Immaginate di essere sulla punta dell’Everest, di toccare il cielo con un dito e poi cadere giù, finendo in una botola che vi porta dritti nelle viscere dell’Infermo. Ci siete riusciti? Ecco, quella dev’essere stata la sensazione che ha provato Mike Shinoda quel maledetto 20 luglio del 2017.
Era il leader di una band di successo mondiale, ruolo condiviso con uno dei suoi migliori amici e, in un attimo, si è tutto sgretolato. Una botta tremenda, un durissimo colpo per chiunque, di quelli che ti tolgono il fiato, impedendoti di fare qualsiasi cosa, persino uscire da casa con i tuoi figli.
Una caduta dalla quale è difficile rialzarsi, perché il dolore ti schiaccia a terra, ma se hai un dono, quello di saper convertire la sofferenza in musica, questo ti viene incontro e così capita che, nel giro di un anno, ti ritrovi su un palco, a festeggiare il fatto di essere vivo, a rivendicare il diritto a essere felice.
Mike Shinoda si è rialzato, dando alle stampe un album solista, Post Traumatic, che affronta il dolore, la perdita e ci dona un motivo per sconfiggerli.
Dal palco del Milano Rock, Shinoda ha regalato non solo un’ora di ottima musica, suonata con il cuore e con l’anima, ma anche una lezione di vita. Col sorriso stampato sulle labbra, ci ha mostrato un artista, un uomo che è riuscito ad andare oltre il dolore, oltre le polemiche, oltre tutto per salire su un palco e mostrarci la sua voglia di fare musica, di diversi senza mai dimenticare.