Guardare alle cose con lo sguardo di un bambino significa concedersi l’occasione di guardarle come fosse la prima volta. Concedersi lo stupore, riassaporare la purezza di un sussulto che sia d’animo e non di preconcetto: concedersi, da adulti, vestiti d’esperienza e tempo trascorso, di sfiorare gli accadimenti, i grumi del tempo, con palmi morbidi, che non conoscono callo, ruga, durezza. Trasfigurare la memoria in tavolozza a colori, disegni appesi alle pareti di una stanza senza soffitto, luogo del cuore, di amori coperta, di scoperte ora dolorose ora candite, di tasselli aggiunti al calendario della meraviglia, del rifiuto, del futuro. Guardare alle cose con lo sguardo di un bambino e concedere loro la gioia, quand’anche si tratti di disincanto, dell’imparare l’odore della pelle quando si copre di lividi. Contarle e raccontarle come fossimo bambini, ancora una volta, ancora per un poco, il tempo necessario a riscoprirsi persone migliori, uomini e donne saggi di ogni incontro consumatosi sotto l’albero di cui siamo l’ombra, sui cui rami sopravviviamo adolescenti, ribelli, malinconici, ammiccanti, poeti. A due anni dall’esordio con l’ep Music is not for growning up, Leli & John, in arte Le-Li, scrivono un disco-diario, My life on a pear tree, capace di stupire per semplicità, delicatezza e buon gusto. L’ironia qui accorre in forma di pastello a cera: macchia la carta come il rossore fa con le guance quando l’emozione vince il pudore. Tutto è sussurrato, pizzicato, accarezzato. Tutto è reso meraviglioso da una voce delicata e sensuale, dosata all’intelligenza degli arrangiamenti con compostezza e brio. Nessuna ingenuità fra le foglie di questi tredici pezzi (11 brani originali e 2 cover, fra cui una irriconoscibile Lithium, Nirvana): piuttosto un’elegante dolcezza, d’equilibrio sobrio fra naturalezza e artificio. Un carillon di perle, di idiomi conciglia, ciascuno con la propria veste di toni e aspettative; uno spazio favola pop-folk in cui l’immediatezza è bellezza, sinonimo di intimità, di slancio, mai di banalità: nell’aria quel particolare aroma sixty, la fragranza sognante, sognata, dei giochi giocati con gli strumenti migliori. Delizioso.
Credits
Label: Garrincha – 2010
Line-up: Leli (voce, contrabbasso, chitarra, glockenspiel, sitar.) – John (chitarra, tastiere); con la partecipazione di: Marcello Petruzzi (basso, chitarra blues), Francesco Brini (batteria, percussioni), Jacopo Ciani (violino), Maja Petrusevska (violoncello), Elia Dalla Casa e Tiberio Turtura (fiati), Valerio Canè (theremin), Nicola Manzan (rhodes), Simone De Lorenzis (pianoforte), Alessandro Grazian (arrangiamenti) e la corale Pere’s glee club (formata per l’occasione da componenti di importanti band della scena indipendente nostrana: Frida x, Ofeliadorme, Nel dubbio, 33ore, Shiva Bakta, the Walrus ed Animali del circo). Produzione artistica: Matteo Romagnoli
Tracklist:
- Junk girl
- Sparring partner
- In the backyard
- Lullaby
- Cenere sul tavolo
- 17th june
- Lithium
- Mon amour
- Bimba
- Anyone else but you (io vedo quello che nessuno può)
- Julia
- Chat Noir
- Which way
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