Dopo una lunga gavetta fatta di ricerca musicale e numerose esibizioni dal vivo in giro per l’Italia, ecco il primo album della giovane formazione Yumiko, nata a Padova nel 2001 con il nome Fujiko, cambiato poi nel 2006 in accordo con la sua etichetta Black Coffee Records.
La semplicità non è mai un punto di partenza, ma di arrivo. Si tratta di combinare diversi elementi in armonia tra loro senza eccedere, agendo di sottrazione, per arrivare ad un risultato pulito e fresco, ed è quello che succede con questo progetto, che si muove tra elettronica e pop, ma con qualcosa di vagamente dark. L’album è caratterizzato sicuramente da suoni ricercati, eppure nell’insieme è capace di risultare orecchiabile quanto sofisticato: chitarre distorte e graffianti da un lato e sintetizzatori e drum machine dall’altro, in perfetto equilibrio tra musica suonata e sintetizzata. C’è lo slancio rock di Pasq, la carica di L’imbarazzo della seconda scelta, ma anche le atmosfere più eteree di Ogniqualvolta. Ovunque si avverte lo spirito dei Depeche Mode, dei Massive Attack e dei Notwist, che spaziano tra elettronica e krautrock, esplicitamente citati anche in un pezzo, Anestetico. (”Sentirsi bene ma con un vuoto dentro / un agrodoloce sentimento / come ascoltare Notwist nel tardo pomeriggio / in una domenica d’inverno”). Non è un caso, perché tra le sonorità cristalline e avvolgenti del disco c’è lo stesso fondo di malinconia che caratterizza i brani del gruppo tedesco; c’è una purezza che risulterebbe forse fredda senza quell’elemento oscuro che rimanda ai Cure e lontanamente ai Joy Division, ma con un accento pop che stempera molto la cupezza e rende la musica della band padovana decisamente accessibile, come nel caso della hit Lividi, il cui video è in rotazione già da tempo su All Music. Tutte queste citazioni non traggano in inganno, perchè come sempre accade nella creazione artistica, attingere a dei riferimenti non significa annullare la propria personalità se si guarda a questi esempi con intelligenza, e infatti Yumiko ha già creato un suo preciso linguaggio, che lascia presagire futuri interessanti sviluppi. Inoltre, pur essendo tante e diverse le influenze del gruppo, questo lavoro risulta nel complesso coerente ed omogeneo, grazie anche alla supervisione artistica di Roberto Vernetti, che ha già curato i Delta V e la Crus: come dire, una garanzia.
Credits
Label: Black Coffee Records – 2008
Line-up: Paolo Larese (voce, chitarre, synth) – Cristian Milani (chitarre, synth, tastiere, cori, programmazione) – Filippo Testolina (bassi) – Stefano Privato (suoni, programmazione) – Giulio Farigliosi (keyboards, synth, progr.)
Tracklist:
- L’imbarazzo della seconda scelta
- Ego
- Lividi
- Please
- Ogniqualvolta
- Neutrale
- Nice day
- Pasq
- L’uomo con la porta
- Anestetico
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Mai fermarsi alle apparenze: questi ragazzi hanno davvero molto da dire. Soprattutto vanno ascoltati dal vivo, perchè il live è la loro dimensione migliore