Eleganza part I
5 maggio 2008: il simpatico complessino giunge alla tredicesima tappa del tour promozionale di Studentessi approdando a Napoli con un doppio appuntamento, alle ore 16 da Feltrinelli per la presentazione del disco ed alle 21 al Teatro Acacia per un concerto che passerà alla storia come il più elegante degli ultimi anni. In entrambi i casi la vostra instancabile reporter si è sacrificata posizionandosi in prima fila per non lasciarsi sfuggire nemmeno un dettaglio degli eventi in questione: con 120 minuti d’anticipo era già davanti alla transenna per accedere all’incontro con il gruppo, decisa a incenerire con lo sguardo tutti coloro i quali imbastivano complicate manovre per fregarle il posto.
Finalmente alle tre e mezza possiamo accedere alla sala designata, nella quale veniamo intrattenuti dal cd degli Elii che risuona dagli altoparlanti, finché non ci accorgiamo che tra la folla è presente anche Tony Tammaro, accolto da scroscianti applausi e cori dei suoi brani più famosi, cori che cessano immediatamente con l’ingresso di Elio e soci i quali, ovviamente, catturano subito l’attenzione dei presenti. Ci sono tutti i componenti del gruppo tranne Christian Meyer e Jantoman che si sono persi, non sappiamo se per le vie di Napoli o all’interno della stessa Feltrinelli… siamo già in agitazione quando li vediamo arrivare scusandosi per il piccolo ritardo.
Elio parte subito col presentare brevemente il disco, annunciandolo come “un accostamento di canzoni”, per poi passare la parola ai suoi colleghi, ognuno dei quali illustra un pezzo in particolare: Christian Meyer parla di Parco Sempione, la cui ritmica nasce sotto la fascinazione per le musiche berbere udite durante un viaggio in Marocco, Jantoman della parte finale di Il Congresso delle parti molli (Elio non perde però occasione per ricordarlo in qualità di compositore del jingle della Coppa del nonno, brano prontamente canticchiato da Tanica), Faso dopo una parentesi sullo studio di Villa Francn si concentra su Gargaroz e altri pezzi con tempo dispari tipo Il Congresso e Supermassiccio, Cesareo decide di dedicarsi all’artwork ricordando che “Elio e le Storie tese sono sempre attenti all’estetica, Elio e le Storie Tese sono sempre attenti all’economia, perché le lumache le trovi ovunque”, Rocco Tanica parla di Plafone, pezzo nato dall’improvvisazione, e delle tonalità da topo raggiunte da Antonella Ruggiero, ultrasuoni udibili solo da pochi eletti tra cui il pifferaio di Hamelin. C’è spazio anche per un Mangoni in stato di grazia che ci allieta con un monologo fantastico sulla sua La risposta dell’architetto che ne dice quattro a Mondo Marcio in nome della famiglia. Dopo aver presentato degnamente il cd, Elio invita il pubblico a rivolgere domande, che sono le più svariate: da “Cos’è per te il rock”, a “Da dove nasce l’aria di Figaro cantata il primo maggio a Roma” (dedicata a Ciarrapico, come la “Sabbiature” di ben 17 anni fa nata sul medesimo palco dal quale vennero trascinati a piena forza e di fatto censurati dalla RAI) a “Rocco, non ti sembra azzardato far uscire il tuo libro (Scritti scelti male, ndr) proprio adesso che è in libreria quello di Simona Ventura nonché l’attesissima biografia di Marco, il vincitore di Amici?”.
Le risposte sono nell’ordine: ” Il rock può essere tutto, io (Elio) non amo le etichette, comunque noi siamo superock perché cerchiamo sempre di rinnovarci, di cercare nuove vie, non come Mark Knopfler che fa sempre gli stessi dischi”, “L’aria di Figaro nasce dall’ammirazione che abbiamo per Ciarrapico, un eroe dei nostri tempi, un esempio per noi tutti, che seguiamo già da anni” fino a “Sì, sarà una dura lotta, ma credo che i tempi siano maturi per provarci, vorrà dire che ci contenderemo la stessa fetta di mercato”.
