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E’ accaduto a Roma, con gli Amor Fou

amorfou_depedisLa notte del 29 Settembre a Roma, davanti alla Basilica di Sant’Apollinare, gli Amor Fou hanno dato forma e consistenza alle conseguenze di una canzone. Una canzone dal senso complesso, non univoco. Al centro una figura scomoda, per la nostra storia di italiani, per la nostra politica. De Pedis, un singolo (estratto da I moralisti, EMI-2010) e un uomo. Riflessione sul bene e sul male. Sulle ambiguità che ruotano intorno ad una vicenda che diventa paradigmatica.
Gli Amor Fou approfondiscono alla loro maniera. Contestualizzando e coinvolgendo, persone e Arte.

Dopo il videoclip ufficiale, un progetto ampio li ha portati da un gruppo facebook (Il Bene e il Male) ad una “situazione” fatta di volti, nomi, immagini, storia, domande (senza necessarie risposte). Una videoinstallazione realizzata con i contributi raccolti sul web (sono arrivate oltre 150 fotografie e decine di video, raccolte nel documento finale visibile a questo link), un monologo sui generis sulla lotta tra perdizione e redenzione, i passi letti dalla Camuso (giornalista e scrittrice) dal suo libro dedicato alle trame della B anda della Magliana (Mai ci fu pietà): è accaduto lì, davanti a quella Basilica dove è sepolto un criminale considerato benefattore.
Le nostre parole si fermano qui e lasciamo che siano quelle di Alessandro Raina, leader della band, a fare il resto.
Riportiamo fedelmente un post del blog degli Amor Fou, in via del tutto eccezionale. Perchè ne sposiamo il senso profondamente.
(Le foto sono di Valeria Magri)

– L’altro giorno, varcando l’enorme portale che dà accesso al Pantheon, discutevo con Leziero del grande privilegio che condividiamo nel praticare un mestiere che ci porta nel ventre delle città eterne e non nel buco del culo di un consiglio di amministrazione. In questa ingenua considerazione c’è molto idealismo, un idealismo che, forse perchè iniziamo ad invecchiare, a volte riconduciamo ad alcune bellissime esperienze di un mondo che non abbiamo vissuto. Per esempio il situazionismo, una parola che negli anni ’90 divenne clichè e pass partout di ogni aspirante intellettuale di sinistra ed oggi probabilmente verrebbe associato allo slang di un comico di Zelig. I situazionisti erano personaggi un pò strambi che aspirarono ad importanti trasformazioni sociali e politiche. Un pò quello che facciamo anche noi in quanto cittadini, padri, mariti, fidanzati, musicisti e quant’altro, quasi sempre sapendo che queste trasformazioni tarderanno a venire. Ma non per questo smettendo di credere in esse.

Il programma dell’Internazionale Situazionista auspica di “creare situazioni, definite come momenti di vita concretamente e deliberatamente costruiti mediante l’organizzazione collettiva di un ambiente unitario e di un gioco di eventi. (…) I situazionisti si propongono di inventare giochi di una nuova essenza, ampliando la parte non-mediocre della vita, diminuendone, per possibile, i momenti nulli.”

amorfou_depedis01Attraverso una canzone, De Pedis, abbiamo cercato di riflettere sulla coesistenza del male e del bene. Vi abbiamo chiesto di dedicarci qualche minuto alla ricerca di una o piu’ immagini che traducessero il vostro modo di percepire questo eterno connubio. I risultati sono stati a volte intensi, a volte scontati, a volte molto spiazzanti. Non ci sembrava sensato fermarci qui. Attraverso le didascalie di un video abbiamo cercato di riportare in auge una vicenda brutta ed emblematica e diffonderla senza troppe premesse. Il video ora passa in tv e forse qualcuno, approfondendo quello che mostra, andrà a riaprire il libro della grande ambiguità italiana. Non ci sembrava sensato fermarci qui. Allora abbiamo organizzato un evento sulla scia di idee che spuntavano come funghi, confidando nella temerarietà, nel passaparola, nel bisogno di evitare, come sempre i ppp, (piani promozionali precotti), e promuovere quello che facciamo in un modo piu’ vicino alle ragioni che ci spinsero a creare Amor Fou, al di là delle canzoni che pubblichiamo sotto questo nome.

Ci è sembrato che tornare a Roma e mettere insieme un pò di cose fosse un modo, uno dei modi, per ampliare la parte non-mediocre della vita, diminuendone, per quanto possibile, i momenti nulli. Che poi è il motivo per cui ci indebitiamo facendo dischi e figli no ?

Così abbiamo pensato di creare un evento, davanti alla Basilica che rappresenta fisicamente il conflitto di cui sopra, un evento assolutamente non autorizzato ed estemporaneo, a nostro rischio, e portare lì delle voci, dei suoni, delle immagini. Un attore che recitasse un monologo spuntando dal nulla, come faceva Gian Maria Volontè ai tempi del teatro di strada in Campo dè Fiori..una scrittrice a leggere le sue pagine di cronaca nerissima…noi trafelati a far funzionare tutto e soprattutto voi, la vostra curiosità e le vostre immagini proiettate sulla faccia della Basilica, con la musica pompata a volumi altissimi ad invadere il quartiere, a due passi da Piazza Navona, con tanta polizia, tanti turisti, tanta Roma in giro, e i passanti a chiedersi che diavolo ci facessimo lì.

L’elemento piu’ bello di questa ennesima avventura è stato uno e uno soltanto: l’adesione spontanea. Di chi ha partecipato, parlato, taciuto, ripreso, fotografato, di chi tornerà.

E’ stato bello vedere lo stupore, piuttosto che lo sconcerto ed è stato bello anche vedere quanto la realtà virtuale eroda sempre di piu’ la curiosità di molti per le cose vere, fatte di sangue e di rumore.

amorfou_depedis02 Sbirciare la reazione delle studentessine di università infighettite, loro che saprebbero dirti anche la formazione della squadra di calcio situazionista, che ovviamente non ci hanno capito un tubo e sono scappate nei vicoli temendo che l’operatore fosse per loro, e non magari per l’attore che recitava nel freddo di una sera di ottobre. Attraverso internet si è imposto un modo autoreferenziale e autistico di vivere gli eventi, anche quelli pubblici, all’aperto, momenti in cui l’ego andrebbe un attimo ridimensionato per dar vita alla comunità. Abbiamo abbracciato molti amici, solidali come sempre. Registrato che chi, nelle settimane precedenti, non aveva perso un attimo a commentare ogni singolo reminder poi all’evento non ci è venuto. Ci siamo fermati a discutere con chi ha pensato che essendo suonatori non potessimo fare altro che suonare. E’ stato bello capire che forse nessuno ha capito, noi in primis, perchè non occorre sempre capire, a volte è sufficiente vivere.

Forse creare questi furibondi minuti tentando di sovvertire il quotidiano non cambierà mai niente, ma è stato comunque pazzesco vedere lo stupore e la tensione formarsi. Ascoltare il silenzio di quei brevi lunghissimi istanti violato da immagini, dettagli e suoni che si incontravano, inconsapevoli.

Non mancheranno occasioni.

Alessandro Raina – amorfou.blogspot.com

Blitz degli Amor Fou a Sant’Apollinare. De Pedis

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