Tre anni di gestazione. Tre anni di viaggio per ritornare a casa. Per ritornare alle proprie radici. Ritornare a sperimentare con lo strumento più semplice ma più ricco di sfumature, per descrivere l’anima errante: la voce in lingua madre napoletana. Enea degli EPO riesce a muoversi in un equilibrio impossibile tra le atmosfere post-rock di band come i Sigur Rós e Mogwai e quelle alternative-pop di certi Elbow, con un’attitudine cantautorale tra il primo Pino Daniele ed i contemporanei Patrick Watson e Father John Misty. I mille dettagli del sound di Enea sono di stampo internazionale anche grazie a tre ingrendienti scelti ad hoc: gli archi di Rodrigo D’Erasmo, i fiati di Roy Paci e la magistrale produzione artistica di Daniele “Ilmafio” Tortora. Questi tre ingredienti si sposano alla perfezione con le chitarre nordiche ed oniriche di Michele De Finis e con la voce multicolor di Ciro Tuzzi (una delle più intense voci napoletane contemporanee). Ogni brano è uno scrigno di sorprese come un’ennesima tappa del viaggio che fu di Enea. Come l’eroe troiano fuggì dalla madre patria per ricominciare una nuova vita in una nuova terra, le canzoni degli EPO parlano di un viaggio interiore che traghetta l’anima di un ipotetico protagonista da una vita precedente ad una nuova, attraversando i ricordi, i dolori del passato inseguendo la bellezza fuggente dell’eterna prima volta. La scrittura di Ciro Tuzzi è densa e piena di immagini uniche che sfruttano al massimo le potenzialità della lingua napoletana. Tra gli undici brani ci sono momenti indimenticabili che sarebbero perfetti per una colonna sonora di un altro film di Massimo Troisi sull’eterno “calesse” dell’amore. Le code strumentali di alcuni brani sono esse stesse un tramonto sul golfo di Napoli, quel contrasto agro-dolce che solo un napoletano custodisce nel proprio cuore. ‘A primma vota, Addò staje tu, Nun ce guardammo arete, Dimmello mò, Sirene e Malammore, sono gioielli, sono specchi in cui ci guardi la città e la sua storia. In ogni disco precedente degli EPO c’è sempre stata almeno una canzone in lingua napoletana che lasciava l’attesa e la curiosità per un intero lavoro in dialetto. Con Enea arriva la prova in maniera birllante. Una scommessa direi stravinta. La copertina del disco di Patrizio Squeglia ha un qualcosa di epico e moderno allo stesso tempo che ben si accorda alle atmosfere del disco. Enea ha già vinto il premio Tenco per miglior disco in dialetto… e non solo.
Credits
Label: SoundFly – 2019
Line-up: Ciro Tuzzi (autore, voce e chitarra) – Michele De Finis (chitarra elettrica) – Jonathan Maurano (batteria) – Gabriele Lazzarotti (basso) – Mauro Rosati (piano e tastiere).
Tracklist:
01. Addò staje tu
02. ‘A primma vota
03. Nun ce guardammo arete
04. Dimmello mò
05. Luntano
06. Damme ‘na voce
07. Sirene
08. Auciello
09. Malammore
10. Ombra si’ tu
11. Appriesso ‘e stelle (CD bonus track)
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