Fin dal titolo si capisce in quali paesaggi sonori decidano di muoversi e sognare i giovani Kamchatka!.
Al primo ascolto distratto il responso è positivo: sonorità interessanti che mi prendono. Al secondo ascolto mi accorgo che più che “prendermi” mi ricordano altro.
Pearl Jam, Dinosaur Jr, ma anche Pavement, e qualcosa da ognuno dei gruppi storici del grunge ed in generale degli anni ’90 appare ripreso ed interpretato dai Kamchatka!, con un esito molto difficile da giudicare.
In alcuni brani il citazionismo è tanto palese da far sorridere, specialmente quando nel testo si canta de “la nonna Pearl” che fa la marmellata, oppure “Alice in catene grida: Madre, Amore, Ossa”, intorno al “tempio del cane” dal quale “esce un dinosauro piccolo così”.
Quando però i Kamchatka! escono da quei precisi riferimenti musicali le insidie sono sempre pronte ad assalirli: dove non si sentono sonorità americane degli anni ’90, subito la musica strizza l’occhio ai Verdena ed ai Marlene Kuntz (in primis).
Il mio Nirvana è un disco comunque piacevole ed interessante, suonato da giovani capaci, però probabilmente ancora un po’ troppo ingenuo e privo di una personalità propria.
Non esiste la critica “l’hanno già fatto altri in passato”, perchè sennò non esisterebbe il 90% della bella musica di questo decennio, ma è criticabile invece l’approccio celebrativo, anche se così tanto sincero ed appassionato. Visto che i Kamchatka! sembrano avere le qualità, si augura a loro di guardare avanti, con una citazione che sapranno cogliere: “Saw things… Clearer… Once you were in my Rearviewmirror”. (Eddie Vedder).
Credits
Label: Kiu Kiu – 2011
Line-up:
Alessandro Lepre Gnerre (chitarre e voce) – Andrea “Capel” Bucci (batteria e voce) – Manuel Tevar (basso)
Tracklist:
- Il mio Nirvana
- L’ultimo incanto
- Piup
- Addio miei falsi dei
- Alla continua ricerca di un equilibrio
- Strega
- Weiss
- Lo scontro finale
- Un’altra vittima