Dopo due album ed addirittura un dvd, i Marta sui tubi possono osservare la strada percorsa da una postazione privilegiata. Scelti come headliner per la prima serata del Neverland Festival, i purosangue siciliani si stanno preparando per l’esibizione, in un backstage assolato e confortevole. Si chiacchiera come possono fare quattro vecchi amici intorno ad un tavolo: una birra e clima informale. La sincerità delle note dei Marta sui tubi si riflette negli ampi occhiali da sole di Carmelo Pipitone. Per scoprire l’essenza di un successo dettato da emozioni semplici ed innata simpatia Losthighways tenta di tuffarsi in questi riflessi scrutando gesti, rovistando tra le parole, solleticati dalle risate. (In collaborazione con Valentina Colaianni e Ilaria Agrò)
Ciao Carmelo, partiamo da qui: Neverland. Questo è un festival con un cast ricco di grandi nomi, cosa pensi di queste due giornate? Un altro successo nella vostra carriera…
E’ un gran bel festival, ottimo lavoro da parte di tutti! E’ organizzato in maniera davvero magistrale e per noi è davvero un grande onore suonare qua.
Voi, Marta sui tubi, siete anche appena apparsi nei negozi con un dvd (Nudi e crudi). La trovo una cosa un po’ particolare dato che solitamente si sceglie la realizzazione di un’opera del genere a coronamento di una carriera enorme… voi siete giovani!
In realtà, essendo noi dei cazzoni… lo si può anche dire.. abbiamo voluto fare questa cosa soltanto per un piccolo sfizio. Intanto avere del materiale. Chiudere in qualche modo… sai per il pittore che cos’è chiudere un quadro? Non ti decidi mai perché hai sempre qualcosa da limare, da perfezionare in qualche modo, allora devi deciderti: questo è il quadro! Noi volevamo in qualche modo chiudere con il passato. Mettere un punto, per poi andare avanti. E l’unico modo per farlo era metterlo su dvd.
Un’altra particolarità contenuta in questo dvd è indubbiamente il “documentario” riguardante le esibizioni Marta sui ghiacci.
Ogni volta che sento dire ghiaccio io sento freddo, rabbrividisco! (ride).
Ti ho visto molto sofferente in quelle immagini…
Sì, ero sofferente!
Puoi raccontarci qualche curiosità su questo insolito evento? Già il fatto di vederti fermo ad imbracciare uno strumento di ghiaccio immobile, ancorato al terreno è molto strano per te che sei solito dimenarti sul palco.
Sì, quello è stato molto particolare. Ma comunque non mi sarei mosso per il freddo! Allora… una cosa particolare è stata quando salivamo, siccome l’ossigeno inizia a mancare ad alta quota, ci hanno detto: “Cercate di respirare e di muovervi lentamente“. Cosa che noi non abbiamo fatto! Io sono arrivato sopra e taaaan (respiro profondo)… e pam! Sono svenuto praticamente. Mi hanno dovuto soccorrere… questa è la particolarità! Sono stati tre giorni davvero duri, credimi.
Sempre nel vostro dvd mi è capitato di scorgere una mia amica che ho conosciuto tramite MySpace. Era tra il pubblico, cantava. Pensa che non l’ho mai vista di persona! La capacità di internet nell’accorciare le distanze è assodata… quanto MySpace ed internet in generale sono importanti per la musica?
Credo che internet sia una forma di democrazia assoluta. Una cosa che serve a tutti. Ma è chiaro che è anche un’arma a doppio taglio: se abbiamo modo di dire la nostra tutti, anche il coglione, alla fine non c’è più un parametro di giudizio efficace. Chiunque può dire quello che vuole e fin quando hai cose intelligenti e interessanti da dire… va bene. Ma se hai delle cose poco interessanti da dire già è molto diverso, e pericoloso (anche se non vorrei dire così… non voglio apparire estremamente cattivo nel giudicare). Ora comunque tutti i gruppi che io conosco, in questo momento, si stanno muovendo così. Tramite internet hanno contatti con l’estero. Vanno a suonare all’estero e poi invitano i gruppi in Italia, che è pure un modo per condividere e per suonare senza avere alle spalle una grandissima pressione o un’etichetta.
Tra l’altro voi siete forse una delle ultime band nate senza il supporto di MySpace… questo è arrivato solo dopo.
Assolutamente! Penso proprio l’ultima.
