Un respiro profondo, Umberto, lo vedi che stai sudando?
Sono all’entrata del Lido Fruit. Non sono solo, insieme a me ci sono giornalisti spaesati e poi, in ordine di apparizione, il rapper gangsta, Ciro, i ventisette commensali di Ciro, la ragazza seminuda A, la ragazza seminuda B, il pappone butterato. E un po’ di altra gente che dubito sia accorsa a Licola, un po’ di chilometri fuori Napoli percorrendo la Domiziana, per il concerto dei Soulwax.
Venerdì 30 Maggio 2008: sono, insieme ad un paio di amici, sulla strada che collega Napoli con il nostro paesino di provincia. Ci accingiamo a recarci nei pressi del capoluogo campano per un evento che solo a parlarne già ti sembra che l’abitacolo dell’auto si muova al ritmo di una cassa dritta: l’anteprima del Neapolis Festival con Soulwax, 2 Many DJs e chiusura in bellezza con il duo di dj cosentini Shirt vs T-Shirt; questi ultimi già visti lo scorso anno come dj ufficiali del Six Day Sonic Madness, probabilmente il miglior dj-set/live-set italiano, anche soltanto la loro esibizione varrebbe la pena del viaggio.
Andateli a vedere, se vi capita, è un’esperienza che rimane a lungo impressa nella mente. A metà tragitto telefono a Fabio, uno degli Shirt vs T-Shirt, per chiedergli informazioni precise sulla strada da percorrere, sull’orario di inizio, sull’eventuale natura aliena dei Soulwax. Mi risponde una voce intristita, depressa, che mi annuncia che loro non ci saranno, che hanno avuto un contrattempo e sono dovuti tornare indietro. Shit happens, scriveranno poi sul loro myspace. Ed è quello che penso anche io, ma quasi non vorrei crederci, non siamo neanche arrivati e una buona fetta della serata se n’è andata a farsi benedire, quando si dice la sfiga. Mi dispiace soprattutto per loro, l’esibizione al fianco dei Soulwax sarebbe stata un giusto tributo alla loro bravura. Mi consolo pensando che avranno modo di rifarsi. E anche noi: ci restano comunque Soulwax e 2 Many DJs. E buttali via!
Arriviamo finalmente a Napoli, imbocchiamo la tangenziale, superiamo Pozzuoli. Uscita Licola, siamo vicini, è quasi fatta. Poi sbagliamo strada cinque o sei volte. Arriviamo davanti ad una sfilza di cartelli indicanti i vari lidi, ovviamente ci sono tutti tranne il Lido Fruit, la nostra meta. Infine, tra un po’ di indicazioni chieste per strada e che si contraddicono a vicenda e qualche telefonata, riusciamo ad arrivare a quella che dovrebbe essere la sede del concerto.
Ora non ci resta che trovare l’addetto agli accrediti stampa. Ma dentro di noi sentiamo che non sarà come dirlo.
E rieccoci qui, all’entrata per chi è in lista, tra gente che attende la cena, donne seminude, individui da leinonsachisonoio. E’ tardi, è stato sforato di tre ore l’orario di apertura dei cancelli, siamo stanchi, ci sono passati avanti in quarantacinque. Ma attendiamo con pazienza il nostro turno che, finalmente, arriva. Entriamo e il posto non è come ce lo immaginavamo. O forse è proprio come ce l’aspettavamo, ma sperando di sbagliarci. Il lido, i prezzi del bar, la selection del dj lasciano molto a desiderare.
L’area adibita al concerto invece è bella, il palco è in piena spiaggia, con il mare alle spalle. I Soulwax – qualcuno lassù mi vuole bene – iniziano a suonare non troppo tardi e costringono il dj del lido ad interrompere la sua esibizione. Peccato!
Il concerto è una goduria. Un set tiratissimo di un’ora e mezza, tre synth, che talvolta si tramutano in due synth e un basso, accompagnati da un batterista che è una macchina. Si passa da alcuni successi della band belga, E Talking, Slowdance, Miserable Girl, ad alcuni remix eccellenti contenuti nell’ultimo lavoro Most of the Remixes. Trattasi della quintessenza del remix, brani presi, destrutturati, ricostruiti, risuonati in pieno stile Soulwax. I momenti più alti del concerto si toccano proprio quando i fratelli Dewaele e soci si lanciano in una Robot Rock dei Daft Punk da delirio puro e in una Phantom dei Justice che fa ballare anche gli scogli assieme alle onde. I bassi picchiano e stare fermi è impossibile, sulla spiaggia è tutto un agitarsi all’unisono di centinaia di corpi. L’esibizione è talmente coinvolgente che finisce e neanche te ne accorgi. Non c’è bis, ma sappiamo perché: tra poco David e Stephen Dewaele risaliranno sul palco per esibirsi come 2 Many DJs.
Passa poco più di un’ora e le luci sul palco si riaccendono. E se mi avessero detto a cosa avrei assistito da lì in avanti, probabilmente non ci avrei creduto. Davanti ai nostri occhi si para un contrasto imbarazzante tra l’esibizione memorabile dei 2 Many DJs, che si muovono in consolle con un’abilità che è seconda a quella di pochi altri dj al mondo, e l’orribile teatrino a cui siamo costretti ad assistere. Intorno al duo belga ci sono più di dieci persone che hanno scambiato l’anteprima del Neapolis con una serata estiva del Cocoricò di Riccione!
Sul live-set c’è poco da dire: una selezione perfetta dal primo all’ultimo pezzo, nella quale c’è spazio anche per i Ricchi e Poveri e i Black Sabbath, suonata con grande fantasia e grande entusiasmo. I 2 Many DJs non si lasciano scoraggiare, sebbene appaiano visibilmente urtati, da quello che gli accade intorno. Ma la loro esibizione, che in molte altre situazioni andrebbe avanti per ore, dura il minimo indispensabile.
Alla fine c’è ancora spazio per il dj del lido ed è quindi giunto il momento per noi di levare le tende. Tanto l’after-party targato Cosenza non ci sarà, resta solo da pensare di aver assistito a qualcosa di bello, che poteva essere molto meglio. In effetti agli organizzatori del Neapolis Festival va fatto un grande plauso per aver portato in Italia come antipasto a Massive Attack, R.E.M., These New Puritans, etc che si esibiranno a Luglio all’Arena Flegrea, un evento del genere.
Appuntamento a Luglio, per un altro grande evento. E sappiamo che non sarà poi la stessa cosa… che sarà “molto” meglio. (Foto 1 by Wilkoe ;foto 2 by Moenskevin)