In occasione dell’imminente uscita (7 settembre) de La quinta stagione, dopo accordi con la Capitol/Emi per una telefonica stabilita per il giorno della conferenza stampa, vivo il piacere e l’onore di un dialogo morbido e denso di emozioni con la voce dell’ognidove musicale… Cristina Donà. Una mezz’ora di parole che sono come volare sopra campi sconfinati puntando a sud…(Grazie a Simona Giacomazzo – Capitol/Emi).
Le mie più che domande sono riflessioni/spunti per poter approfondire La quinta stagione, un titolo che definirei “concettuale”. Infatti, è un chiaro riferimento al modo in cui la Medicina Tradizionale Cinese coglie il segmento temporale che intercorre tra il 15 agosto e il 21 settembre: un periodo di transizione, di preparazione all’autunno. Una metafora delle transizioni che l’essere umano vive e che preparano a momenti duri, quindi utili a saggiare la forza interiore di cui si può essere capaci…
Assolutamente, sì! Con quel titolo mi interessava rappresentare uno stato d’animo, quello che ha segnato la gestazione dell’album. Una gestazione avvenuta in un periodo in cui mi sentivo una specie di guerriera in allenamento preparatorio per affrontare delle difficoltà, delle vicissitudini che poi ognuno di noi si ritrova ad affrontare nella vita. Quello era un titolo che rappresentava benissimo il mio stato d’animo. Indica un momento propizio per una preparazione che si può decidere di compiere o meno, infatti si può decidere di farsi travolgere dalle cose oppure di cercare di prepararsi a eventuali mutamenti, se si pensa di avere il tempo di farlo e la forza di volontà.
Hai indicato due importanti “sapori” del tuo nuovo lavoro in studio: gioia e gratitudine per la vita (nonostante il dolore, le difficoltà) perché comunque forniscono la forza per voler vivere e rigenerarsi…
Sì. Un altro aspetto della Medicina Tradizionale Cinese che mi ha colpito ed interessato riguarda la considerazione della materia (e quindi dell’uomo) come energia in trasformazione. Quello che mi interessava era cercare di elaborare anche i momenti negativi e trasferire questo in musica e parole. E’ stato una sorta di dialogo autoreferenziale che partiva da un momento difficile e che si proponeva di risolverlo rielaborandolo: il modo migliore di affrontare le cose, anche se non sempre si è in grado di farlo e spesso è utile chiedere aiuto. Credo che chiedere aiuto sia un grande atto di umiltà e di presa di coscienza: una canzone come L’eclisse racconta proprio di questo, del bisogno di aiuto, riconoscendo una debolezza che non è sempre facile da gestire da soli.
Focalizziamo l’attenzione sul tuo primo singolo, Universo: “Parlami dell’Universo/Di un codice stellare che morire non può/Di anime in continuo mutamento…”. Sono gocce di poesia che esprimono al massimo, ad un livello tanto emotivo e intimo che le parole sembrano scoppiare, generando una sensazione di meravigliosa pienezza…
Mi fa piacere perché l’intenzione era quella. Questa canzone è nata con degli “accordi” che mi hanno suggerito il tema di un qualcosa che può morire ma, forse, un giorno si trasformerà. Un qualcosa che va al di là del nostro essere così terreni e così mortali. Spero di aver reso l’idea, mi sembra che almeno con te mi ci sia avvicinata…
Sono un’appassionata, anche se in fase assolutamente iniziale, di astronomia. Mi piace moltissimo l’argomento. Spero navigo in internet per questo motivo. La vertigine che danza è un’immagine che mi è stata ispirata anche da un dvd che ho visto sulla “teoria delle stringhe”, una teoria sviluppata da alcuni fisici: dovrebbe riuscire a spiegare che tutto ha una connessione, dalle cose infinitesimamente piccole a quelle infinitamente grandi… mi riferisco alla “meccanica quantistica” che studia, appunto, sia i fenomeni invisibili che l’Universo.
