Miscuglio. Parola che esprime perfettamente la mistura di generi e la divisione degli stili rock che risiedono negli undici pezzi del nuovo disco dei The Black Keys, duo carismatico adorato e osannato da quel fan utile che può essere Robert Plant. E si capisce anche perchè, oltre ad avere talento il gruppo riesce dalla prima traccia a trasportare la mente tra il rock anni settanta (All you ever wanted è davvero simile a Nobody’s fault but mine dei Led Zeppelin) a quello anni novanta di Strange Times, fino al country di Psychotic Girl in cui tanto psicotica non sembra la ragazza… più seduta su una veranda intenta a fare la maglia. Il blues di Lies e la voce di Auerbach, che ricorda il più straziante dei Jeff Buckley (anche se meno mentale), ci porta fino alla bella idea di Remember when, concepita in due lati: side A, Side B, capaci di sfoggiare una batteria splendida in controtempo in velocità supersonica, e risultano completamente slegate una dall’altra. Il resto è il solito rock che non aggiunge nulla nè toglie nulla alla fama del duo, con una vocalist in più, specie su Oceans & Streams.
Lavoro più completo rispetto a The Magic Potion del 2006 (che era meno ricercato e più energetico, ma funzionante a modo suo) con qualche scivolone alla fine, ma ben strutturato.
Finalmente un duo degno di tale nome, con la benedizione del dio del rock. Cosa volere di più?
Credits
Label: Nonesuch-2008
Line-up: Daniel Auerbach (voce e chitarra) – Patrick Carney (batteria)
Tracklist:
- All you ever wanted
- I got mine
- Strange times
- Psychotic girl
- Lies
- Remember when (side A)
- Remember when (side B)
- Same old thing
- So he won’t break
- Oceans and streams
- Things ain’t like they used to be
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