Incuriosita dal duo composto dall’australiano Jim White (batterista dei Dirty Three e collaboratore di PJ Harvey, Cat Power, Bill Callahan, Bonnie Prince Billy, Daniel Blumberg) e dal cretese George Xylouris (liutista, figlio del cantante e suonatore di lira Psarandonis), autori, di recente, del disco The Sisypheans uscito nel novembre 2019 per Australian Broadcasting Corporation, mi sono imbattuta in una trasognata versione di Till the morning comes che i due hanno realizzato insieme alla band australiana Luluc. La canzone, remake del noto pezzo dei Grateful Dead (da American Beauty, 1970), è stata inserita nell’album Day of the Dead (2016), una compilation realizzata a beneficio della ONG Red Hot Organization che si occupa di sensibilizzazione nei confronti dell’AIDS. “Fino all’arrivo del mattino”, mi sembra di ripeterlo spesso di questi tempi.
“Ti dico cosa farò, starò attento a te
sei la mia donna adesso, renditi facile”
Sono diverse le immagini a cui abbandonarsi, nelle profondità della chitarra folk di Steve Hasset (Luluc), sospinti dai movimenti della batteria di White, che si propaga fino al liuto di Xilouris.
“Come un cartello autostradale
che ti mostra la strada senza lasciare dubbi
sul modo di entrare o di tornare indietro”
“Non pensare a cosa ti sei lasciato alle spalle
il modo in cui sei venuto e il modo in cui vai
Lascia che le tue tracce si perdano nel buio
e nella neve”
La voce di Zoë Randel (Luluc) rimanda ad ampi spazi aperti. La versione originale di Till the morning comes, quella dei Grateful Dead, è sicuramente meno onirica, ma ugualmente attraente per il suo ritmo. La immagino suonata anni prima, nel rosso quartiere di St. Pauli. Till the mornig comes è anche una canzone di Neil Young, sempre del 1970. Uno spensierato pianoforte accompagna queste parole:
“Farò l’amore con te
fino a che farà giorno
fino a che farà giorno
fino a che farà giorno
Sto solo aspettando
che si faccia giorno
che si faccia giorno
che si faccia giorno”.
Link:
www.facebook.com/XylourisWhiteBand/