“Quando dico due, ho già cominciato a contare e non vi è più limite. Esiste un solo numero vero: Uno. E l’amore, a quanto pare, è l’esponente migliore di questa unicità.” Così una voce fuori campo ci introduce a quello che tu ti aspetti un concerto e che invece si rivela qualcosa di più, un evento, ma soprattutto un’esperienza, visiva, uditiva, celebrale, interiore. Un’esperienza della mente, dolente, tremante e ardente. Un’esperienza del corpo che vibra, che brucia che partecipa.
Un’esperienza di bellezza, evidente, vitale e dirompente. L’esperienza di una scelta portata avanti con grande consapevolezza di sé, dei propri mezzi e del proprio percorso. Questa milanese è la sesta tappa del Live In Love Tour dei Marlene Kuntz, un tour portato attraverso i teatri alla ricerca di una strada nuova in cui il modo di percepire e partecipare cambia e deve cambiare: siamo tutti seduti, non c’è la calca sotto il palco di qualsiasi concerto rock, manca la fisicità dell’evento rock ma c’è qualcosa di nuovo ed emozionante, l’attesa… E il sipario si apre con Cristiano Godano seduto che imbraccia una chitarra classica e canta uno dei pezzi più introspettivi dell’ultimo disco, Stato d’animo. È una dichiarazioni d’intenti, di poetica e fin dal principio sai cosa ti sta offrendo stasera. Un contatto con lui e con la band intimo e pieno di comunicatività. Seduto in poltrona ti concentri solo sulla musica, non esiste più niente e allora succede che ogni parola, ogni suono, ogni movimento luminoso passa dal palco a te e forse torna al palco per trasformarsi in energia che esplode in due pezzi carichi di pathos come Fantasmi e 111. Nella prima, mentre la musica incalza, senti che la stilosa dignità prende corpo, si trasforma in rabbia, in rivalsa e il finale è assolutamente stupendo, travolgente, coinvolgente. Così come è viva 111, dove anche il gioco di luci contribuisce a farti sentire dentro la canzone. Quella luce rossa e violacea e Godano che diventa quasi un’ombra mentre implora “che mostro sono”. La prima parte del concerto è dedicata quasi esclusivamente ai pezzi nuovi con l’eccezione di due cover, Siberia dei Diaframma e La libertà di Giorgio Gaber. E poi ci sono le canzoni dei dischi precedenti, la sensualissima Nuotando nell’aria, la dolce La canzone che scrivo per te. Il tempo vola e arriviamo alla prima pausa senza che ce ne rendiamo conto, ma il primo bis è un momento incredibile: Negli abissi tra i palpiti, Ricordo, Ineluttabile, suonati senza sosta con una bravura davvero indescrivibile. Il finale di Negli abissi tra i palpiti è un gioco di suoni notevole: la musica scema pian piano lasciando solo il battito della batteria, il palpito di un cuore. A chiudere il concerto la terza cover Impressioni di settembre e tanti, tantissimi applausi. La sensazione andando via è di aver vissuto qualcosa di unico e di aver avuto una grande occasione stasera. Poter godere della bravura di Godano, Tesio e Bergia e soprattutto di aver potuto condividere un progetto, un’idea portata avanti con grande ardore. (Lost Gallery)