In un mondo che scorre sottomesso alla legge della velocità e del consumo, anche della musica, non è una scelta comune prendersi un tempo lungo per ascoltarsi e assecondare la propria ispirazione, senza compromessi, senza maschere, senza cliché. Nel caotico vortice delle produzioni lasciate alla falsa legge del play liquido comprato e falsificato si può ancora ritrovare un disco con una tale umanità e una tale intensità di intenti e sentimenti da risultare fuori dagli schemi, antico nella lavorazione e commovente, con tutto il suo immenso bagaglio di valori di resistenza poetica declinata nella cura usata nella scrittura, nell’amicizia e nella stima che nutrono relazioni tra i musicisti in gioco, nell’ammirazione per un passato di tradizioni e per una sperimentazione fedele soltanto al cuore che vuole raccontarsi. Dopo sette anni di lavoro, torna uno dei più talentuosi cantautori nostrani: Gnut ovvero Claudio Domestico. Nun te ne fa’ è il suo quarto capitolo in studio, il più estremo perché del tutto libero e audace nel rispondere esclusivamente all’urgenza espressiva del suo autore. La scelta del napoletano come codice primario, in otto dei dieci brani complessivi, rinsalda nuovamente l’attitudine di Claudio a collocarsi nella scia della tradizione della sua terra, tendendo la mano alle lezioni romantiche e geniali di Nick Drake ed Ellioth Smith, mentre una naturale matrice blues colora la voce di questo figlio del Sud così alternativo al consueto. Sembra qua e là di percepire il lascito di Roberto Murolo, Pino Daniele e il sorriso malinconico di Massimo Troisi. Il segreto di questo suo mood è nel titolo, in quell’espressione così napoletana e al contempo così universale da potersi accostare al never mind di stampo grunge, che la generazione che ha attraversato gli anni 90 ha tenuto stretto alla volontà di non uniformarsi, perché essere diversi era un valore. E per Claudio lo è ancora. Nun te ne fa’ va in direzione opposta a quella della musica di quest’epoca, giunge delicata, armoniosa con un carico emozionale che sgorga da un vissuto elaborato e condiviso. Racconta la serenità dell’amore guadagnata con il passaggio per il dolore della perdita e del blocco del cuore, ingabbiato nell’autoprotezione. Racconta l’amore ricevuto e dato. Racconta la nudità che solo la verità dell’animo sa indossare: “Nun te ne ‘ncarica’ si sto bbuono / Si ancora traso e gghiesco a ‘nt’ ‘e ppaure / Si ancora parlo ‘e te dint’e ccanzone / E ‘o cielo m’appaura quanno è scuro”, recita la title track, forse il centro di questo lavoro così prezioso e ardito nella narrazione e nel sound, a cui hanno contribuito Simone Prattico (batteria) e Michele Signore (violino, viola, lira pontiaca, mandolino e mandoloncello), gancio fondamentale con la tradizione della canzone napoletana. Particolarmente riuscita la scelta di aggiungere la voce di Ilaria Graziano, esaltando la grazia dei brani.
Ancora una volta risulta particolarmente efficace la collaborazione con Alessio Sollo e la produzione delicata ed equilibrata di Piers Faccini. Il perfetto incastro tra liriche e linee melodiche, che ha accompagnato la nascita di circa 40 canzoni, da cui poi Faccini ha scelto le dieci finite nell’album, è la metafora di un legame artistico e umano davvero speciale tra Alessio e Claudio.
Dall’inzio alla fine questo disco scorre senza ostacoli con questo meraviglioso accordo di ispirazione e accuratezza, dove l’intimismo è la chiave di volta.
Duje Vicchiarielli è un inno tenerissimo all’amore che resiste al tempo, un brano che svela un retrogusto pop molto raffinato, una vera perla di immediatezza poetica. In Colpa mia risaltano la tammorra di Luca Rossi e la voce di Fausta Vetere (Nuova compagnia di canto popolare). Chella Notte racconta di un femminicidio optando per soluzioni sonore del tutto opposte alla tragicità del tema, un esperimento a suo modo disturbante. Anche per te, uno dei due brani in italiano (l’altro è Come se), ha un pathos dietro cui si cela il senso di questo disco: la rinascita emotiva, avendo imparato a convivere con l’assenza fisica e avendo messo in atto una forma di felicità insegnata proprio da chi ci ha lasciato.
Claudio Domestico si conferma un talento puro. Arriva a quei cuori che ne hanno bisogno, scavalcando strategie e calcoli.
Credits
Label: Beating Drum – 2022
Tracklist:
1. I’
2. Duje Vicchiarielli
3. Nun Te Ne Fa’
4. Colpa Mia
5. Ammore Quanno è Ammore
6. Chella Notte
7. ‘E Pparole
8. Come Se
9. Anche Per Te
10. Nuvola
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