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I migliori dischi stranieri del 2019

10. Giants of all Sizes – Elbow

Giants-of-All-Sizes-elbow_Un album che in soli 38 minuti distilla liriche piene di disillusione e riflessioni politiche, dal “crimine indicibile” dell’incendio della Grenfell Tower alla Brexit… temi sempre cari alla band di Manchester. Perduto il batterista di una vita Richard Jupp durante le registrazioni del precendente disco Little Fictions, quei sostituvi loop di beat elettronici da soluzione forzata sono diventati un’ulteriore opportunità di diversificare il sound degli Elbow.

09. The Crucible – Motorpsycho

motorpsycho -cruc-1024x1024Sono trent’anni che la band norvegese sforna album a ritmo costante, malgrado occasionali cambi di formazione che non hanno intaccato la solida leadership del duo fondatore composto da Bent Sæther e Hans Magnus “Snah” Ryan. The Crucible, il crogiolo, è una sintesi efficace della loro carriera e dell’approccio individualista alla musica, intesa come personale ricerca sonora, fuori dal tempo, fuori dalle mode, dal consumo rapido, dalla superficie del caotico regno dei social. Un recipiente refrattario, capace di sopportare temperature elevate per plasmare la materia in oggetti preziosi, porcellane smaglianti, gioielli preziosi, ma anche forgiare armi affilate per mani possenti.

08. Lux prima – Karen O & Danger Mouse

KARENODANGERMOUSE_1500Danger Mouse, messi da parte i gridolini trendy degli Gnarls Barkley, ritrova le atmosfere di Rome, arrangiato assieme a Daniele Luppi, con le voci agli antipodi di Jack White e Norah Jones, il cui posto viene stavolta preso dalla cantante degli Yeah Yeah Yeahs, Karen O, puntando su una vocalità tutta femminile, dotata di un piglio acidulo più consono alla visione del musicista/produttore. L’album si presenta con una struttura da concept, introdotto e chiuso da due brani dal titolo in latino, l’alba e la notte, una sequenza inscindibile come le due parti di Shine on you crazy diamond. Sono proprio i Pink Floyd il riferimento più prossimo, in termini di visione musicale, assieme al cinema di Morricone e al western in generale.

07. Free – Iggy Pop

iggy-pop-freePer il suo diciottesimo album in studio Iggy Pop cambia pelle, abbandona le spaventose scaglie preistoriche dell’iguana per vestire i panni eleganti del crooner, mescolando il suo timbro profondo e cavernoso con le trame del jazz urbano del trombettista Leron Thomas, al quale Iggy, come dichiara lo stesso cantante, presta la voce, consentendogli di trovare finalmente la giusta intonazione, inseguita dai tempi di Kept dall’album Take it del 2013. Quelle intuizioni sembrano svilupparsi qui nel racconto di una giornata, dall’alba al tramonto, all’alba nuovamente, anche grazie alla chitarra visionaria di Sarah Lipstate, in arte Noveller, già invitata da Iggy ad aprire i concerti del Post Pop Depression tour, nel 2016.

06. Help Us Stranger – The Raconteurs

The_racounteurs_2019Il rock dell’ultimo ventennio ha un solo genio ed è Jack White in tutte le sue manifestazioni. The Raconteurs è il progetto più legato alla resurrezione del vecchio genuino rock che affonda le radici nelle accezioni “garage” e “hard” degli anni sessanta-settanta. Tre album in quasi quindici anni per raccontare che il rock non è morto, ma è più vivo che mai! Il songwirter power-pop Brendan Benson riesce a mitigare l’estrosità alternativa di Jack White, a trascinarla in melodie meno acide e più suadenti.

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