Del resto, nella vita bisogna avere coraggio.
Dopo il dibattito il gruppo riceve i suoi adoratori che si fanno firmare qualsiasi cosa abbiano a portata di mano: cd, vinili, agende, pezzi di carta reperiti all’ultimo momento (io), libri (scritti da loro, non libri a caso) e così via. Ma siccome questa fase è poco interessante da raccontare, passerei direttamente al concerto.
Eleganza part II
Il teatro è pieno. Sulla balconata campeggia uno striscione con su scritto “Cassonetto differenziato”: siamo a Napoli ed è inutile chiedere il motivo per cui la scelta sia ricaduta proprio su questo titolo. Temperatura media 120°. Le luci si spengono ed un boato accoglie il gruppo, non tanto perché questo si chiami “Elio e le storie tese”, ma a causa di un’eleganza estrema che suscita l’ovazione della folla, in delirio per le giacche e i papillon indossati dagli Elii e per il loro savoir faire d’altri tempi. “Eleganza” si rivelerà la parola d’ordine della serata, insieme a “Baustelle”.
Con Plafone entriamo subito nel vivo dell’evento, che promuove Studentessi ma lascia spazio anche a successi storici della band come T.V.U.M.D.B, El Pube, il medley di Pippero, La chanson e Born to be Abramo, Tapparella, Zooma Zooma baccalà, Fossi figo, Gimmy i. e Supergiovane, durante la quale il Supereroe in carne ed ossa, e NON Mangoni travestito come molti pensano in malafede, sfreccia in lungo e in largo tra le poltroncine grazie ai suoi superpoteri. Elio sarebbe tentato di chiudere l’esibizione dopo appena venti minuti, ricordando che i concerti troppo lunghi non sono per niente eleganti, ma il pubblico non dimostra di essere d’accordo con questa decisione, per cui si avanti con un’ora e mezza di bis. Unica pecca della serata, le urla scomposte da parte di una platea poco elegante tra cui si annidano infide spie dei Baustelle, rivali dei nostri che non si sa per quale motivo vogliono boicottare la serata con ogni mezzo: allo stesso scopo Elio dichiara di aver mandato al loro concerto delle “passeggiatrici” (per usare un termine elegante). Ma il nostro cantante preferito non cede alla provocazioni: solo dopo aver chiesto per l’ennesima volta di fare silenzio, sull’esempio di maestri come Minghi, convinti che la musica vada ascoltata senza nemmeno applaudire, si lascia andare ad un liberatorio “vaffanculo”, per poi rientrare subito nei ranghi. Screzi a parte, il pubblico dimostra di apprezzare tanto i brani storici quanto le canzoni nuove di zecca quali Heavy samba, Ignudi fra i nudisti, Gargaroz, Il congresso delle parti molli, Parco Sempione, Suicidio a sorpresa, entusiasmo che dimostra la tesi del frontman secondo la quale questo disco è stato accolto dapprima con un freddo MMPF, poi con un MMM, poi con un MMMMM e infine con un orgasmo vero e proprio che ne ha sancito una celebrazione diffusa. Come sempre l’esibizione del gruppo è uno spettacolo coinvolgente durante il quale non si smette per un solo momento di ridere e divertirsi – specie quando Mangoni per integrarsi con l’ambiente pronuncia un paio di frasi in un napoletano improbabile quanto esilarante, oppure Sergione si produce in una barzelletta sulla quale meditare nottetempo per i suoi effetti a lungo termine – e che ci sembra troppo breve, anche se sono passate due ore si resta con la sensazione che sia durato decisamente poco.
Prossimo appuntamento, il 23 maggio alla Fnac: Tanica presenta il suo libro. A meno che non preferiate Marco di Amici di Maria De Filippi! (Lost Gallery)