto Angelini
Tracklist:
- 30 40 50
- Felice
- In un attimo
- Fiat
- La persona innamorata
- Ultimo chilometro
- Punk rock con le ali
- Tutti gli uomini
- Filastrocca
- Padre
- Organo amante
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