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I migliori dischi stranieri del 2019

Anche per questo 2019 LostHighways ha stilato le sue classifiche.
Di seguito la classifica dei nostri venti migliori dischi stranieri!

20. Reward – Cate Le Bon

cate-le-bon-reward-album-cover-artworkAl quinto album in 10 anni e dopo l’accurata produzione di Why Hasn’t Everything Already Disappeared? dei Deerhunter, la gallese Cate Le Bon, superando l’indolenza indie e le contorsioni lunari del precedente Crab day (2016), firma un piccolo gioiello di minimalismo. Scritto in solitarie notti al piano, l’album si distende con placida linearità tra i Wings e Talking Heads.

19. Why Hasn’t Everything Already Disappeared? – Deerhunter

FINAL COVER DRAFT1L’ottavo album dei Deerhunter ha un approccio che guarda al passato senza nostalgia bensì per recuperare una dimensione ‘artigianale’ del far musica, della sperimentazione, anche nella scelta degli strumenti e delle soluzioni da adottare. Ecco allora che l’harpsichord di Death In Midsummer fa subito anni ’60 e psichedelia beatlesiana.

18. S/T – Ex:Re

Ex-Re-Album-Packshot-SMALLCome elaborare un lutto, processare la fine di un amore. Elena Tonra esilia momentaneamente dal progetto Daughter per regalarci un lungometraggio musicale delle immagini della sua storia d’amore andata male. Con molta onestà si spoglia interiormente, sotto l’effetto degli effluvi dell’alcol, declama racconti di incertezze e scricchioli di sentimenti con chitarre concentriche di molle memoria.

17. Gary Clark Jr. – This Land

gary-clark-jr-this-land-copertina-album-2019Con This Land, il suo terzo album in studio per una major, Clark ha maturato il suo songwriting allo stesso livello del suo modo di suonare. L’obiettivo è sempre lo stesso: miscelare analogico con il digitale. E ha molto a che fare con l’America nel 2019, dove divisione, frustrazione e rabbia ribollente possono essere declinati con la risonanza storica e la profondità emotiva del blues del funky e del soul.

16. Lost Girls – Bat For Lashes

BatForLashes - lost girlsSe avete amato la serie Stranger Things e ritenete cult film come I Goonies o Breakfast Club questo è il disco che fa per voi. A tre anni dal precedente The Bride (2016), infatti, Natasha Khan dedica un intero album agli anni ’80, citando esplicitamente Bananarama, Cyndi Lauper e Blue Nile, senza scordare le colonne sonore di un grande autore di musiche per il cinema come John Williams (Guerre Stellari, E.T.).

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