Home / Recensioni / Album / Semmai Semiplaya – Mariposa

Semmai Semiplaya – Mariposa

I Mariposa ne hanno inventata un’altra: Semmai semiplaya. Ad un anno dalla pubblicazione di Semmai Semiplay, all’ingegnosa band è bastata una “a” per creare qualcosa di nuovo, anche se solo in parte. L’obiettivo è quello di reinterpretare alcuni brani del repertorio in una versione semi-acustica o comunque “portatile”, con l’ausilio di strumenti acustici e di quelli elettronici più “poveri” (sempre che un i-Phone sia considerabile tale).
Di certo nuovo è il taglio musicale che porta l’ingresso stabile della cantante Serena Alessandra Altavilla (Baby Blue) che con la sua voce va a sostituire quella ormai “storica” di Alessandro Fiori. Proprio nel primo brano, Pterodactyls (versione rinnovata ed anglofona di Pterodattili, già presente nel precedente disco), la voce femminile trascina la band in nuovi lidi fatti di rock sixties, ed il risultato è sorprendente. Clima completamente diverso per la successiva Tre mosse, ripresa anch’essa dal capitolo precedente e rivisitata in una chiave più “pulita”, fortemente caratterizzata dal plastico suono di una parte ritmica elettronica e dove i fiati prendono il posto della chitarra. Pompelmo rosa (da Domino Dorelli – 2002) si apre ad un mondo vacuo ed onirico che ben si sposa con le sonorità scelte dalla band ma risulta solitario e fuori contesto in un disco composto da altri sei brani estremamente diversi da questo. Frustalo è una divertente cover di Whip it dei Devo, italianizzata, velocizzata e colorata; Chambre e Specchio sono nuove versioni da Semmai Semiplay che però appaiono meno incisive rispetto all’originale, meno vere. Lo stesso discorso vale per Pterodattili, che senza l’assolo finale dei fiati di Gabrielli risulterebbe povera.
In conclusione si può dire che Semmai Semiplaya è un “disco di prova”, più utile forse a giustificare un tour piuttosto che a dimostrare qualcosa di reale. La bravura di Serena Altavilla già si conosceva ed è indiscutibile, ma soprattuto risalta quando le viene concesso di fare proprio un brano (come nella prima Pterodactyls con la voce è protagonista); diversamente accade negli altri brani, dove spesso è accompagnata da una seconda voce maschile, che troppo ricorda Fiori creando un pericoloso parallelismo.
I Mariposa, che piacciano o meno, sono fatti per stupire: se lo fanno a metà ci si rimane un po’ male, quindi restiamo in attesa.

Credits

Label: Trovarobato – 2012

Line-up: Serena Alessandra Altavilla (voce) – Valerio Canè (basso, armonica) – Enzo Cimino (batteria elettronica, percussioni) – Enrico Gabrielli (fiati, percussioni, voce) – Gianluca Giusti (wurlitzer, pianoforte, eko tiger) – Rocco Marchi (chitarra 12 corde, percussioni) – Michele Orvieti (orvietronics)

Tracklist:

  1. Pterodactyls
  2. Tre mosse
  3. Pompelmo rosa
  4. Frustalo
  5. Chambre
  6. Specchio
  7. Pterodattili

Link: Sito ufficiale, BandCamp

Ti potrebbe interessare...

fanali_cover_2024__

I’m In Control – Fanali

Immagini che si suonano. Suoni che si immaginano. Di nuovo in viaggio sinestetico con Fanali, …

Leave a Reply