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Treelogia: JoyCut @ CovoClub – RadioCittàFujiko – SemmStore (BO), 11-23-25/03/11

Questo è un articolo anomalo; esce dai soliti schemi lineari che deve seguire una redazione per salvaguardare la leggibilità e la fruizione del proprio lavoro editoriale.
C’è un però: noi di LostHighways siamo anomali e tutto ne va di conseguenza. In un paese cieco ed abietto noi cerchiamo di vedere la qualità, senza inseguirla, bensì correndole incontro, e spesso la corsa non è lineare. Questo è accaduto con i JoyCut qualche anno fa. Forse siamo stati i primi ad accorgerci di loro, ma in realtà non ci interessa la gloria, soprattutto se deve essere la nostra.
A noi interessa la qualità, le piccole soddisfazioni, i sorrisi ed il rispetto, ed è questa storia che anche oggi vogliamo raccontare in un microviaggio di tre tappe al fianco di una band magica.
Tre dimensioni definiscono la posizione di un punto nello spazio, ed osservando tre dimensioni completamente differenti nelle quali i JoyCut si sono espressi, tentiamo di cogliere le sfumature di un progetto artistico ricco e, per certi versi, esemplare.

11-03-2011 @CovoClub (BO)
La band bolognese (d’adozione) sale sul palco del Covo a presentare il proprio disco in una tra le prima date di un tour che li porterà in giro per tutta la penisola. E’ fresca la pubblicazione di Ghost Tree Where To Disappear e dopo l’unanime plauso da parte della critica la curiosità è tanta.
Io stesso, pur conoscendo bene il nuovo disco, non riesco ad immaginare come sarà la trasposizione live dei brani. L’ultima loro esibizione alla quale ho assistito risale all’estate scorsa nella bellissima rassegna del Botanique Festival (Giardini di Filippo Re – BO). Pesanti problemi tecnici sul palco hanno sporcato la prova live e fatto trapelare il nervosismo nei volti dei componenti della band, quindi non posso utilizzare quel ricordo per creare nella mia mente proiezioni ad aspettative per l’attualità. Ora c’è solo curiosità di capire come un disco riconosciuto “una eccellenza” di questo inizio 2011 potrà riuscire ad esprimersi nel live.
Un pezzo dal precedente The Very Strange Tale of Mr.Man apre il concerto: Yokono, come tutti i vecchi brani qui riproposti, ha un sapore nuovo che tende alle sonorità del nuovo disco senza perdere la personalità originale. Clean Planet spalanca le porte ai colori di Ghost Trees Where To Disappear, mentre alle spalle della band sono proiettati magnifici filmati a carattere naturalistico ad esaltare la bellezza della musica.
Decisi, sicuri, i JoyCut si destreggiano sull’ostico palco del Covo. Pur essendo quotatissimo nell’ambiente alternativo bolognese, il locale non sempre offre una grande resa sonora alle esibizioni; sul palco ci sono un po’ di problemi, ma non traspare eccessivamente e dalla sala si può godere un buon concerto.
I brani che compongono il disco si susseguono ed accolgono il calore del pubblico, folto ed eterogeneo. Forza e delicatezza: il contrasto è una costante dei JoyCut. La melodia, il canto e le ascensionali concatenazioni sonore colorano la musica dei JoyCut, donando leggerezza ad un progetto artistico che negli intenti è tutto fuorché leggero. Le tematiche ambientali, che fanno perno nell’etica della band, possono rischiare di essere pesanti, e la bravura sta nell’offrire un messaggio solare guardando avanti, piuttosto che mirare al buio del presente.
Ad impreziosire il set va segnalata la cover di Top Of The World (James): lenta e delicata, complice la profonda voce di Pasquale Pezzillo, è capace di scavare nel profondo per portarci, paradossalmente, in alto, alla cima.
La splendida Come On chiude il concerto con passione e potenza, come un rito liberatorio: una vera e propria esortazione.

23-03-2011 @RadioCittàFujiko
Ospiti di Absolute Beginners, programma dedicato alle novità musicali del panorama italiano, i JoyCut offrono la loro voce per una piacevole chiacchierata spezzata dall’inserimento di alcuni brani direttamente dal disco ed esecuzioni live-acustico.
I conduttori radiofonici chiedono ai JoyCut di fare luce sul loro progetto; questo viene descritto da Pasquale Pezzillo con il suo caratteristico modo di esprimersi che offre il giusto peso ad ogni singola parola. Declinazione di questa ricerca espressiva linguistica è tutta la musica dei JoyCut, che come viene spiegato dagli interessati, ha scelto proprio la lingua inglese per i propri brani non come via di comodo ma per porre la musica su un piano superiore. Destrutturando la musica ed il linguaggio si è voluta creare l’identità dei JoyCut, sonora, grafica e testuale.
L’esibizione live che i JoyCut propongono in questa sede è esempio di quanto appena affermato: insolite percussioni, minimale uso dell’elettronica e rivisitazione acustica delle parti di chitarra e basso hanno dato modo alla band di creare un micromondo derivato. Distantissime nella veste, vicinissime nello spirito, le inedite versioni live che la band ha eseguito arricchiscono lo spettro di colori con i quali li si può descrivere. Su tutte va menzionata l’incantevole versione di W4U.

25-03-2011 @SemmStore
SemmStore è un “giovane” negozio di musica nel centro di Bologna. I concerti in vetrina sono una coraggiosa e bellissima pratica che già da qualche tempo sta prendendo piede in svariate città con un ottimo riscontro di pubblico.
L’avvicinamento tra il luogo che vende la musica e l’esibizione live può solo fare bene, annullando le distanze tra creazione e distribuzione, rendendo carnale la musica, palpabile.
Come me in tanti si sono dati appuntamento sotto il portico di Via Oberdan, e solo una piccola parte riuscirà ad entrare nell’affollato negozio che, tra gli scaffali e le vetrine, trova tappeti stesi a terra con tutta la strumentazione completa per un perfetto set elettrico.
In questa dimensione nuova ed estremamente paritaria (la band è tra il pubblico, alla stessa altezza senza poter godere di un palco), l’esibizione prende inizio. L’inusuale situazione va a creare un clima assolutamente informale di piena condivisione e trasparenza. Gli amplificatori offrono un suono pulito che si può gustare anche meglio che al Covo, garantendo un buon ascolto del mix di tutti i dettagli musicali e vocali. Il potente e saldo basso, la precisa ma estremamente espressiva batteria, l’importantissimo apporto dell’elettronica delle tastiere e del synth: tutto è più chiaro e trova la sua perfetta posizione nel gravitare attorno alla carismatica voce.
L’invito al pubblico a cantare trova pronta risposta, ma purtroppo il tempo è tiranno, e per poco non si riescono ad eseguire tutti i brani di Ghost Trees Where To Disappear.
E come d’incanto il negozio torna ad essere un grande dispensatore di dischi, ma quella musica rimarrà nell’aria almeno fino al prossimo concerto in vetrina.
Questo microviaggio al fianco dei JoyCut ha confermato ciò che da tempo sapevamo, ciò che avevamo visto con un pizzico di preveggenza, ciò che più volte abbiamo descritto. E’ bastato ascoltare. Perchè la qualità non ha gusto. Il successo dei JoyCut nasconde qualcosa di ancor più grande, perchè l’urlo di Mr.Man è dentro ognuno di noi.  Riuscire a riconoscere quell’urlo è il successo. Ed in fondo è un successo di tutti. (Foto di Emanuele Gessi)

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