Un’altra band nata tra le vie di quella Torino che da anni ormai rappresenta una tra le migliori scene musicali italiane. I .nebbia suonano insieme da ormai otto anni proponendosi ogni volta con scelte poco convenzionali ma sempre piacevoli da scoprire. Con questa intervista si vogliono indagare il percorso svolto e le mete raggiunte, i sogni da realizzare e le spinte che hanno mosso la band verso una certa direzione. I .nebbia si presentano con l’arguzia e quella vena ironica che li caratterizza dagli esordi fino al loro ultimo lavoro Scorpione. (Scorpione è in streaming autorizzato)
Otto anni di storia. Mi raccontate il vostro incontro e la vostra evoluzione? Come sono nati i .nebbia?
E’ nato tutto nel 2002 da me (Plinio) e Maurizio, che all’epoca suonava la chitarra. Abbiamo inciso un primo demo e subito dopo si sono presentate possibilità di concerti, così entro un anno si sono aggiunti a noi Gabriele e Luca. Dopo due anni di onorata carriera, Maurizio ha appeso la chitarra al chiodo e siamo rimasti in tre. Abbiamo ricominciato quasi da zero ma siamo riusciti a produrre un “concept” di 12 canzoni suddivise in 4 mini-cd, Cambi, artisticamente molto ambizioso ma difficilmente fruibile e, per dirla con Mara Maionchi, poco “collocabile”. Ora abbiamo inciso l’ep Scorpione, con un inedito e tre pezzi riarrangiati, che è un Bignami di ciò che siamo e siamo stati. Intanto stiamo plasmando nuove canzoni tristallegre che presto suoneremo dal vivo.
Dal concept meteorologico di Cambi all’astrologia di Scorpione. Cosa vi affascina dei luoghi comuni celati dietro a queste scienze, arti, particolarmente umorali?
Per quanto riguarda Cambi, con la “metafora” della meteorologia, delle stagioni e della meteoropatia abbiamo voluto raccontare il ciclo di nascita, maturità, decadenza e fine di storie di amore e storie di vita. Per quanto riguarda l’astrologia, ho sempre trovato molto fascino in quella sorta di “scienze apocrife”, come l’astrologia o la grafologia o la fisiognomica etc, alla quale non viene riconosciuta alcuna validità scientifica, ma che quasi quasi ci credi, e quasi quasi ti accorgi che tutto quadra… In ogni caso qui l’astrologia è più che altro un pretesto e (purtroppo) escludo che sia l’inizio di un “concept zodiacale”!
In realtà con Scorpione avete voluto ripercorrere il percorso che vi ha condotto fino a questo punto. Da cosa nasce questa esigenza? Perché non creare qualcosa di completamente nuovo?
Semplicemente un paio d’anni fa, grazie al concorso Ritmika di Moncalieri, ci è stata offerta la registrazione di alcuni brani. La canzone Scorpione era l’unico nostro inedito già pronto. Gli altri tre pezzi, che da tempo riproponevamo dal vivo in versione riarrangiata, ci sembrava giusto immortalarli su cd nel loro nuovo vestito, se lo meritano.
I .nebbia e Torino. A Torino sembra che tutti i ragazzi facciano parte di un gruppo musicale. Tutti sembrano avere la possibilità di suonare. È solo una mia sensazione o è davvero così? E se è così, in che modo Torino ha favorito questa sensibilità verso la musica nei giovani?
Si può effettivamente dire che a Torino è facile per chiunque suonare… ma in che condizioni? Se posso usare una metafora che avevo immaginato in uno sprazzo di non-lucidità, è come chiedere un euro e Torino te lo dà… in 100 monete da 1 cent. Spesso potersi esibire comporta non pochi compromessi, e in ogni caso non è facile accedere ai palchi che veramente contano. Credo che in questa città la sensibilità verso la musica sia la conseguenza dell’esplosione negli ultimi anni ’90 in Italia di una serie di gruppi torinesi, ora famosi, grazie ai quali per una manciata d’anni Torino è stata vista come “capitale” della musica rock e underground in Italia. Ora, questo periodo è finito e la sensibilità scema. P.S. “scema” è sia verbo che aggettivo.
La scena musicale torinese è piuttosto varia, nei generi, nel talento, nella fortuna. Eppure, ad un certo livello, pare regnare un buon livello di amicizia e condivisione tra voi gruppi. Un esempio di questo è Revolver, il festival itinerante di cui siete artefici insieme a Verlaine e Malvida. Mi parlate di questo progetto?
Revolver è stato un appassionante festival-carrozzone itinerante di musica, arte e dj-set che per un paio d’anni ha tenuto banco in Torino e cintura. Benché le nostre capacità organizzative fossero estremamente precarie, abbiamo dato vita a serate a tema davvero intense, sia come atmosfera che come qualità. Era fondamentale la reciproca stima sia personale che artistica fra i vari elementi. La fine del “momento magico” è stata fisiologica, ma conserviamo tutti un ottimo rapporto, anche di collaborazione artistica, e in alcuni momenti-chiave lo spirito ruggente di Revolver riaffiora…
Avete aperto i concerti di importanti artisti della scena indipendente italiana e non, come Diaframma, Joan As Police Woman, Amerigo Verardi, Proiettili Buoni. Avete calcato palchi interessanti, penso a quello del Traffic Festival. Tutte gran belle occasioni, direi. Come vi sentite in queste situazioni?
Al Traffic c’è stata l’apertura per Charlotte Gainsbourg il 14 luglio. Di solito, quando arriva il momento di salire su un palco un po’ più importante non ci sentiamo più di tanto emozionati. L’importante per noi, come nei concerti “normali”, è che la gente apprezzi, passi una buona serata e torni a casa un po’ migliore di come è arrivata.
Ai tempi di Cambi avevate unito alla vostra abilità live anche il reading di Portosepolto. Come è nata questa collaborazione? Avete in progetto qualcosa di simile per il futuro?
Il progetto è nato dall’incontro con Luca Pizzolitto, poeta di area torinese che all’epoca produceva un interessantissimo taccuino letterario, Portosepolto. Parallelamente le sue poesie, sia come stile che come contenuti, erano molto affini alle canzoni che proponevamo, così abbiamo iniziato una serie di concerti-reading che ci hanno portato ad esibirci in varie città italiane. La collaborazione ancora adesso prosegue.
Sempre in tema di futuro, avete sempre scelto l’ep autoprodotto come forma e contenitore per la vostra musica. Avete mai pensato di realizzare un disco full lenght o di approcciare il mondo delle case discografiche?
Il disco “vero” è effettivamente la nostra attuale intenzione. Restate sintonizzati, presto nuove incredibili avventure.
Otto anni di storia. I .nebbia sono riusciti a realizzare i progetti e le aspettative di otto anni fa?
Potrei risponderti alla grande con il testo della canzone 5 anni fa, e sostituirlo con 8 anni fa. Per chi non conosce il pezzo… ovviamente la risposta della mente è “no”, la risposta del cuore è “non ancora”, la risposta del corpo è “non ancora, cazzo”! Ci si potrà ritenere soddisfatti quando si suonerà a Wembley con i Muse, tra party con Lady Gaga, risse con gli Oasis, e discussioni di astronomia bevendo chinotto con Brian May. Ciao!