Credi che sarebbe cambiato qualcosa se ci fosse stato MySpace quando voi siete nati?
No, non penso. Se tu pensi che negli anni ’60 anche i gruppi famosi, il cantante famoso, andavano a suonare nelle feste di compleanno. A quei tempi la promozione era quella. Cambiano i tempi e cambia anche il modo di promuovere un disco, un progetto. Quindi non lo so! Io non ti so rispondere su che cosa sarebbe successo, non ne ho idea.
Questa sera, prima di voi si esibirà anche un gruppo emergente scelto dopo una selezione locale: quanto è importante per i giovanissimi partecipare ad un festival di così grande livello?
Sì, è molto importante.. anche perché qualche tempo fa, al loro posto c’eravamo noi. Continuiamo a esserci tra l’altro. Infatti è un onore per noi, ripeto, essere gli headliner della prima serata.
E invece, osservando dal vostro punto di vista, per un gruppo affermato cosa significa condividere il palco con gruppi emergenti?
Lo devi chiedere al gruppo affermato però… io non ti so rispondere (ridiamo).
Personalmente penso che un’iniziativa del genere (Neverland) sia un esempio da imitare… e dispiace notare che eventi del genere si realizzano quasi esclusivamente al nord. Tu, da siciliano doc, cosa ci dici?
Sì, la settimana scorsa abbiamo fatto un giro particolarmente devastante. Abbiamo fatto Roma, Messina, Catania e Palermo. Ci siamo accorti che l’entusiasmo che c’è giù al sud è una cosa che ti fa sentire fiero di essere in qualche modo anche “terrone”. Al sud mancano le strutture; al sud manca tutto. Ripeto l’entusiasmo c’è però! Manca un posto come questo. Mancano delle sovvenzioni che credo siano abbastanza importanti per un festival. Manca qualsiasi cosa. Manca tutto. A noi musicisti interessa solo suonare ma sappiamo che molte persone, molti gruppi, molti nostri amici, che hanno sempre suonato al sud, non avranno mai un minimo di spazio, a parte sul MySpace magari. Proprio perché non puoi fare leva su altre possibilità. Parti svantaggiato: parti da -1. Se non ti offrono delle ottime motivazioni è impensabile partire da Palermo per andare a suonare a Roma in furgone, perché dopo tre ore e mezza sei ancora a Messina! Capito? Cioè, capisci come cambi idea immediatamente se ti offrono un posto di lavoro? Che poi non c’è… (ride).
Tornando al vostro dvd, c’è anche un nuovo Ep che lo accompagna: l’Unica cosa. E pure un nuovo musicista con voi. Vi accompagnerà in tour sul palco?
Purtroppo potrete vederlo in azione solo da ottobre perché il disco uscirà proprio ad ottobre. Per adesso si limita a fare il nostro fonico.
Il dvd porta un nuovo marchio…
Sì, Tamburi Usati.
Puoi parlarci un po’ di questo?
Abbiamo capito che l’unica via è quella dell’autoproduzione, perché nessuno investe, nessuno vuole sobbarcarsi dei costi che sono veramente improponibili. Per incidere un disco, promuoverlo e tutta una serie di altre cose, ci vogliono davvero tanti soldi che non tutti si possono permettere di spendere, noi compresi. Però è un investimento… se sai che quella cosa, alla fine, deve essere la tua vita… devi suonare ed essere conosciuto in giro, e infine lo fai volentieri. E poi sappiamo che più gente lavora allo stesso progetto, minore è il controllo che riesci ad avere su tutto questo. La cosa più pesante che devi affrontare è la parte iniziale: la registrazione del disco. Poi la registrazione di eventuali video. Però una volta superati questi problemi… puoi anche autoprodurti. E da queste motivazioni nasce la nostra nuova etichetta Tamburi Usati, che non è altro che l’anagramma di Marta sui tubi. In realtà c’era anche I Masturbati, ma insomma, abbiamo evitato! Non credo comunque che faremo produzioni esterne a noi, o robe del genere. È soltanto un marchio nostro, a livello legale, burocratico.
Vi permetterà quindi una maggiore indipendenza artistica?
Sì, assolutamente: è ciò che vogliamo.
Avete anche voi il pass no?! Venite ora… beviamoci una birra insieme!
Veramente bella intervista. Ed ho apprezzato anche la domanda sulla mancanza di eventi al sud simili. grazie a tutti ragazzi. Bravi tutti.