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In moto costante… in Kitchen Love: intervista ai Mauve

Finalmente è uscito! Finalmente l’album full-lenght Kitchen Love dei Mauve è uscito! Il loro Ep d’esordio Sweet Noise on the Sofa del 2007, acclamatissimo dalla critica, era solo l’inizio.
Questi tre ragazzi (Alberto, Elda e Carlo) del Lago Maggiore hanno il coraggio di contaminare seguendo il cuore e le emozioni delle piccole grandi cose.
Nella loro Kitchen Love c’è di tutto, da Sean Connery a Cesare Pavese, da Edinburgo a Santiago, dal noise al pop, dal post-rock all’indie-rock. Il mondo musicale dei Mauve è ricco di sfumature, dove surreale e ironia sono pilastri su cui costruire.
In realtà Kitchen Love uscirà il 4 aprile ma LostHighways ha l’onore di presentare in preview cinque brani del disco come soundtrack di quest’amabile intervista.

Il 4 aprile uscirà finalmente il vostro attesissimo Kitchen love. Finalmente uscirà il vostro primo album full-length dopo il notevole ep di debutto Sweet Noise On The Sofa. Dai primi assaggi sul vostro MySpace le aspettative non sono state disattese, si respira quella originalità sincretica del vostro sound che rimbalza tra suggestioni post-rock e pop, tra Sonic Youth e Mogway, senza perdere di vista atmosfere melodiche accanto a cavalcate prog-psichedeliche improvvise che subito penetrano l’anima. Come e dove è nato Kitchen love?
Alberto: Diciamo che l’idea è nata circa un anno fa, dopo il fortunato incontro con la Canebagnato Records che ci propose subito di realizzare un album. Da lì è cominciata la stesura dei brani, il loro “rodaggio” durante i concerti estivi ed infine la registrazione invernale in una cascina nell’alessandrino, riadattata per l’occasione a studio grazie a Christian Alati, fonico e produttore geniale oltre che bravissimo musicista. Nell’album suggestioni post-rock se ne trovano sempre, vedi Edimburgo mega-panda, ma sicuramente sono meno evidenti rispetto a Sweet noise on the sofa.
Elda: viaggi, date impossibili, incontri, nuove amicizie, nuovi amori e disamori… storie da cucina.
Carlo: musicalmente volevamo allontanarci da un certo clichè post-rock. Una maggiore, oltre che più consapevole, presenza della voce è la caratteristica che meglio contraddistingue questa “svolta”.

Amore ideale e amore da cucina… cos’è l’amore per i Mauve?
A: Ce lo siamo chiesti e ce lo chiediamo tutt’ora… l’amore va e viene, cambia, ti fa provare emozioni estreme ed uniche. Sicuramente l’amore dei Mauve è “da cucina”, perché è il nostro ambiente preferito per discutere, rilassarci fare merenda…
E: Preparare un pranzo per ospiti inattesi all’ultimo minuto. Con tutto ciò che hai, tutto ciò che sei: gli ingredienti che ti sono rimasti in cucina. Procedi a caso, e non saprai mai cosa ne verrà fuori. Non esiste una ricetta e nessuno conosce i tempi di cottura. A volte le storie sono fatte per essere consumate in fretta, una fetta di pane scaldata nel microonde spalmata di burro e ricoperta di zucchero.

Alcuni brani hanno il titolo legato a città… Edimburgo, Santiago… i ricordi di viaggi, luoghi vissuti quanto sono stati importanti nel realizzare il mood melanconico che è affiorato in maniera altamente emozionale in tali brani?
A: Difficile spiegare i titoli. Comunque sì, sicuramente ricordi di viaggi ed esperienze vissute in prima persona hanno contato molto nella realizzazione delle atmosfere dei brani. Ognuno di noi si porta dentro emozioni trascorse in luoghi differenti e lontani, che poi si riversano nel nostro modo di suonare.
E: Non sono stata in nessuno dei luoghi citati tra i titoli dei nostri pezzi. Me li sono immaginati
C: I titoli dei pezzi nascono spesso apparentemente a caso, quindi la componente inconscia è molto forte.. noi l’abbiamo assecondata.

