All’inizio degli anni ’90, Milano era il vero fulcro della musica in Italia. Da lì arrivavano tutte le proposte più interessanti (Afterhours, Ritmo Tribale, (P)itch). Tra questi c’erano pure i Karma. Nascono nel 1990 con il nome Circle of Karma. Compongono un primo album totalmente in inglese, che però non verrà mai pubblicato. Qualche anno più tardi rifanno le registrazioni dei brani, ma cantandoli in italiano e nasce così Karma, il loro primo album, pubblicato nel 1994. Due anni dopo esce il loro secondo disco, Astronotus. Dopo queste due esperienze, i Karma sono spariti dalla scena musicale, ma nel 2006 si torna a parlare di loro: il vocalist David Moretti partecipa al progetto di beneficenza Rezophonic, a cura di Mario Riso e interpreta il brano Spasimo. Nel 2007, David Moretti e Andrea Viti (che nel frattempo ha lasciato gli Afterhours dove militava come bassista) realizzano un progetto chiamato Juan Mordecai e all’inizio del 2008 è avvenuta la tanto annunciata reunion dei Karma (per ora stanno effettuando una serie di concerti).
Parliamo di Karma, il primo album della band. I suoni sono abbastanza duri e si rifanno al grunge che andava per la maggiore all’epoca. Le tematiche richiamano la cultura orientale, così come l’uso di alcuni strumenti come il sitar. Dopo un’intro molto soft, arriva Lo Stato Delle Cose a dimostrarci chiaramente che siamo davanti ad un disco rock, ma di quello duro e arrabbiato. “Uomo senza nome, uomo senza età, racconta la tua storia e un altro uomo finirà. Cado senza voce ma qualcosa resterà del mio grido nel deserto in questa sorda umanità.” Il secondo brano è Il Cielo, che fu il primo singolo estratto da questo album. Le sonorità più morbide e cupe rispetto al pezzo precedente e la voce rabbiosa di David Moretti riportano alla mente i suoni di Seattle e dintorni. “Ricordati dai tempo al tempo e poi ritornerai, puoi vincere sul mondo tanto poi lo perderai. In cerchio tu danzi in perfetta unità. La vita riprende sempre quello che da.” Samsara si apre con un bel incalzare di batteria e presenta suoni tendenti al metal. Un altro singolo tratto da questo album è stato La Terra. “La terra respira con te, soffia vita dentro me. La terra vibra con te, scuoti il sangue dentro me.” Ancora una volta il ritmo si fa più lento e le sonorità più scure, per poi tornare ancora una volta veloce e rockeggiante nella successiva Sunflower. In quest’album trovano spazio anche due ballate, le splendide Sabbia e Nascondimi, dove la voce graffiante di David Moretti si fa accompagnare da quella di Manuel Agnelli. Tra questi brani si fa spazio Una Stella Che Cade, pezzo veloce che passa come una meteora, ma che rimane impresso. Completano Il Volo e La Differenza, altri due brani dove si sentono chiaramente le influenze che la musica grunge ha avuto sulla band. Troviamo pure una gost track, Astronotus, un bel brano acustico.
Karma è un album ben fatto, in perfetto equilibrio tra suoni duri e ballate. La voce di Moretti, sporca e ruvida, ma anche calda nei pezzi più lenti, è un elemento aggiuntivo che ha fatto dei Karma un gruppo di punta della scena rock dell’epoca. Dopo qualche anno di pausa sembra siano pronti per tornare anche con un album. A noi non resta che aspettare con ansia!
Credits
Label: Ritmi Urbani – 1994
Line-up: David Moretti (voce, chitarra, sitar, acustiche) – Andrea Bacchini (chitarra, acustiche 6/12) – Andrea Viti (basso 4/12 corde, voce) – Diego Besozzi (batteria) – Pacho (percussioni) – Andrea Scaglia, voce dei Ritmo Tribale (sec. vox in Una Stella che cade) – Manuel Agnelli, voce degli Afterhours (sec. vox in Nascondimi); Tutti i testi dei brani sono scritti da Moretti (tranne Una Stella che cade, scritta da lui e Scaglia); Musiche sono di Moretti, Bacchini, Viti, Besozzi
Tracklist:
- Astronotus (Part I)
- Lo Stato Delle Cose
- Il Cielo
- Samsara
- Cosa Resta
- Mantra
- La Terra
- Sunflower
- Sabbia
- Una Stella Che Cade
- Il Volo
- La Differenza
- Nascondimi
- Astronotus (Part II)
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