Philippe Petit, “l’uomo sulla fune”, nel 1971 riuscì a camminare su un cavo teso tra i tetti delle ormai perdute Twin Towers. Per molti il suo gesto venne a rappresentare la realizzazione del sogno, lo stato di sospensione ad essa collegato, la tensione necessaria per avverarlo. Questo è il motivo che ha spinto i friulani Cristiana Basso Moro (Ten Thousand Bees e Arnoux), Marco Pilia (Oliver), Nicolò Fortuni (Smart Cops) e Stefano Pasutto (membro aggiunto dei Tre Allegri Ragazzi Morti) a scegliere Man on Wire come nome del gruppo. Il loro primo progetto West Love è infatti un album in cui voce e chitarre, dal suono prevalentemente acustico, rimangono sospese e in tensione per tutta la durata degli otto brani che lo compongono. Sono i paesaggi dell’Est (I Man on Wire vivono a Maniago in provincia di Pordenone) quelli in cui il pensiero si ritrova in tempi e spazi onirici, quelli che tingono di luci malinconiche la musica che qui nasce. Nelle armonie e nella strumentazione i Man on Wire danno vita ad un pop orecchiabile che ricorda da vicino i R.E.M. anche se sembrano molteplici le influenze: A Thousand Legs potrebbe essere confusa con The Suburbs degli Arcade Fire, West Love è decisamente beatlesiana, Dust e Man on Wire richiamano nell’attacco rispettivamente It’s All Too Much e All Things Must Pass di George Harrison (la prima incisa con il quartetto). È proprio Man on Wire il pezzo più valido con il suo finale floydiano avvolto di mistero.
Di questo buon lavoro colpisce la delicatezza, mentre lascia un po’ perplessi la somiglianza delle armonie fra i vari pezzi.
Credits
Label: Knifeville – 2012
Line-up: Stefano Pasutto (voce e chitarra) – Cristiana Basso Moro (cori e chitarra) – Marco Pilia (cori e basso) – Nicolò Fortuni (percussioni)
Tracklist:
- A Thousand Legs
- Autumn
- Bare-Footed
- West Love
- Potential Architets
- Dust
- The Anger Song
- Man On Wire
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