La musica non è un caso. Certe volte è una scelta, precisa e inequivocabile. Perché sai bene che saprà sorprenderti, e anche se la conosci non la metti dentro ad alcuna equazione della tua normalità. La conosci, come la più imprevedibile delle varianti. Imprevedibilità e non casualità. Non è assolutamente poco per un cantautore. Anzi, è il segreto, la più invidiabile delle alchimie, la più delicata delle combinazioni di causa-effetto.
Giuliano Dottori emoziona. Vogliamo metterla così, semplificando? Emoziona tutte le volte in modo diverso. Lo conosci ma non lo inquadri. Altrimenti lo sminuiresti. Lo daresti per scontato. Invece lo scegli e lo lasci fare. Una sera di gennaio, umida sotto il peso apparente di un cielo gonfio che farà esplodere il suo blu nel domani. In provincia di Caserta, in un localino delizioso come il Festinalente di Aversa, guidato dalla direzione artistica di Nicola Mottola (Il cielo di Bagdad) per alcune serate.
Per il cantautore milanese è appena la seconda tappa di un tour particolare, in solitaria, chitarra e voce.
Lui ha deciso di incontrare il proprio pubblico in una dimensione intima, come se fosse casa. Perché in certi posti si sente a casa. Spoglia le sue canzoni, le lascia scivolare dal cuore alle mani, le lascia sbocciare nella bocca fino a nuovi colori, a nuove architetture di dolcezza e intensità. Un tour che segue il proprio corso parallelamente ad un progetto video che si avvale della collaborazione di Claudio Del Monte: un concerto con otto canzoni (tra cui due cover e un inedito) registrato proprio a casa; ogni settimana viene lanciato un brano via YouTube, esattamente come vi capiterà di ritrovarlo ai concerti.
Pizzica dai suoi due dischi, Lucida (2007) e Temporali e rivoluzioni (2009), e dal suo ep, Fantasmi (2010). Lo fa con la trasparenza degli spiriti puri, dei talenti che non temono la nudità. Qual è la parte più sacra di una canzone? Ecco, durante il suo set acustico forse vi lascia cogliere qualche risposta. Qualche, non tutte.
Silenzi, Chiudi l’emergenza nello specchio, Catene e gioie fragili, Sirene e vampiri, Alibi, Tenerti stretto un ricordo, Nel cuore del vulcano, E’ stato come scorrono fluide, morbide eppure spigolose, come ciò che si mostra in tutta la sua essenza senza farsi del tutto afferrare. E trovano spazio due sapienti cover: Razzi Arpia Inferno e fiamme dei Verdena (Wow, 2011) e la meravigliosa Codex dei Radiohead (The king of Limbs, 2011), particolarmente adatta alle corde di Dottori, tanto da generare un gioco di riflessi tra la sua sensibilità e l’immaginario della band di Oxford. Ancora una volta Lucida si conferma il punto d’origine, lo scrigno delle verità sullo stile, il passato e il futuro di un cantautore come pochi, attualmente.
Nel corso del concerto vengono presentati due inediti, Le vite degli altri e Angelina (titoli provvisori, viene specificato). Due splendide anticipazioni sulle direzioni che stanno seguendo i lavori per il terzo disco. I testi, l’uso della voce sono indizi su cui riflettere e su cui puntare per un nuovo capitolo di una carriera coerente e sempre fedele a quell’intimismo che sa arricchirsi di sguardi nuovi sul mondo intorno.
Il pubblico chiede il bis. Così arriva il momento di Endorfina e Cuore di bue.
Non è mai facile darsi, voce e chitarra, soli. In molti lo fanno. Ma in pochi sanno far brillare la propria unicità incontrando gli altri in una dimensione emozionale.
Guardare Dottori, così padrone del proprio suono, fa pensare alla naturalezza di certi musicisti americani. Lui, proprio lui, al nostro De Gregori dovrebbe piacere molto.
Piano, con tutta la delicatezza e la gentilezza di ogni passo, Dottori saprà andare lontano. E lontano è arrivare a toccare l’anima di chi t’ascolta. (Lost Gallery)
Giuliano Dottori tornerà in Campania giovedì 26 gennaio, al Doria 83 del Vomero (NA), per la precisione. Proseguirà il suo tour toccando Roma (Aleph, il 27) e Firenze (Lo Fai Lo Fi, il 28). E andrà avanti fino e febbraio e marzo, in giro per la Penisola: info al sito ufficiale www.giulianodottori.it