Penso alle piccole grandi intuizioni dei piccoli grandi uomini del ‘500…
Anche più indietro nel tempo. Sto studiando la storia della Medicina Tradizionale Cinese. I Cinesi hanno una storia incredibile. Hanno compiuto scoperte importanti molto prima di noi occidentali o degli stessi Egizi. Sicuramente il ‘500, il Rinascimento ha avuto un ruolo fondamentale.
Ha innescato una concettualizzazione molto ampia di fenomeni rispetto ad un approccio più intuitivo…
Sì, poi la Chiesa ha sempre giocato un ruolo inibitorio rispetto a geni come Galileo, Giordano Bruno che hanno codificato la dinamica del comportamento dei pianeti, giustificando la centralità del Sole e non quella della Terra. Abbiamo avuto parecchie difficoltà con un certo tipo di Chiesa che non ha proprio facilitato il lavoro degli astronomi in quel periodo.
Devo sottolineare un aspetto che va al di là… Universo, indipendentemente dalla tua volontà (forse), è una canzone che ha già legato molte persone…
Questo mi commuove perché la musica ha sempre avuto un’importanza pazzesca per me e certi autori mi hanno cambiato la vita. Sapere che la mia musica può arrivare in profondità è un privilegio che mi commuove.
La copertina del singolo Universo ha due elementi che mi affascinano: una foglia secca (simbolo dell’autunno e della stagione di preparazione) e le parole del testo. Mi piace che la parola venga “spinta” verso l’esterno non solo come suono, ma anche come una forma di immagine…
Per ora so lavorare solo attraverso questo tipo di scrittura con i testi delle canzoni forse perché il mio passato è legato all’arte figurativa: ho frequentato il liceo artistico, lo dico spesso e non posso prescindere dal mio percorso. Nella musica e nelle canzoni mi è sempre piaciuto molto trovare dei testi con delle immagini forti che esprimessero dei sentimenti. Mi piacciono anche le canzoni tipicamente cantautorali dove si raccontano delle storie (De Andrè, per esempio): è qualcosa che non so fare, ancora! Non sono riuscita a elaborare un modo idoneo per esprimermi attraverso delle storie, anche se ci ho provato con Laure (Il Profumo): lo spunto è il romanzo Il profumo, di P. Süskind. In questo caso ho provato a descrivere una situazione un po’ cinematografica: la ricerca affannosa del protagonista finalizzata a coronare la sua raccolta di profumi femminili fino a realizzare l’essenza finale.
Il cambiamento è un codice interpretativo anche per il sound de La quinta stagione. In primis hai voluto modulare diversamente lo strumento voce, puntando su toni caldi e medio-bassi, distesi su una ritmica più solida. Mi racconti del cammino percorso insieme a Peter Walsh (P. Gabriel, Simple Minds…) che ha curato la produzione artistica dell’album?
Peter voleva assolutamente mettere in risalto la voce e io mi sono ritrovata a lavorare su dei registri più bassi non volutamente. E’ stato un lavoro anche inconscio che mi faceva desiderare questa sorta di “tonalità rassicurante”, non avevo voglia di strillare: nel testo di Settembre dico che “la verità e la bellezza non fanno rumore”. Le cose strillate e sbattute in faccia alla gente a tutti i costi in questo periodo della mia vita mi danno particolarmente fastidio. Credo che si possa comunicare anche in altro modo. Questo è stato il mio lavoro. Con Peter ho provato diversi microfoni e abbiamo subito individuato il più adatto: sono molto contenta del risultato, mi piace proprio ascoltarmi e non sempre mi capita! Mi piace il risultato della parte vocale e sapevo che non avremmo fatto nulla di sperimentale perché non era quello il desiderio, quindi anche la struttura ritmica è rimasta molto semplice per dare la possibilità alle canzoni, alla melodia, alle parole di “uscire” ancora di più.
Settembre apre il disco, Conosci lo chiude. Mi spieghi un po’ questa struttura ad anello che si apre e si chiude?
