15. Altid Sammen – Efterklang
Gli Efterklang tornano dopo sette anni! Hanno sempre sperimentato, passando dall’elettronica e atmosfere più cupe e intimiste, al pop, al folk, a respiri orchestrali e barocchi. Questo quinto album sembra spogliarsi della moltitudine di intrecci sonori che li ha sempre contraddistinti, per alleggerirsi e tornare dritti all’essenza. La voglia di mettersi a nudo è nella scelta di cantare per la prima volta tutto il disco nella loro lingua madre, in danese. Un ricominciare dalle radici e allo stesso tempo un’ulteriore prova per Clausen che ricorre a nuove sfumature e vibrazioni per il proprio strumento, la voce.
14. Destroyer – Black Mountain
Miscuglio di fantascienza tecnologica e fantasy tradizionale a base di draghi, orchi ed elfi. È un po’ la chiave di lettura del quinto album della Montagna Nera canadese, guidata dall’estro lisergico di Stephen McBean, mezzo Tony Iommi mezzo Drugo de Il Grande Lebowski. Ne scaturiscono attacchi granitici come nel brano d’apertura, stemperati da una fluidità pop che discende dai primi Boston, tanto nei riff a catena quanto nel controcanto di Rachel Fannan. Colpi di scena senza fine tra Yes e Motorpsycho.
13. Kings Mouth – The Flaming Lips
The Flaming Lips rimangono maestri nel creare un irresistibile senso di pura meraviglia che richiede costante reazione emotiva dall’ascoltatore. Siamo davanti ad un concept album, in cui strumentali inebrianti e pepite pop-psichedeliche si intrecciano con archi rigonfi ad accompagnare una storia di filastrocche narrata da Mick Jones dei The Clash.
12. Gallipoli – Beirut
Non ci si aspetterebbe un disco del genere da un musicista nato a Santa Fe, Nex Mexico, nel 1986. Uno che ha scelto come ragione sociale della band di cui è il leader indiscusso il nome di una città lontanissima, che ha visitato per la prima volta solo nel 2014. Eppure, Zach Condon, giunge con Gallipoli al quinto album in 13 anni di attività dei suoi Beirut. Condon approda nel cuore del Mediterraneo tra gli gli ottoni di una banda di paese salentina e numerose tastiere vintage, a dare il colore più carico all’album. Sperimentare con la tradizione.
11. Juice B Crypts – Battles
Con il quarto album di studio i Battles, ormai ridotti a duo, provano a distruggere completamente le relazioni armoniche, come ha dichiarato lo stesso Ian Williams, forti di un cast di collaboratori di tutto rispetto. Sin dall’iniziale Ambulance, che introduce a un mondo futuristico in cui la musica classica passa attraverso i calcolatori come in Switched on Bach di Walter Carlos, per poi lanciarsi in una folle corsa di emergenza a sirene spiegate per un intervento nevrotico sulle nevrosi di domani (il bisticcio è voluto), come solo Fripp avrebbe potuto fare oggi