Ritmi country folk, influenze rock e blues: questi gli ingredienti dell’ultimo lavoro di Francesco De Gregori dal titolo Per brevità chiamato artista. Un album con nove brani inediti registrati a gennaio durante la pausa della tournée teatrale. Un titolo a tratti bizzarro, ma in realtà ha un significato. Sul primo contratto discografico di De Gregori si leggeva: “Francesco De Gregori, d’ora in poi per brevità chiamato artista”. Lo stesso cantautore si ripromise di utilizzare questa citazione in un suo brano, ed ecco la spiegazione del titolo dell’album e del singolo. Dietro a questa decisione c’è anche la volontà di posizionare il termine arte nel suo lavoro, ma nel senso romantico della parola vista come qualcosa che vuole lasciare un segno, lontano però dalle logiche di mercato. Nell’album De Gregori non si è soffermato sulla forma definitiva delle canzoni perché lo stesso cantautore ritiene che i brani vadano modificati per i concerti. Preciso nelle descrizioni, utilizza i doppi sensi nella title track: “Per brevità chiamato artista / tutta una vita ad arrampicare / come una scimmia sulla schiena di qualcuno […] / Doppio come una medaglia / se fosse d’oro sarebbe cartone […] / Se fosse Abele sarebbe Caino / Antidoto senza veleno ed alibi senza assassino […] / Martire da palcoscenico / E vittima d’Aprile […] / E dà la buonanotte ai fiori”. De Gregori regala Vola Vola, una melodia con pianoforti ed archi che sa emozionare: “Vola il pavone e vola il cardellino / Se vai cercando un sassolino d’oro / Vedi che nel mio cuore ce n’è uno”. Carne umana per colazione racconta come le persone si stiano abituando a ciò che i mezzi di comunicazione propongono: “È acqua che si fa pesante / La fotocopia di un’esplosione / Calce viva in un ristorante / O fumo in una stazione / Ehi, non senti stanno cucinando già / Carne umana per colazione”. Nel brano L’Imperfetto scoppia un gioco con i tempi verbali, in questo caso l’imperfetto: “Non parlava / Però sapeva tutto quello che gli bastava / Quello che credeva / Quello che non vedeva / Così preciso ed imperfetto / Che nessuno lo incastrava”. Si sa quale sia l’orientamento politico del grande cantautore, anche se non si è mai schierato in modo esplicito. In Celebrazioni si nota un riferimento: “Ci sono posti dove sono stato / Dove il Piave mormorava / E la sinistra era paralizzata / La destra lavorava / In certe stanche stanze / Dove discutono di psichiatria / Di terrorismo e di fotografia / Ascoltami / Parlare e razzolare insieme / Ci sono posti dove sono stato / Mi ci volevano inchiodare / Ai loro anni ciechi e sordi”. Nell’album c’è anche una cover di una canzone americana (The angel of Lyon di Tom Russell e Steve Young) tradotta da Luigi Grechi, fratello di Francesco De Gregori. In italiano è diventata L’Angelo di Lyon: “Fu la visione di Anna Maria con il rosario tra le dita / Ad incantare lo stregone e a fargli cambiar vita / Lasciò la scena un vestito grigio, lasciò un messaggio con un sorriso / Diceva “Parto per Lione, e cerco un angelo del Paradiso”. L’album si chiude con L’infinito, una bellissima e malinconica melodia: “Ho viaggiato fino in fondo nella notte / E stava nevicando / E ho visto un grande albergo con le luci spente / E ho avuto un po’ paura / Ma nemmeno tanto / La strada andava avanti / Ed io slittavo dolcemente […] / E non guardare il tempo/ Il tempo non ha senso / Domani sarà tempo / Di cose nuove […] / E alle mie spalle il giorno / Si stava consumando / Ed ho provato un poco di tristezza / Ma nemmeno tanto”.
Per brevità chiamato artista è un album che, nel 2008, ha confermato con la sua poesia ancora una volta Francesco De Gregari come uno dei più grandi cantautori della vecchia e stanca Italia.
Credits
Label: Caravan-SonyBMG – 2008
Line-up: Alessandro Arianti (pianoforte, hammond, fisarmonica, melodica, clarinetto, tastiere) – Lucio Bardi (chitarre, banjo, mandolino, scacciapensieri) – Paolo Giovenchi (chitarre e dobro) – Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso elettrico) – Stefano Parenti (batteria, percussioni) – Alessandro Valle (pedal steel guitar, dobro, mandolino, autoarpa) – Elena Cirillo (violino, cori) – Chiara Quaglia (voce solista) – Antonella De Grossi e Cristina Polegri (cori) – Archi scritti ed arrangiati da Guido Guglielmetti e diretti da Maurizio Sparagna; Registrato e missato da Gianmario Lussana (Forward Studios – Grottaferrata); Prodotto da Francesco De Gregori e Guido Guglielminetti
Tracklist:
- Per brevità chiamato artista
- Finestre rotte
- Celebrazione
- Volavola
- Ogni giorno di pioggia che Dio manda in terra
- L’angelo di Lyon
- Carne umana per colazione
- L’imperfetto
- L’infinito
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