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Nove artisti per seminare, per educare all’ascolto. Rassegna di speranza nel ventre di Napoli.

A grande voce. A tarda notte. In una strada di poca luce tra Marzo e Maggio si è cercato di accendere una speranza: cercare di alimentare la curiosità per quella musica dei piccoli numeri, per quella musica che non accetta i compromessi in nome della qualità nella città di Gomorra, dove tutto è più difficile. In questa sfida impossibile  c’eravamo noi di LostHighways in prima linea con l’ausilio fondamentale del Mamamu Live Bar, di Fonoteca e del Rockalvi festival. La rassegna non si è limitata alla semplice organizzazione di eventi live serali nello storico locale di Napoli ma ha avuto un anticipo anche nell’organizzare degli showcase pomeridiani più intimi in Fonoteca, ultimo negozio di musica in stile Alta Fedeltà sopravvissuto all’avvento dei grossi megastore. Cosa ci resterà di questi nove appuntamenti? Prima di tutto resterà lo spirito: non far scomparire Napoli dalla cartina geografica della musica indipendente italiana; l’aver voluto rendere viva una città apparentemente morta quasi a leggere in anticipo quel bisogno di rinascita che sarebbe scoppiato da lì a poco nella città con le elezioni amministrative di maggio. Il fatto di voler a tutti i costi unire il nord con il sud proponendo soprattutto artisti indipendenti fuori della Campania  con aperture di band locali è stato anche quello una sorta di anticipo di quell’asse Milano-Napoli generato proprio dalla musica che avrebbe caratterizzato il recente scossone sociale e politico della penisola. Tra soste in doppia fila, slalom in traffico metropolitano, parcheggiatori assonnati e lenti pizzaioli, tra eventi paralleli dell’ultima ora e partite del Napoli abbiamo traghettato i nostri protagonisti: Bachi da Pietra, Lele Battista, Lydia Lunch, OfeliaDorme, Andrea Cola, JoyCut, Giuliano Dottori, Marlowe e Songs for Ulan.
Questi nove artisti hanno coperto differenti generi e attitudini alla scrittura di musica indipendente di qualità. Sono stati prima di tutto nove grandi professionisti. LostHighways non dimenticherà le loro figure suonanti sullo sfondo del nuovo logo del sito firmato dalla nostra grafica Aurora Lobina. Una rassegna che non ha mosso masse ma può vantare di aver portato a Napoli i migliori talenti di cantautorato italiano contemporanei, le migliori proposte di band indipendenti nostrane e soprattutto di aver portato un’icona storica del movimeno no-wave del post-punk dei primi ottanta. Siamo orgogliosi di aver affiancato a questi grossi artisti valide proposte locali come  Dilis, Lev, Psychopathic Romantics e Jacob’s room. E’ stata un’altra forma di sostegno e supporto che LostHighways ha voluto regalare alla musica nascosta che ama tanto descrivere da quasi quattro anni a questa parte. Le difficoltà ci sono state ma non ci fanno arrendere e ci danno la carica per proiettarci su collaborazioni future sempre in nome della musica di qualità. Grazie a  tutte le persone che ci hanno supportato durante i nove concerti di questa primavera di musica e speranza. Grazie a Ciro Matarese, che ha iniziato tanti anni fa con un entusiasmo e una passione da ammirare. (Foto di Lucio Carbonelli e Serena Mastroserio)

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