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Esce martedì 7 aprile Vola Colomba, la riedizione del brano con cui Nilla Pizzi vinse il secondo Festival di Sanremo del 1952. Oltre 30 musicisti, invitati a partecipare dal cantautore partenopeo Gnut, hanno deciso di collaborare alla registrazione di questo pezzo, rispondendo alla comune idea di fare qualcosa insieme per sentirsi più vicini.
Fabio Rondanini, Carmelo Pipitone, Francesco Forni, Michele Signore, Rodrigo D’Erasmo, Mattia Boschi, Fabrizio Cammarata, Ilaria Graziano, Folco Orselli, Awa Ly, Flo, Dario Sansone, Alessio Bondì, Roberto Colella, Luca Carocci, Andrea Tartaglia, Emanuele Colandrea, oltre ovviamente allo stesso Gnut, sono alcuni dei musicisti che hanno deciso di aderire al progetto e hanno mandato la loro versione di Vola Colomba.
‘Durante i primi giorni di quarantena ho avvertito una forte voglia di risentire vecchi amici musicisti, conosciuti in giro per l’Italia nel corso degli anni, che immaginavo, così come me, costretti a casa – racconta Gnut – Mi è venuta l’idea di utilizzare la rete per registrare una canzone a distanza. Dopo una brevissima ricerca la scelta è caduta su Vola Colomba di Nilla Pizzi. Questa canzone mi ha offerto molteplici spunti di riflessione ma soprattutto è servita a distrarmi dalla situazione drammatica che stiamo vivendo a livello internazionale. Grazie a questo esperimento ho risentito molti amici che stimo e che non potrò riabbracciare nell’immediato futuro ed insieme a loro, inviare un messaggio di speranza a chi ci ascolterà’.
Il testo, apparentemente d’amore, in realtà nasconde un altro significato legato alla città di Trieste, che in quel periodo storico era una città-stato indipendente sotto la protezione delle Nazioni Unite e divisa in due aree, una sotto il controllo angloamericano (comprendente anche Trieste), e l’altra gestita dalla Jugoslavia; ciò fino al 1954 quando con il ‘Memorandum di Londra’ la zona angloamericana iniziò ad essere gestita direttamente dall’Italia e infine nel 1963 Trieste divenne capoluogo di una nuova regione dello Stato italiano: il Friuli Venezia Giulia. In quel contesto storico gli Italiani nell’Istria settentrionale avevano dovuto abbandonare le proprie case e separarsi dai propri affetti.
Il simbolo della colomba da sempre rappresenta pace e liberazione.
La canzone parla proprio della voglia di riabbracciare la persona amata ed è straordinariamente rappresentativa anche di questo periodo storico in cui siamo costretti a restare distanti.
“Vola colomba diglielo tu che tornerò e dille che non sarà più sola e che mai più la lascerò”.
CREDITI
Fabio Rondanini: batteria
Pierluigi D’Amore: contrabbasso
Stefano Piro: pianoforte
Carlo Di Gennaro: percussioni
Carmelo Pipitone: chitarra acustica
Francesco Forni: chitarra elettrica, voce
Alessandro Freschi: matita, montaggio video
Michele Signore: arrangiamento archi, viola
Rodrigo D’Erasmo: violino
‘O Malamente: violino
Mattia Boschi: violoncello
La Terza Classe: armonie vocali
Francesco Arcuri: sega musicale
Antonio Annona: pianoforte
Fabrizio Cammarata: chitarra acustica Nashville
Michele De Finis: chitarra elettrica
Maurizio Capone: steel drum, voce
Gnut: chitarra acustica, voce
Gino Fastidio: voce
Ilaria Graziano: voce, armonie vocali
Folco Orselli: voce
Awa Ly: voce
Flo: voce
Dario Sansone: voce
Alessio Bondì: voce
Roberto Colella: voce
Luca Carocci: voce
Andrea Tartaglia: voce
Emanuele Colandrea: voce
Giuseppe Innaro: mix
Gianni Roma: mastering
(fonte del testo e distribuzione digitale del brano adestdell’equatore)