Questo articolo potrebbe sottotitolarsi “cronaca di un concerto (più volte) annunciato”: nel corso dell’ultimo anno avrei dovuto vedere i Calibro 35 live almeno cinque volte, ma per varie vicissitudini mi è sempre saltato, tanto che ormai ero convinta che su di me si fosse abbattuta la “maledizione dei Calibro”. Così quando ho letto che il 25 luglio la band avrebbe suonato in quel di Carpi ho incominciato ad incrociare le dita e a fare qualsiasi tipo di rito scaramantico. Finalmente arriva la data fatidica e io e la mia fida compagna d’avventure (mia sorella) partiamo alla volta del Coccobello. Il cielo non promette nulla di buono e le temperature sembrano settembrine nonostante il calendario dica che siamo in estate inoltrata. La scritta “Macello pubblico” che capeggia sul porticato d’ingresso non è delle più rassicuranti, ma entriamo incuranti del pericolo.
I Calibro 35 sono una band che non ha bisogno di presentazioni: sono una delle realtà più valide che abbiamo in Italia e che siamo orgogliosi di esportare anche all’estero.
Se su disco sono ottimi, dal vivo sono spettacolari! Le temperature non proprio estive e il fatto che sia lunedì sera non contribuiscono di certo a creare atmosfera, ma non appena Enrico Gabrielli invita ad abbandonare le nostre (scomode) sedie per avvicinarci al palco la gente inizia a scaldarsi. Per un’ora e mezzo abbondanti i Calibro 35 regalano brani tratti dai loro tre album (Calibro 35, Ritornano quelli di…, Rare) intrattenendo nel migliore dei modi, nonostante, per loro stessa ammissione, siano stanchi per aver suonato anche la sera prima. I Consigliori, Notte in Bovisa, Ballando in balera, Summertime killer, Convergere in Giambellino, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto sono alcuni dei brani che più fanno divertire. Uno spettacolo all’insegna dell’improvvisazione, che mette in luce la maestria dei quattro musicisti sul palco e fa scattare un tuffo negli anni ’60 a ritmo di funk, soul e jazz. Gabrielli passa con nonchalance dalle tastiere, al sax, al flauto traverso. Luca Cavina e Fabio Rondanini tessono le trame su cui Massimo Martellotta stende le note della sua chitarra. I Calibro 35 non sono sicuramente dei gran comunicatori (fatta eccezione per qualche battuta di Gabrielli, il concerto scorre via nel perfetto mutismo dei musicisti), ma gli strumenti parlano anche per loro e lo fanno ottimamente! Il groove dei Calibro 35 è favoloso e riesce a coinvolgere anche quel cinquantenne che ho di fianco che mi chiede con un perfetto accento emiliano “Ma sono di Carpi questi ragazzi? Non li ho mai visti…”. C’è chi prova persino a ballare, ma la cosa che colpisce di più è il sorriso sulle facce di tutti i presenti. La band è riuscita nell’intento non facile di riscaldare l’atmosfera perché quando sul palco ci sono veri Musicisti non serve altro, le note fanno tutto. (Foto di Katia Arduini)
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