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Assunzioni godute: Brunori SAS @ Magnolia (MI) 26/08/11

Sono le due. Sabato mattina. Da qualche ora ho un lavoro nuovo. Sono stata assunta dalla Brunori SAS. Sfioriva un venerdì d’agosto più denso di altri. Eravamo in tanti; a qualcuno hanno rinnovato il contratto, ne sono certa. Niente colloqui, pochissima forma. Puoi addirittura tenerti i capelli come ti pare, si vocifera. Conta poco l’apparenza nel mestiere che faremo. Lo senti a pelle. Una stretta di mano e sei con l’azienda. Un lavoro nobile, niente da eccepire: non smettere di sorridere. Non smettere di sorridere nemmeno quando i giorni ti strappano via la vita a morsi. Non smettere di sorridere, chiacchierare il non-senso con gli occhi bagnati d’alba, dell’odore che ha il tabacco se lo riaccendi, della piccolezza di certi atti d’amore. Non smettere di sorridere, farlo a cottimo, ora con le braccia alzate, ora con le mani giunte. Lasciarsi scappare via qualche lacrima quando ti senti spogliato, ri-conosciuto, sfiorato. Impararle a memoria le storie della gente, ché se vuoi raccontare la tua hai bisogno anche e soprattutto di loro. Essere loro, la gente, perché non sia più solo gente qualunque. Volere bene al mare, alla sua arrogante, eterna giovinezza. Volere bene al mare, alla sua saggia, schiumosa vecchiaia. Giocare a palla se ce n’è occasione: il colore di un pallone può essere antidoto e veleno; se ci hai giocato almeno una volta è più facile che finisca per salvarti: la vipera si volta e morde altrove. Intonare un valzer ogni volta che se ne presenta l’occasione: con le gambe leggere, il profumo di una rosa nelle narici, qualche pugno preso in piena faccia, perché servono anche loro, certi pugni. Così come serve la malinconia, purché non sosti in vizio, non volti in vezzo. Eccoci qui, formiche intellettuali, imprenditori squattrinati, cicale operaie, invalidi della civiltà, coniugi a ore, apprendisti Cupido: eccoci, Poveri Cristi, e ci sembra di conoscerla così bene questa sensazione, questa specie di ottimismo senza una ragione. Una busta paga ci fa comodo, ci si sbarca qualche luna e certe notti che non le sospettavi. Niente danaro ma canzoni, canzoni nude e bellissime: musica al lordo di un’energia incredibile, puri talenti e bella poesia, quella che ti viene voglia di appuntarti, naturale e feroce come una memoria onesta; una voce al netto di qualsiasi posa, come sentissi, da millenni, l’urgenza di alzarti, di correre fuori, e finalmente lo potessi fare. Sono quasi le tre. Sabato mattina. Questo insolito stipendio mi brucia sul cuore e, dovreste credermi, non mi riesce davvero di smettere di sorridere.
Grazie ai Brunori SAS per le loro Come stai, Guardia ’82, Il pugile, L’imprenditore, Nanà, Italian Dandy, Paolo, Animal Colletti, La Mosca, Tre capelli sul comò, Il giovane Mario, Fra milioni di stelle, Una domenica notte, Rosa, Lei, Lui, Firenze. Grazie per ogni singolo accordo, per Woody Allen, per le età dell’amore. La scaletta è un random di pancia, meglio sottolinearlo. (foto di Roberta Molteni)

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