Con l’uscita il 21 maggio di Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile, suo secondo lavoro in studio, Dimartino si è confermato uno dei cantautori italiani più interessanti. Ascoltando i suoi brani ci si ritrova sospesi tra due mondi, il quotidiano incontra la narrazione favolistica. Personaggi fiabeschi affrontano la vita e le sue contraddizioni attraversano brani dalle liriche che incantano. Abbiamo fatto qualche domanda all’autore siciliano per cercare di farci raccontare un po’ da dove arrivano le sue canzoni. (Non siamo gli alberi è in streaming autorizzato)
Partiamo dall’inizio: quand’è che Antonio Dimartino si accorge di avere qualcosa da dire e di volerlo fare con la musica?
Non ho mai usato un altro mezzo per dire le cose, se non piccole poesie private, di quelle che scrivi quando hai la faccia piena di brufoli. Mio fratello suonava il basso. Lo trovai a casa, me ne innamorai e iniziai a scrivere con le quattro corde melodie e parole che per me risultavano quasi terapeutiche. Poi capii che erano iscrivibili nella categoria di canzoni.
Quali sono gli ascolti che ti hanno maggiormente influenzato?
Nella mia adolescenza ci sono molte band inglesi e pochi cantautori italiani. A diciotto anni, quando mi innamorai la prima volta, una ragazza mi regalò una cassetta di De Andrè e come a molti è accaduto ho scoperto un altro mondo. Gli studi in musicologia poi mi hanno portato ad ascoltare le cose più disparate: di giorno i compositori tedeschi e la notte i Jesus Lizard.
La tua musica ha un qualcosa di fiabesco. Trovo che i tuoi testi descrivano il mondo in cui viviamo, con le sue contraddizioni e le sue brutture, ma attraverso figure che sembrano quasi uscite dalle favole. Come nascono le tue canzoni?
Io scrivo per immagini. Sono un amante della fotografia e del cinema, quello più fiabesco. Mi piace inserire elementi estranianti nelle canzoni, prendere l’attenzione di chi ascolta e poi virare del tutto il punto di vista. Insomma, principalmente mi diverto. Ho un’attitudine molto giocosa all’atto creativo, non c’è nessun tipo di intellettualismo.
Quanto c’è della tua Sicilia in quello che fai? Che influenze ha la tua terra d’origine sul tuo modo di fare musica?
La Sicilia non potrebbe non esserci. Non so quanto è visibile nelle canzoni perché effettivamente, soprattutto in questo disco, non ci sono elementi che richiamano alla sicilianità, però io la sento molto addosso nel modo di fare, di parlare, ma soprattutto di osservare le cose.
Facciamo un piccolo salto indietro, al tuo album Cara maestra abbiamo perso. Da innamorata della musica di Tenco, non posso ignorare il riferimento a lui nel titolo dell’album e, soprattutto, nella cover de La ballata della moda. Perché Tenco? Cosa ha di speciale il suo modo di scrivere canzoni?
Diverse volte ho parlato di Tenco, soprattutto nelle interviste relative a Cara maestra abbiamo perso. Secondo me potrebbe essere definito lo zio della canzone, quello che da bambino credi che sia uno depresso e triste e poi quando cresci ti accorgi che è uno dei pochi che dice la verità e che scrive canzoni dai concetti universali.
Dimartino e il web. Che rapporto hai con la rete, con questo mezzo che sembra essere diventato fondamentale per un artista per potersi far conoscere da un pubblico più vasto?
Non posso sottrarmi ad internet e a tutto ciò che ne deriva. Vivrei a una velocità diversa se adesso decidessi di chiudere il mio rapporto con la rete, magari un giorno potrei anche farlo ma adesso non è proprio il momento.
E’ appena partito il tour promozionale del tuo album Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile. Ci vuoi dare qualche anticipazione sul set che stai portando in giro?
Voglio mantenere il power trio con alcune eccezioni di un quarto elemento ogni tanto: al piano per la maggior parte dei concerti ci sarà Angelo Trabace, alla batteria Giusto Correnti. Devo dire che i primi live ci stanno dando molte soddisfazioni: in tre si suda di più e devi dare per forza il doppio di te stesso, saremo in giro fino a settembre poi inizierà un tour autunnale molto particolare.
Non siamo gli alberi – Preview
Non siamo gli alberi – Video
http://youtu.be/BCqt6NVF7_U