“A penguin on my shoulders / an elephant in skirt / myself in love for you / how can they be the same?” (Surpreses). Si consuma in una mezza stagione fra tante la delicatezza di questo disco. Nato senza nome per poterne avere molti, ogni sera uno diverso, come fosse nuvola, come giocasse a forme nuove, scelte dagli occhi di chi ascolta. Lo stesso cielo e diversi blu, ritratti tutti come fossero l’unico blu possibile. Chitarra e voce, emozioni sussurrate in punta d’ugola, in equilibrio sul filo sottile che separa il silenzio dal pudore. Dodici canzoni d’amore: amore Dentro, delle piccolissime cose che scaldano, che somigliano a niente e al possibile, a tutto e al suo contrario. Sentieri del cuore, delle mani, dodici lettere mai spedite, scritte a matita, corrette, ridotte all’osso, spogliate del superfluo, decorate a linee di cenere. Trema la luce tenue che filtra dalle gelosie dei pezzi. Luce contraria al bagliore, luce di incanti dolci, malata di salute e leggerezza, contraria al vanto e al rumore. A chi è nell’altra stanza e a chi nascerà: canzoni domestiche, schive, dedicate alla fragranza delle rivelazioni, allo stupore delle attese, alla vicinanza, alle normalità. Piccole, inglesi, meridionali: canzoni fra quattro muri e oltre confine, sedentarie e in volo, fermate per dispetto alla metrica dei minuti, al folk della pelle.
Mr. Milk scrive, suona, canta, sogna un privatissimo cantautorato clessidra: il tempo che misura è tempo di dettagli, sospiri, fotografie color seppia. Bon Iver, Nick Drake, Bob Corn: è loro che incontriamo fra le pieghe dei pezzi. Ma dirlo serve a poco: il disco è altro. È quella stanza, quel vagabondaggio, quei nomi: how can they be the same?
Credits
Label: Casa Molloy – 2010
Line-up: Mr. Milk (voce, chitarre, pianoforte)
Tracklist:
- Calls&Letters
- Deepfar
- Drawing a kiss
- Forced
- Surprises
- Little march for a whore
- Goodbye Prisoner
- Who won
- Cripple
- Monster
- Cardinal legs
- Stupid guy
Links:MySpace