Jaguar, we have to go ha un intro geniale, di una profondità unica e come evolve mi ricorda molto le ultime suggestioni meno progressive di Steven Wilson dei Porcupine Tree… trovo il pezzo fantastico in ogni suo framJmento… descriveteci la sua genesi?
C: Strofa e ritornello di Jaguar nascono a casa, un pomeriggio che mi ero messo ad armeggiare con la chitarra. Poi, come capita a volte, l’ho suonata alle prove e oplà! Loro mi sono venuti dietro con magica disinvoltura (una delle cose più belle che possono succedere quando sei in una band). Mi fa piacere che ti piaccia e tutti concordiamo pienamente sull’emozione che ci da quando la sentiamo/suoniamo.

Ascoltando il vostro album si sente un certo stile ed una certa attitudine che di solito porta a grandi cose… quanto è importante l’attitudine per i Mauve?
C: La risposta può essere molto. Ti posso assicurare che già fare un disco intero con un’etichetta indie come la Canebagnato è stata una gran cosa. A volte penso sia più importante l’attitudine rispetto a quello che fai praticamente. Anche se alla fine le due cose vanno abbastanza a braccetto. Nel nostro caso credo conti molto la sincerità di quello che facciamo.

Tre nomi: Christian Alati, Caterina Pinto e Nicola della CaneBagnato… cosa vi sentite di dire a queste persone? Mi permetto di farvi questa domanda perché dietro un progetto come il vostro ci devono essere per forza grandi rapporti di amicizia e collaborazione…
A: Al primo direi ancora di convincere il suo compagno di appartamento a vendermi una chitarra, A Caterina e Nicola un immenso grazie per tutto quello che hanno fatto e ancora stanno facendo insieme a noi.
C: Sicuramente prima che dei collaboratori sono delle persone con cui, fin da subito, abbiamo sentito una forte sintonia. Questo ha spalancato le porte all’amicizia che si è saldata nel tempo: “Raga’, quand’è che ci pagate le fatture delle cene arretrate?”

Ho visto che avete una data nella Biblioteca civica di Verbania… com’è nata questa location particolare?
A: La biblioteca di Verbania è un posto magico: una villa immersa nel verde con un’ottima collezione di libri, la vista sul lago, il direttore che indossa camice Hawaiane… a parte questo, è un ambiente che conosciamo molto bene, anche perché due di noi ci hanno lavorato
E: Tutto nasce da lì e tutto ci gira sempre attorno.
C: E’ lì che io Elda ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di riprendere a suonare nel 2005.

Cosa ascoltano in questo ultimo periodo i Mauve?
A: Syd Barrett, Kyuss, Fiub, Cesare Basile
E: Cose che con i Mauve non centrano quasi nulla! Ma questo mi ispira sempre tantissimo.
Tra i cd nel mio raccoglitore in auto: Dosh, Cosmetic e Swim ( Tafuzzy Records) – chiamala elettronica soft o ambient – ed un sacco di robaccia techno anni 90′ … io ho già voglia di fare cose un po’ diverse nei nuovi pezzi.
C: Disco inferno, Hood, New Order, Nick Cave, Why?

I Mauve vorrano sempre appartenere al mondo indipendente?
A: Sì, finchè lo vorrà il mondo indipendente… Amen.
E: Al momento Canebagnato è l’unica etichetta che voglio!
C: Se per indipendente si intende poter fare le cose che più ti piacciono nel modo migliore, allora la risposta è affermativa.

Il ruolo della rete per la promozione di un disco originale come il vostro?
C: Grandissimo. Volenti o nolenti, MySpace ha rappresentato una svolta nel modo di promuovere la musica su internet. Molti dei contatti, che si sono poi tradotti in date del tour, li abbiamo trovati lì. Non puoi pensare di promuovere un disco come il nostro senza l’ausilio delle rete (oltre che dei concerti). Noi abbiamo un sito, un blog, la pagina su MySpace, Lastfm, Qoob, e da poco anche sull’interessante portale Virb. L’unico problema è che per aggiornarli tutti ci metto un pomeriggio!!

Kitchen Love – Preview


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Un solo commento

  1. Maestro, imparo da lei l’arte dello scoprire meraviglia e del saperla restituire con il tatto dei profeti.
    Questa intervista crea un luogo del con-senso, un piccolo nido di piacere.
    Grazie.

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