Continuano a stupire, anche a distanza di dodici anni dal loro primo album: i Mariposa, con Semmai Semiplay creano nuovi intrecci sonori. Nella folle discografia dei Mariposa è inevitabile notare una crescente presa di coscienza dei propri mezzi e delle ovvie conseguenze. Questo porta a riconoscere Semmai Semiplay come il disco più “ordinato” della band. Bisogna però ricordarsi che dietro a questi musicisti ed alla loro creatività c’è una motore inarrestabile chiamato Trovarobato, capace di spaziare nella scena musicale italiana nelle vesti di etichetta, produttore di programmi radiofonici, promoter ed agenzia di booking che può vantare collaborazioni stabili con determinati locali. Insomma: una macchina da guerra che porta inevitabilmente a riconoscere la musica non solo come un gioco così come sembrava l’approccio musicale delle prime pubblicazioni dei Mariposa.
Lo sgargiante mosaico stilistico dei Mariposa rappresentava nella sua frammentazione un’identità solidissima. E Semmai Semiplay è un disco organico e maturo in cui però le componenti principali sono solo due: la ricerca pop iniziata nel precedente ed omonimo disco e la personalità crescente di Alessandro Fiori. Quest’ultimo, tra Mariposa, Amore, la sua acclamata esperienza solista ed i più recenti Craxi, può vantare un’esposizione enorme, che sempre sembra essere intento di traino.
Virando verso sonorità più ballabili, la band stupisce con la morbida ed onirica Santa Gina e la più ritmata Chambre. Tre mosse stupisce per la “serietà” con la quale si propone; un corpo perfetto, sinuoso e cupo al contempo, non riesce a trattenere i colori nella musica e nei testi del ritornello (“ma perchè canto se non ho un cazzo di voglia di cantare?”) andando a creare forse il brano più bello del disco. Black baby hallucination è un pezzo rock con orchestrazioni ed una forma canzone riconoscibile ed ammiccante mentre Eccetera eccetera si apre ai territori cantautorali di Fiori con un fondo musicale psichedelico che esalta gli intrecci delle voci. Con grande stile è quasi una marcetta spensierata, con cori dalle tinte vintage. Paesaggio indoor, divertente e ben riuscita, accoglie gli straordinariamente ordinati fiati di Enrico Gabrielli così come la successiva Come un cane. La conclusiva Lago suona come una scanzonata ninnananna che si apre e si innalza, poi sfuma chiudendo l’intero disco.
I Mariposa hanno sfornato un bel disco, che appare molto pulito al confronto dei precedenti: ricco di orchestrazioni ma meno spigoloso nei continui cambi di direzione ai quali eravamo abituati. In Semmai Semiplay ogni brano è un luogo, non come spesso accadeva in precedenza dove in un pezzo ci si poteva perdere in un dedalo di strade che portavano a cento differenti paesaggi.
Un passo indietro o un passo avanti? Diciamo che è un passo “verso” la canzone ed il pubblico. Nel bene o nel male, consciamente od inconsciamente, i Mariposa con Semmai Semiplay escono allo scoperto.
Credits
Label: Trovarobato – 2011
Line-up: Michele Orvieti (tastiere) – Rocco Marchi (chitarra elettrica) – Alessandro Fiori (voce, diatonica) – Valerio Canè (basso, theremin) – Gianluca Giusti (piano elettrico – sintetizzatore) – Enrico Gabrielli (fiati) – Enzo Cimino (batteria)
Tracklist:
- Pterodattili
- Santa Gina
- Chambre
- Tre Mosse
- Black Baby Hallucination
- Eccetera Eccetera
- Con Grande Stile
- Paesaggio Indoor
- So You Can Live With Song
- Come Un Cane
- Ma Solo Un Lago
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