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I migliori dischi stranieri del 2019

05. LP5 – Apparat

apparat_lp5_600_600Inspirazione e poi espirazione. Il piacere di respirare a pieni polmoni lo scorrere della vita. Sentirsi vivi. Ritorna il musicista tedesco Sascha Ring aka Apparat tra implosioni malinconiche di natura elettronica e aperture melodiche di influenza classica. Con LP5 Apparat si immerge completamente nella faglia tra il mondo della modernità elettronica e quello della classica, raggiungendo vette inesplorate di cinematica ambient-pop.

04. I, I – Bon Iver

bon-iver-i-iI, I, letteralmente Io virgola io, versione aggiornata del più tradizionale e abusato me, myself, I, è il quarto album per Bon Iver. James Blake, Aaron Dessner, Bruce Hornsby, Moses Sumney e Channy Leaneagh sono solo alcuni dei numerosi musicisti coinvolti nel progetto, che intende completare una tetralogia legata alle quattro stagioni, inaugurata dall’inverno dell’album For Emma, Forever Ago (2007) e che si chiude ora con il suono dell’autunno, narrato anche in un breve documentario pubblicato a luglio, dal titolo Bon Iver: Autumn. Pathos e coralità tra elettronica e chitarre a sei corde.

03. Wave – Patrick Watson

patrick-watson-waveSe perdi tua madre, se ti separi dalla tua compagna e se ti lascia il batterista della band in un solo momento perdi l’amore nelle sue tre manifestazioni principali: materno, sentimentale e amicale. In una tale situazione nasce il sesto lavoro in studio del songwirter canadese Patrick Watson. Un album catartico dove si cede il passo ad una malinconia contemplativa, dove è dolce naufragare in questo mare, dove è lecito lasciarsi travolgere dalle onde di paesaggi sonori dipinti con l’arte del silenzio, delle poche note che devono fluire da una coltre onirica per far cicatrizzare le ferite dell’anima dolente.

02. Hypersonic Missiles – Sam Fender

SamFender_HypersonicLa speranza nelle nuove generazioni c’è e si chiama Sam Fender. Questo classe 94 getta uno sguardo profondo sul declino del mondo contemporaneo da quel piccolo paesino North Shields, a pochi chilometri da Newcastle dove è nato. Non c’è rassegnazione ma gioia di reazione. C’è resistenza. C’è il Boss e c’è quel rock andato che sa di E Street Band ma anche dei moderni The war on drugs. Sam Fender non vuole essere la voce di una generazione ma sa leggere i suoi pensieri e tradurli in versi e musica. Sam Fender è la promessa cantautorale di questo 2019.

01. Kiwanuka – Michael Kiwanuka

kiwanuka_2019Al terzo capitolo il songwriter londinese di origine ugandese ci ricorda che è possibile raccontare lo stato d’animo collettivo attraverso quello individuale. Kiwanuka suona contemporaneamente soul, funk, rock psichedelico, jazz, gospel in un equilibrio perfetto dove si alternano archi e arpe, campionamenti di attivisti per i diritti civili, chitarre alla Hendrix e orchestrazioni di tipo Burt Bacharach sullo sfondo di una voce spirituale e calda che ricorda tanto quella di Marvin Gaye.

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