Paranoid – Black Sabbath

 

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Nella valigetta cosmica oggi un vinile polveroso e nero come la pece, ricco di mitologia rock, prima pietra miliare di fatto a entrare nel Voyager 3. Parliamo di Paranoid dei Black Sabbath, un manifesto della musica del diavolo, precursore e antesignano di tutto quel filone “black”, per così dire, della musica metal. Pubblicato nel settembre del 1970 a pochi mesi di distanza dal loro disco d’esordio, ebbe una lavorazione di soli cinque giorni nello stesso studio di registrazione (il mitico  Regent Sound Studio di Londra) che diede alla luce il primo disco e fu senz’altro il loro maggiore successo commerciale (#1 nella classifica inglese, 4 dischi di platino, 1 disco d’oro, 10 milioni di copie vendute, roba nemmeno pensabile ai nostri giorni!). L’estetica di Ozzy Osbourne è quella del nichilismo, del rifiuto cosciente di qualunque idea positiva del mondo, del rock’n’roll come unica via di salvezza, nella cui metrica sregolata va bene tutto, anche un continuo ricorso a tematiche esoterico/sataniche come forma anti-establishment o andare in giro con una scarpa a guinzaglio (come leggenda narra circa il suo primo incontro col chitarrista Tony Iommi). Ma Paranoid rispetto al loro manifesto si porta appresso una maturità letteraria che raramente l’hard rock o l’heavy metal toccheranno mai più in futuro. Il Vietnam è dietro l’angolo, così i rigurgiti dichiaratamente anti-bellici di War Pigs, classico dell’hard rock di sempre, danno vita a mostri, sporchi maiali portatori di guerra, con chiaro riferimento alle stanze del potere. E non mancano i poemi fantascientifici da viaggio spaziale della bellissima Planet Caravan (“siamo salpati nei cieli infiniti, le stelle scintillano come occhi.. la luna cade a gocce su alberi argentei. E così ci lasciamo dietro l’occhio purpureo del grande dio Marte, mentre viaggiamo attraverso l’Universo”), un ponte tra i loro sabbah demoniaci e un afrore flower power da loro stessi detestato eppure qui esplorato alla grande. Perché lì dove gli hippie ostentavano un substrato intellettuale, i Black Sabbath rispondevano con la moneta proletaria del nulla , con un po’ piglio quasi proto-punk, in un certo senso. Paranoid è una collezione di monoliti che del metal precorrerà le derive più dense ed estreme, come il doom, lo stoner, l’heavy psych. Un capolavoro senza molti eguali, figlio del suo tempo e al tempo stesso acerrimo suo nemico. Imperdonabile non lanciarlo in orbita.

 

GENERE: Heavy Metal, Hard Rock
PAESE: UK
LABEL: VERTIGO / PHILIPS / WARNER BROS / IMD  (1970)

 

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