Home / Editoriali / Si salvi chi può: intervista a John Mario e Gio (Dead Man Watching)

Si salvi chi può: intervista a John Mario e Gio (Dead Man Watching)

dead-man-watching_inter01Arrivano da Verona con talento e modestia con l’unico scopo di esprimersi e comunicare la propria arte. Questi i Dead Man Watching. Due ep orgogliosamente autoprodotti che dimostrano attenzione, cura e voglia di crescere musicalmente. I Dead Man Watching, una dichiarazione d’intenti più che un nome, si raccontano in questa pagina di LostHighways con chiarezza e sincerità, passando lo sguardo dalla propria biografia a quella più generale della Musica di oggi. (Les Moods è in streaming autorizzato)

Avete scelto di darvi un nome tenebroso e introspettivo al tempo stesso. Curioso e d’impatto. Lo avete scelto come biglietto da visita. Cosa dice esattamente di voi?
John Mario: il significato di Dead Man Watching è coperto da segreto di stato. A parte gli scherzi un “uomo morto che (si limita a) guarda(re)” è come mi sentivo quando ho scritto i primi pezzi, ero in un momento di grande disillusione e volevo solo chiudermi in me stesso.

Il vostro sound sorride ad una scena musicale piuttosto lontana da quella più tradizionalmente italiana. Quali sono le vostre influenze e quale percorso vi ha portato in questa direzione?
John Mario: Tutto quello che mi ha formato a livello musicale fa parte dei meravigliosi  anni ’90. Mi ha entusiasmato praticamente tutto quello che è successo al di là dell’Oceano Atlantico, dal grunge allo slowcore, dall’alt country al post rock.
Gio: Le mie influenze sono il rock degli anni 60 e quello dei primi anni ’90, oltre al folk (sia classico sia alternative). Il mio gruppo preferito in assoluto sono i Beatles.

Confrontando i due ep da voi stessi prodotti, Dead man watching del 2007 e Dead man is coming to town si possono notare diverse differenze. La più lampante è la struttura dei brani: più definita e concreta. Voi come vedete questa vostra evoluzione?
Gio: In entrambi gli ep mi sono occupato della produzione ma sul primo ho potuto lavorare e suonare sulle canzoni quando erano già in uno stato avanzato di registrazione. Mi piaceva la spontaneità dei pezzi e non ho voluto calcare la mano per non rovinare l’atmosfera che si era creata spontaneamente.
Il secondo ep è più strutturato perché ho potuto seguirlo sin dalla pre-produzione (scelta delle canzoni, preparazione dei demo, lavoro su arrangiamenti e sonorità) e perché le canzoni si prestavano ad essere “pensate” di più in studio.
Non li sento molto diversi tra loro comunque, riesco a riconoscere uno stile ben definito in entrambi.

dead-man-watching_inter02Dalla vostra pagina MySpace si intuisce come quella dell’autoproduzione sia una vostra scelta. Una scelta di cui siete orgogliosi. Cosa vi motiva in questo senso?
Gio: Personalmente sono orgoglioso del fatto che pur con mezzi limitati la nostra musica esca dallo studio esattamente come la vogliamo noi, senza compromessi o limitazioni. Il risultato è interamente opera nostra, compreso l’artwork creato da Astor.

Verona è la vostra città. Com’è la situazione per i musicisti della vostra zona?
John Mario: La situazione è tragica, il disinteresse è totale e non solo per la musica ma per qualsiasi forma d’arte. Spero cambi qualcosa altrimenti si salvi chi può!

Più in generale, cosa pensate della situazione della musica emergente in Italia? Avete l’idea che qualcosa di nuovo si stia muovendo o che, al contrario, sia sempre più difficile fare passi avanti?
John Mario: Credo che la situazione al momento sia stagnante: i discografici non sanno che pesci pigliare e gli artisti hanno poco da dire. Le uniche cose che mi hanno stupito, non tanto a livello musicale ma per la forza espressiva e la capacità di coinvolgere un pubblico un po’ più ampio, sono state le ultime uscite discografiche de La Tempesta.

Sempre curiosando tra il blog della vostra pagina MySpace, ho notato che avete partecipato alla colonna sonora del film di Carlo Sarti Goodbye Mr. Zeus. Mi parlate di questa esperienza?
John Mario: E’ successo per caso (!?!) Un amico che studiava a Bologna ci ha messo in contatto con il regista, che ha deciso di inserire Summer End nella colonna sonora del film. Quando l’ho visto al cinema devo dire che mi ha fatto un certo effetto. Peccato non sia riuscito a girare molto nelle sale italiane, pare comunque che in novembre uscirà con una buona distribuzione in Svizzera.

Data l’intensità dei vostri pezzi, immagino che durante i live si possa creare una bella atmosfera. Sarà possibile ascoltarvi dal vivo nei prossimi mesi?
John Mario: Sarà abbastanza difficile sentirci live, i motivi sono molti ma quello principale è che Gio non vuole suonare dal vivo. Non nego che mi piacerebbe portare in giro il progetto in solitaria ma per fare un set voce-chitarra convincente ci vuole un gran lavoro dietro…

dead-man-watching_inter03Quali sono i vostri programmi? Cosa dobbiamo aspettarci di nuovo dai Dead Man Watching?
Gio: Stiamo registrando un album completo, l’evoluzione del nostro sound è consistente e si potrà sentire in questo nuovo progetto. Finora siamo davvero contenti delle canzoni e del suond che siamo riusciti a creare, anche se è ancora presto per capire cosa ne verrà fuori. L’album è previsto per il 2011.

Un’ultima domanda. Qual è l’ultimo disco che avete ascoltato e che consigliereste di acquistare?
John Mario: Il Pan Del Diavolo – Sono all’osso
Gio: Loudon Wainwright Iii – 10 songs for the new depression

Les Moods – Preview

Ti potrebbe interessare...

The Smile @ Auditorium Roma - Photo Kimberley Ross

The Smile @ Roma Summer Fest, 24 giugno 2024

Arriviamo in trasferta da Napoli poco dopo l’apertura dei cancelli. È una fresca serata estiva, contrariamente …

Leave a Reply