Durante un piccolo tour del 2006 in teatro proponevo queste canzoni nuove, all’inizio Settembre e alla fine Conosci. Sono rimaste così nel disco perché Settembre è una sorta di manifesto, rappresenta bene “la quinta stagione” e il concetto di volontà di preparazione (“E’ tempo di…”). Conosci rappresenta la voglia di capire di più, è un invito alla bellezza della conoscenza e, in questo caso, della conoscenza di due persone; una canzone che ho dedicato alla persona che amo (mio marito) e che può essere estesa a qualsiasi tipo di conoscenza, di parentela, di amicizia; penso che dopo i trent’anni ti guardi indietro e apprezzi il fatto di conoscere delle persone da tanto tempo perchè ci sono delle sfumature, si creano dei legami particolari per cui non ti devi per forza spiegare sempre per essere compresa: volevo trasmettere questo in una canzone e mi sembrava giusto chiudere così dopo un percorso che descrive la voglia di conoscere.
Voglio leggerti dei versi di W. Wenders che introducono una raccolta di sue foto di “luoghi” (Immagini dal pianeta Terra): “I luoghi hanno memoria/Ricordano tutto/Il ricordo è inciso nella pietra/E’ più profondo delle acque più profonde/E’ come sabbia delle dune/Che si sposta di continuo”. Quanto i “tuoi luoghi” sono nelle tue canzoni, dal momento che vivi lontano dai “rumori artificiali” e vicino al “ritmo della naturalezza”?
Sono assolutamente fondamentali come assolutamente fondamentale è l’ambiente in cui vive un artista, una persona che si esprime con l’arte. Apro a finestra della cucina e vedo (ma anche se non la apro) una montagna alta 2500 metri e mi piace, a volte mi mette tristezza poiché non posso dimenticare le mie origini cittadine però apprezzo sempre di più il luogo in cui vivo. Il paesaggio rientra sempre n ciò che faccio ed è naturale,: ormai è diventato un elemento a cui nemmeno penso: mi ritrovo a scrivere testi che sono intrisi di ciò che mi circonda.
Come vivi il processo (ormai quasi meccanico) per cui il fiume della musica ha tra i suoi affluenti di diffusione internet?
Internet è un ottimo mezzo di diffusione e conoscenza della musica. Attraverso MySpace e diversi siti ho conosciuto musicisti e musica che altrimenti sarebbe stato difficile incontrare. Non appoggio l’idea di regalare la musica, anche se lo streaming è favoloso. Il concetto di rendere completamente gratuita la musica la svilisce poiché dietro c’è un grosso lavoro. Io faccio un lavoro, quello di musista e impiego molto tempo a realizzare un album, quindi mi sembra giusto avere un riconoscimento. Se la musica deve essere gratuita allora che ci sia un fondo per gli artisti! Non posso lavorare gratis! Se non vendo, non faccio più dischi, questa è un’equazione automatica e vale soprattutto per gli artisti che non hanno unseguito internazionale e che vivono delle vendite relative al mercato italiano, se non vendono… spariscono. Ovviamente ci sono motivi molto validi per il crollo delle vendite: anche le pessime stampe, la noncuranza per le ristampe. Bisognerebbe prestare attenzione anche ai dettagli. Lo streaming può invogliare…
Grazie mille!
Grazie a te, ciao!
Ore 2.53 – Questa intervista doveva essere pubblicata. Per te e Per tutti noi.
L’ho letta tutta d’un fiato.
Molto interessante, intensa, profonda.
Complimenti sinceri.
Ho impiegato un po’ a capire come fare a lasciare un commento…Cristinà Donà sembra davvero così dolce e così disponibile al contatto con chi la ascolta che davvero ne sono stupita.
Eccola… finalmente questa intervista è dove doveva essere! Cristina Donà è una gran artista e in questa intervista si è rivelata anche una persona devvero disponibilissima! Grazie Amy!