In epoca di conflitti che dividono il pianeta con nuove cortine di ferro, mentre il Ministero del Cultura italiano ha messo al bando (con Franceschini, eh) qualsiasi forma di collaborazione culturale con la Russia e i suoi alleati, il progetto di pop elettronico sperimentale del duo Decisive Pink è un raggio di sole a contrastare il gelo di una nuova Guerra fredda. L’idea nasce dalle menti brillanti di due cantanti e polistrumentiste, la statunitense Angel Deradoorian, nota ai più per la sua militanza nei Dirty Projectors (era quella col volto velato da una macchia rossa nell’iconica copertina dell’acclamato Bitte Orca del 2009), e la russa Kate NV, fondatrice della band moscovita di post punk Glintshake. Un sodalizio tra i due lati del mondo per undici tracce visionarie da gustare come un lungo video clip di citazioni cinematografiche e tavolozze lo-fi. Haffmilch è una versione al femminile dei Kraftwerk che gira largo dalla timida malinconia delle Au Revoir Simone per spingere il ritmo leggero sul binario elettronico di una spigliata spavalderia di retro futurismo cinguettante, con vocalità corpose e soavi. Un tappeto di marimba vorticoso agitato dal soffio caldo di un flauto traverso, scende in picchiata tra due ali di voci inceppate a scandire le tappe sghembe di un ritmo differente che traccia l’astrazione sperimentale di What were. Astrazione immaginifica che plasma pure Ode to boy, che recupera tuttavia a suo modo una forma canzone con tanto di ritornello new age sugli accordi che arrivano a ondate offuscate, strofe di contrappunti ossuti e suoni surreali, fraseggi eterei e corali, morbidissime accelerazioni sintetiche che dilagano in ariose citazioni dell’Inno alla gioia di Beethoven. Destiny trasporta l’elettronica in pieno deserto, fatto di sabbie fredde sotto un sole virtuale, tra nenie di beduini, tastiere spezzate nelle dune di misteriose evocazioni, vociare tribale di fattucchiere, frasi calanti che risuonano dalle campane tubolari di Mike Oldfields, primi piano inquietanti sugli occhi surreali di Un chien andalou, algide contorsioni che prendono le mosse dalle visioni fantascientifiche di Laurie Anderson. Totalmente destrutturato e prosciugato, il classico standard Potato Tomato diventa un teatro dell’assurdo appena supportato da un basso sbilenco e sgangherato e una batteria informe nel quale si sfidano con dissacrante ironia i vocalizzi stralunati delle due cantanti, che spazzano via divertendosi il disinvolto e melodioso swing di Louis Armostrong ed Ella Fitzgerald, in un collage di fischietti frizzanti e rumori di scena che farebbero la felicità del Maurizio Nichetti di Volere volare. La calda stratificazione di Voice message fa buona compagnia all’esperimento vocale di Lisel, umanizzando l’elettronica attraverso la meccanica vitale del respiro. La poetica dell’album trova poi la sua migliore espressione nella lunga fuga ipnotica di Cosmic dancer, che si inerpica sopra una ripida scala di ghiacci e cristalli per addentrarsi in un regno fantastico, popolato da creature scalpitanti come un branco di gazzelle, che conducono i nuovi arrivati a scoprirne i segreti in una danza ritmata, che rimanda alle melodie per anime di Kate NV, mentre assorbe l’energia fatata della Kate Bush di Hounds of love, con un pattern di marimba che accelera quanto basta quello di San Jacinto di Peter Gabriel, offrendo la dinamica adatta alle evoluzioni di Deradoorian al flauto traverso, chiudendo con una coda corale leggera come le consegne a volo di scopa della dolce Kiki di Miyazaki. La scala a chiocciola di Rodeo ruota inarrestabile intorno al suo asse volgendo lo sguardo verso mondi distanti che si scoprono uguali, come gli oggetti impossibili di Escher che possono esistere solo sulla carta e nello sguardo di chi li osservi con mente aperta. Quella che può consentire di non perdere la calma al suono di allarme nevrotico di Interlude, eseguito da una tastiera impazzita, cui fa da contraltare un flauto disteso e pacifico, in dialogo imperturbabile con la creatura schizofrenica che gli si contorce innanzi. Elettronica da club retro futurista introduce il duetto parlante di Dopamine, dal ritornello ossessivo che incapsula in un vecchio tubo catodico l’irruenza di You really got me, trasformandola in una composta colorata visione, commento sonoro al confronto tra due personaggi di una serie di animazione nipponica. Il cielo tetro di Dusk, figlio delle rarefatte ricerche degli album da solista di Deradoorian, accompagna come un silenzioso corteo funebre l’album al suo epilogo, trovando lungo la strada il bagliore rincuorante di una luce epica che brilla all’orizzonte, speranza per cui lottare, oltre la morte, camminando fianco a fianco, together we stand, divided we fall.
Credits
Label: Fire Records – 2023
Line-up: Angel Deradoorian – Kate NV
Tracklist:
- Haffmilch Holiday
- What Where
- Ode To Boy
- Destiny
- Potato Tomato
- Voice Message
- Cosmic Dancer
- Rodeo
- Interlude
- Dopamine
- Dusk