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Ancora una volta dalla parte della musica emergente: Mamamu Rock Fest 8°edizione

Da un bel po’ di anni c’è una persona  a Napoli che non ha mai smesso di credere che la musica live deve essere musica emergente e di qualità indipendente. In questa sua attitudine ha offerto sempre spazio a questo tipo di musica sia durante l’inverno nel suo grazioso live bar del centro storico sia  durante un festival estivo. Questa persona non si è mai vincolato a generi e mode, la gente che frequenta i suoi eventi live si fida del suo approccio esplorativo. Grazie a questa sua filosofia Napoli ha avuto quasi sempre la possibilità di ospitare artisti indipendenti prima che stessero sulla bocca di tutti. E’ sempre stato dalla parte delle band emergenti locali ed ha sempre facilitato date di artisti fuori dalla regione campana. Anche per l’ottava edizione del Mamamu Rock Fest questa persona ha fatto i salti mortali. Le novità principali di questa edizione sono state: un headliner straniero del calibro di Hugo Race con il suo nuovo progetto The Fatalists, in cui suonano i due pilastri dei Sacri Cuori (Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli) e lo Street Stage, un secondo spazio live (oltre al palco centrale) dove si sono esibite alcune band emergenti selezionate da una giuria composta da Mamamu, BulbArtWorks, Subcava Sonora e LostHighways.it. A conferma di questa’attitudine esplorativa pluriennale non ha meravigliato più di tanto che i Mariposa fossero gli headliner della seconda serata (questi hanno suonato spesso al Mamamu live bar anche anni prima che raggiungessero una certa notorietà).
Lo spazio all’aperto di Città della Scienza che ha ospitato la manifestazione è stato tra i più suggestivi delle varie edizione, complice la vicinanza al mare di Bagnoli e ai ruderi post-industriali  dell’ex-Italisider. Un’altissima canna fumaria ha tremato sotto il rock potente dei Totenwagen e  sotto l’elettro-noise dei Nouer, si è ipnotizzata davanti al solido e originale alternative-rock dei dasAuge,  ha ballato al nuovo ritmo dei Gentlemen’s Agreement, ha sognato favole di bosco con il suggestivo post-rock de Il Cielo Di Bagdad, si è emozionata con le liriche del vero talento napoletano degli Gnut di Claudio Domestico. Tra gli intermezzi dello Street Stage e gli emergenti del Main Stage si ricorderanno i BarNoir, The Trick, Sabba e Gli Incensurabili, Sonatin For A Jazz Funeral e R&Fusion che hanno mostrato una forte carica live accompagnata da una creatività per certe soluzioni di sound originale.
Se c’è qualche evento live di un certo spessore a Napoli lo si deve anche a persone uniche come Ciro Matarrese. (Foto di Lucio Carbonelli)

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