La logica non euclidea del cospirazionalista, indagata da Gigi Giancursi
Le regole del gioco, dicevamo nell’articolo precedente. C’è chi le rispetta e chi pensa che siano un pretesto per distrarci da ‘qualcos’altro’.
Proviamo ad analizzare il caso Wikileaks.
Le regole del gioco ci dicono che un certo Assange, nato il 3 luglio del 1971 sia questa specie di paladino delle verità nascoste. Ha la mia età, anzi, è più giovane di me di 40 giorni, una lunazione e mezza (ma ha già tutti i capelli bianchi – io no). E’ un hacker negli anni ottanta e agli inizi del ’90 viene incarcerato perchè viola il Dipartimento della Difesa americano. Viene rilasciato per buona condotta. Teniamoci a mente questo.
Il gioco di cui descriviamo le regole qual è?
Esiste un mondo con delle superpotenze. Ogni superpotenza ha una crepa. Si pensi alla Morte Nera di Guerre Stellari. Assange, novello Luke Skywalker, penetra con la sua astronavicella virtuale all’interno della fortezza ritenuta inattaccabile e affonda il suo colpo. Ma viene preso.
Ci ritenta una seconda volta con Wikileaks.
A questo punto il buon cospirazionista sente già puzza di bruciato.
Perchè la sua mente paranoide non può accettare il fatto che una persona incarcerata per violazione al sistema della difesa americana possa mettere su un sito che ha come finalità quella di divulgare documenti proibiti. Se il telefono di Lele Mora è sotto controllo, a maggior ragione dovrebbe esserlo quello di Assange.
E mi sento di aggiungere che questa non è paranoia, ma buon senso.
Invece Assange va oltre.
Certo, diranno i debunkers. Il server sul quale era ospitato il sito gli è stato tolto. Ora Wikileaks è ospitato da un server svedese. Che, guarda a caso, è garantito da una legge fatta ad hoc il 16 giugno 2010, poco prima delle nuove rivelazioni di Wikileaks.
Usciamo dalle regole del gioco e immaginiamoci questo scenario.
Esiste un luogo dal quale si tirano i fili della politica internazionale. I governi sono una facciata. Assange è parte integrante di questo disegno, forse addirittura in mala fede. Vediamo se regge, un po’ come nelle dimostrazioni per assurdo in matematica.
In fondo Wikileaks non ha rivelato nulla di fondamentale e di sconosciuto finora. Gli americani attaccano i civili? Ma va? Berlusconi è stanco a causa delle sue notti brave? Ma davvero?
Un giorno gente come i miei genitori hanno acceso la tv e hanno appreso dell’esistenza di Wikileaks. Tutti i telegiornali ne parlavano. Esistono migliaia di siti indipendenti con centinaia di migliaia di informazioni dirompenti che escono tutti i giorni e che potrebbero fare traballare qualsiasi poltrona. Le rivelazioni di Wikileaks non hanno fatto finora traballare un bel niente. Hanno semmai orientato certe parti politiche a sentirsi più legittimate nelle loro spinte finto pacifiste (che si risolvono in una pianificazione lenta di una exit strategy) o finto moraliste. Regge il discorso che Assange potrebbe essere funzionale ad un disegno da compiersi che ci sfugge solo perchè lo stiamo attraversando? Francamente sì.
Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. vale per la chi pensa che Wikileaks sia il bene ma anche per il fronte opposto. Mi spiego meglio:
se penso che Wikileaks sia veritiera e che Assange sia un simpatico mascalzone, penso che in fondo ci azzecchi nelle sue divulgazioni.
Se penso che Wikileaks sia manovrata e che dietro ci possa essere qualche strategia, forse ci azzecco comunque.
Secondo voi, il pensiero di Andreotti in quale dei due sentieri si colloca?
La partita a scacchi. Bianco, nero. Ma a volte bisogna discutere la scacchiera stessa.
Tutto questo lo trovo avvincente.
Wikileaks ha affermato di avere documenti sconvolgenti sul sistema bancario internazionale.
Aspettiamo un riassesto globale dell’economia? In fondo lo si sa che prima o poi qualche grosso crack toccherà da vicino l’economia occidentale. Abbiamo visto le prime avvisaglie nel 2008. Forse Wikileaks è funzionale all’exit strategy di un certo capitalismo d’assalto che non può più giustificare se stesso perchè si è gonfiato a dismisura? Divulgare certi documenti (ricordiamo che se vengono divulgati è perchè c’è qualcuno che li passa) potrebbe servire ad assecondare certe spinte per giustificare un riassesto del sistema bancario. Staremo a vedere.
Intanto, muoviamo il bianco.