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Pop-Rock in donationware: intervista a Niccolò Bossini (The teachers)

Niccolò Bossini, chitarrista di Ligabue dal 2005, ha una band sua da dieci anni almeno: The teachers. Pur calcando palchi importanti, pur suonando davanti a folle oceaniche non ha dimenticato il progetto con il quale è cresciuto. Ha continuato a credere in quel pop-rock cantanto in inglese tra i Rolling Stones e gli Oasis. Dopo che le case discografiche nostrane gli chiudevano le porte perché la sua musica era in lingua inglese, dopo che le etichette UK trovavano difficoltà a produrre un disco che sarebbe stato complesso promuovere in terra di Albione con una band in Italia… l’idea del donation-ware alla Radiohead, autoprodursi il debut album Greatest hits e metterlo in download con prezzo basato su donazione. Le vie del digitale sono infinite e di questo ed altro LostHighways ha chiacchierato con uno dei chitarristi più emergenti del panorama pop-rock italico.

Greatest hits è forse il primo album di una band italiana che è uscito nella formula digitale donation-ware, idea partorita dai Radiohead l’anno scorso. Il vostro rock non avrebbe avuto difficoltà ad essere prodotto da qualche etichetta internazionale o nostrana… come mai avete scelto di sfidare il mercato discografico?
A quanto pare sì, invece, dato che per anni abbiamo incontrato soltanto produttori o presunti tali interessati ma non abbastanza da buttarci dei soldi. In questo non è che abbiamo sfidato il mercato discografico. Era un’esigenza, l’esigenza di farsi sentire dopo tanti anni. E questa mi sembrava la strada migliore.

Ascoltando il vostro disco emerge una bella amalgama e intesa fra di voi… Il titolo dell’album è sicuramente stato deciso in questo senso… penso che siate un gruppo di amici che suona da una vita insieme… ci puoi raccontare qualche microstoria che si nasconde dietro al vostro progetto?
Il titolo è autoironico, perchè in realtà praticamente è il primo disco ma teoricamente è l’ennesimo che produciamo. In realtà poi, nonostante il fatto che siamo amici da tantissimi anni e siamo come fratelli, molte volte non ci sopportiamo per nulla e il clima è spesso pesante. Capisco che sia brutto ma in realtà il più delle volte, nelle band, è così.

Trovo I’m not afraid e Sometimes I’m just a man tra i brani più incisivi del disco. Come sono nati? E a quale brano del disco siete legati di più?
I’m not afraid è un pezzo scritto tanti anni anni fa, poi completamente riarrangiato (c’era anche un assolo di tromba in mezzo!), mentre Sometimes i’m a man è un pezzo relativamente nuovo, nel senso che l’ho scritto a casa di una mia ex fidanzata, così in diretta un paio di anni fa, del tipo “adesso ti scrivo una canzone”. E ho scritto quella.

Domanda inevitabile… cosa ne pensa Luciano Ligabue di questo tuo progetto? Cosa ti ha dato l’esperienza con la band di Luciano?
Gli feci sentire i pezzi un annetto fa e gli erano piaciuti. Poi sai, di più non so, capita sporadicamente di parlarne. Anche perchè quando ci vediamo ci sono sempre un sacco di altre cose di cui occuparsi. Ora per esempio ti racconto da un albergo di Zurigo, in quanto siamo impegnati con il tour europeo, con una band nuova composta anche da musicisti americani. Tra concerti e spostamenti siamo molto impegnati..

E’ più importante l’attitudine o la sostanza per scrivere canzoni rock?
Io onestamente non credo di scrivere delle vere e proprie canzoni rock. Diciamo pop/rock. Pop perchè mi rendo conto che sono orecchiabili e sono accessibili a molti. Il rock secondo me è fatto di attitudine, non so chi l’ha scritto ma ultimamente ho letto che il rock è il posto dove per qualche minuto sei completamente libero di sragionare. Sono d’accordo.

Una tua personale classifica di migliori chitarristi rock di tutti tempi?
Oh, è veramente difficile! Qualcuno lo si lascia fuori sicuramente. Posso dirti iprimi cinque che mi vengono in mente. Angus, Van Halen, Clapton, Page e mettiamoci anche Joe Perry, per stare in tema di guitar hero….

Quanto devi al web (es. MySpace, peer to peer, lastfm) in termini di promozione della tua musica?
Moltissimo. Non saremmo assolutamente nessuno se non ci fosse internet. Considerato il fatto che per ora giornali e tv non ci hanno ancora molto cagato (fatta eccezione per due o tre cose tra cui rockTV che comincerà a breve a passarci il nostro primo video), tutto quello che siamo riusciti a fare è stato sulla rete. Basti pensare che il nostro primo disco è uscito on line, e non sicuramente perchè abbiamo voluto evitare le case discografiche.

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